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Passare gli ultimi giorni di libertà a casa di Lewis mi aveva fatto più che bene, insieme a lui e al mio cane preferito Roscoe.

George decise di raggiungerci qualche giorno prima della partenza, così per poi partire tutto insieme.

-Credo che i test stiano andando bene- disse George.
-Speriamo che la macchina sia più competitiva quest'anno- disse Lewis.
-Io me ne tiro fuori- dissi alzando le mani in segno di resa.

Eravamo nella saletta cinema della grande villa di Lewis, e avevamo appena terminato di vedere un film, erano circa le dieci di sera.

-A che ore abbiamo l'aereo venerdì?-chiesi.
-Credo verso le nove, appena atterriamo andremo subito nel circuito per una riunione-
-Ma dai- sbuffai.
-Lo so, lo so.-
-Nemmeno il tempo di vedere le camere?-
-Nemmeno il tempo di scendere dall'aereo-

Passammo un altra oretta lì a parlare, e poi decidemmo di uscire a fare un giro in auto nonostante l'orario.

-Siete pazzi- commentai, dato che Lewis stava guidando a 200 nelle strade deserte delle città con la musica a tutto volume.
-Stiamo andando anche troppo lenti per i miei gusti- disse poi il 7 volte campione del mondo.
-Il semaforo- urlò George.
-Cazzo-
-La paghi tu la multa-
-Ma dai- imprecò Lewis, e non potetti fare a meno che ridere.

Verso l'una i due piloti decisero di rifugiarsi in un bar abbastanza appartato, dove di solito ci andava gente come loro, conosciuta.

-Mi conoscono, ci troveranno uno spazio- commentò Lewis, dato che di sabato sera quel locale non era vuoto.

Lewis diede il nome, e il cameriere sorridendo ci trovò subito una sistemazione, così ci sedemmo, e solo dopo vidi che non lontani da noi c'erano Max, Pierre e Daniel.

-Anche voi qui?- urlò George, facendo voltare i tre verso di noi che, sorridendo, si sedettero con noi.

Mi maledii mentalmente, Max sapeva tutto ed era complice di Charles, e ovviamente, il posto libero era accanto a me.

-Ciao- mi disse il biondo.
-Ciao- risposi secca.
-A quest'ora non dovresti.. avere il pancione?- domandò cauto.

Non lo sapeva. Come era possibile? Pensavo che ormai si fosse venuto a sapere che l'avevo persa.

-L'ho persa- dissi a voce bassa.

Il biondo serrò la mascella, forse maledicendosi della sua richiesta.

-Non lo sapevo-
-Certo come potevi- risi amaramente.
-Senti.. mi dis..-
-No Max, lascia stare, non sono in vena-

Il ragazzo annuii a testa bassa, per poi continuare a parlare con Pierre, e cominciai a conversare con Daniel, che riusciva sempre a strapparmi un sorriso.

Ricordarmi della perdita però, non aveva fatto altro che farmi calare un velo di tristezza addosso. Era tutta colpa mia.

Nonostante il tempo,  e le persone, il nostro "gruppetto" non era variato molto. Mi ritrovai a fissare Pierre e a pensare che lui sapeva, ma nonostante sapesse mi aveva avvisata, e non l'avevo ascoltato.

Lui era così stretto con Charles, si conoscevano da una vita, sono cresciuti insieme, avrei dovuto ascoltarlo sin da subito.

-Che c'è?- mi chiese ad un certo punto.

Risposi solo storcendo la bocca, tornando ad ascoltare George che stava raccontando della volta in cui lui e la sua ragazza rimasero chiusi in un ascensore.

La serata passò così, e verso le tre ci salutammo tutti, o meglio, si salutarono, perché io salutai solo Daniel, per poi tornare tutti a casa di Lewis.

~

-Dio Aria muoviti-
-Arrivo!-

Era il giorno della partenza, uno marzo duemilaventitre. Avevamo il volo alle nove, ed erano già le otto e non eravamo ancora usciti di casa.

Da brava ragazza mi ero ridotta all'ultimo per fare la valigia e lo zaino, così stavo letteralmente volando da una stanza all'altra.

Scesi le scale quasi correndo e dopo aver rischiato di cadere, arrivai dai due.

-Finalmente- disse sbuffando Lewis.
-Ma sta zitto, andiamo-

Entrammo in auto e partimmo per l'aereoporto, dove avremmo incontrato mio padre e altri lavoratori della Mercedes.

Il viaggio fu abbastanza tranquillo, apparte qualche urla nel momento in cui i due cantavano canzoni nonostante io cercassi di dormire.

Arrivammo in tempo, quasi quando il gate stava per aprire.

-Ciao pa- dissi sorridendolo, per poi abbracciarlo.
-Ciao Aria, come stai?- mi chiese.
-Sto bene-

Dopo aver eseguito i controlli, salimmo sull'aereo, o meglio, sul jet che ci avrebbe portato in Bahrain.

Il primo GP della stagione 2023 si sarebbe tenuto il 5 marzo, quindi avremmo avuto tempo di arrivare e anche di rilassarci in hotel.

-Più quattro- risi soddisfatta, gettando la carta davanti a Lewis.
-Ma non é possibile- sbuffò.
-Te l'ha data grossa eh- rise George.
-No, te l'abbiamo data grossa- rise sghembo Lewis, gettando a sua volta un più quattro, lasciando spiazzato il povero George che si dovette prendere otto carte.

~
-Non mi ricordavo che facesse così caldo in Bahrain- commentai, legandomi i capelli in una crocchia disordinata.
-Ma io spero che ci sia la piscina guarda- disse George.

Entrammo in uno dei soliti van oscurati, però dopo esserci accertati che le nuove W14 salissero sui camion per essere trasportate al circuito.

L'hotel era lo stesso dell'anno scorso, bello come sempre, ma la camera fu diversa. Meglio così, pensai.

Lasciai le mie valigie, sistemando i vestiti negli scaffali e nell'armadio, e poi uscii dalla porta andando a sbattere contro qualcuno.

-Lando!-
-Aria!- ci abbracciammo.
-Come mi sei mancata Ariuccia-
-Da quanto siete qui- chiesi sorpresa.
-Il team é arrivato due giorni fa, io solo ieri-
-Dio che bello, stesso hotel di nuovo. Scendiamo?- chiesi.

Ci incamminammo verso la sala pranzo, dato che ormai era ora di pranzo, e ci sedemmo, continuando a parlare del più e del meno.

-E con Carlos? - chiesi.
-Tutto a gonfie vele-
-Quando arriva?-
-Arriveranno domani- disse guardandomi.

Arriveranno.
Mi aveva informata retoricamente anche dell'arrivo di Charles. Lo avevo completamente dimenticato.

-Già- dissi abbattuta.
-Aria per favore, goditi questa stagione, lascialo stare. Per quel coglione sai cosa é successo a Natale-
-No Lan, lì é stata colpa mia-
-No Aria. É questione di principio. Non erano passati nemmeno due mesi e già ficcava la lingua nella gola di un altra. Avrei fatto la stessa cosa-
-Grazie per averci provato Lan- dissi sorridendo.

Forgive you?                       Charles Leclerc Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora