Il posto in cui Charles mi aveva portata era fuori la città, ed era un ristorante completamente circondato dal verde.
-Spero ti piaccia- mi disse, dopo che ci sedemmo al tavolo.
Mi guardavo intorno vedendo piante fiorite ogni dove, era stupendo.
-É bellissimo qui- gli dissi sorridendo.
-Non ti sembra di tornare un po ai vecchi tempi?- mi chiese.
-Un po si- gli dissi sinceramente.
-Se solo non avessi rovinato tutto- si disse da solo.
-Almeno lo ammetti- risi.
-Certo che lo ammetto, sono stato un coglione-
-Adirittura-
-Si Aria, ti ho fatta stare male, così tanto da perdere il bambino-Era sincero, potevo leggerglielo negli occhi.
Smisi di sorridere a causa del ricordo che aveva riportato a galla nonostante avessi provato più volte a reprimerlo durante la sera.-Scusa non..- disse vedendo la mia espressione.
-No, tranquillo. Non fa niente- dissi aggiustando il tovagliolo sulle gambe.
-Davvero Aria, scusami- mi disse, prendendo la mia mano e attorcigliandola con la sua.
-Charles, davvero. Sono passati mesi, é difficile dimenticare, difficilissimo in realtà, ma non chiedermi scusa per ricordarmelo, é successo, va bene, cambiamo argomento-
-Va bene- disse guardandosi intorno, come imbarazzato.Arrivato il nostro cameriere ordinammo le portate, prima di ricadere in un silenzio tombale.
-Non stiamo zitti- dissi spezzando il ghiaccio.
-Posso farti una domanda?- mi chiese.
-Si, pur di parlare di qualcosa- sorrisi.
-C'è qualcosa di più tra te e Max?-
-Charles..-
-Aria tranquilla, qualunque sia la tua risposta. Voglio solo capire se stai dando abbastanza importanza a "noi", almeno quanto tu sia importante per me-
-Charles io.. in questo momento sono nel caos più totale. Siete rimbalzati nella mia vita dal nulla, letteralmente.-
-Capisco ma, ci sarà uno dei due che preferisci- disse curioso.
-Non so, suppongo di sì- dissi sorridendo.
-Va bene, sei proprio confusa- rise -Cercherò di diventare quello che preferisci- continuò.
-Ambizioso-
-Per te sempre-Passammo la cena tra battute, scherzi e "affronti" se così potevamo definirli, ma fu una serata meravigliosa.
Tra una portata e l'altra ci scambiavamo sguardi fugaci, come ragazzini di sedici anni alle prese con la prima relazione.
La nostra cena fu interrotta varie volte a causa di fan che ci chiesero delle foto, e ci chiesero se fossimo tornati insieme, ma noi ci limitammo a dire che eravamo solo amici.
A fine cena lui insistette sul pagare il conto, quindi lo lasciai fare.
-Si, mi sembra proprio il nostro primo appuntamento- disse uscendo dal locale sorridente.
-Ma che dici. Sembriamo ragazzini di sedici anni- risi.Camminammo uno accanto all'altro fino alla sua auto, ma inaspettatamente a metà percorso il ragazzo poggiò il suo braccio sulle mie spalle avvicinandomi a se.
-Che fai- risi.
-Niente- disse scrollando le spalle.Arrivati alla sua auto il telefono mi squillo e mi fermai a pochi metri dall'auto, lo uscii e notai che Max mi aveva inviato due messaggi. Tempismo perfetto.
-É così importante?- mi chiese il monegasco che intanto si era poggiato all'auto.
-No- dissi sorridendo e rimettendo il telefono in borsa.Mi avvicinai a lui e a dividerci c'era a malapena un metro.
-Sono stata bene stasera-
-Anche io- disse guardandomi con il suo solito sguardo magnetico.
-Quindi.. che facciamo?-
-Ci baciamo?- rise il ragazzo.
-Calmo belloccio, al primo appuntamento no-
-Ma l'anno scorso si-
-Era diverso, lo sai-
-Lo so, lo so-
STAI LEGGENDO
Forgive you? Charles Leclerc
RomantikMesi. Giorni. Ore. Secondi. Aria contava, contava e ricontava. Non voleva che tutto ricominciasse, non dopo tutto ciò che aveva passato. Ma nulla poteva salvarla dal rivivere tutte le emozioni contrastanti di qualche mese fa, era in una barca nell'o...