quindici

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Il giorno del Gp di Monaco era arrivato, il sole brillava in cielo e le macchine erano pronte a partire.

La tensione era palpabile: Monaco era uno di quei circuiti cittadini dove era difficilissimo sorpassare, quindi di solito come si partiva in griglia si finiva con la stessa classifica.

Ero al muretto accanto a mio padre, con le solite cuffie sulle orecchie davanti a quegli schermi, ma la mia mente era altrove.

Flashback

-Fanculo all'andare piano- disse prima di avventarsi sulle mie labbra.

Non ci capii molto in quel momento, seppi solo che ci stavamo baciando. Le sue mani vagavano dai miei fianchi alla mia faccia, mentre le mie si erano posizionate tra i suoi capelli.

Era un bacio violento, carico di voglia e di tensione, ormai la stanza si era riempita solo degli schiocchi delle nostre labbra.

-Max..- uscì come un sussurro dalla mia bocca.
-Mh- disse lui senza mai staccarsi.

Non ebbi la capacità di continuare a parlare a causa delle sue mani fredde che si infiltrarono sotto la mia maglietta posizionandosi sui miei fianchi caldi.

Un brivido si impossessò di me nel momento in cui cominciò a scendere con i baci, guancia, mascella, collo.

Ci mise ben poco a trovare il mio punto debole, e quando lo trovò cominciò a baciare, leccare e succhiare. Brutto errore.

In quel momento, invece di godermi tutto, pensai a Charles, a lui che mi baciava il collo e il mio punto debole. Cazzo pensai.

-Max.. scusami- dissi allontanandomi.
-Che succede?-
-Non riesco..-
-Non fa niente- mi disse per poi abbracciarmi.

Fine flashback

-Ci sei?- mi chiese mio padre.
-Eh? Ah sisi, scusami-
-Sei sempre immersa nei suoi pensieri, é successo qualcosa?- mi chiese.
-Sono solo stanca, non é nulla di che- gli sorrisi.

Dopo qualche minuto decisi di andare da Lando, doveva sapere tutto, perciò salutai mio padre e mi sistemai i pantaloni.

Faceva molto caldo nonostante fosse maggio, infatti indossavo una maglia a maniche corte e dei cargo semplici.

Indossai i miei occhiali da sole e mi diressi verso il box McLaren, passando davanti il box Redbull.

Dopo quel bacio, i rapporti tra me e il biondo si erano raffreddati. In casa ci parlavamo solo quando c'è n'era il bisogno, e fuori in paddock solo se ci incontravamo.

Questa cosa, non dico che mi facesse stare male, ma ne risentivo: dopo tutto il tempo che abbiamo passato insieme, mi baci, e non ti fai più sentire.

-Aria! Ma che sorpresa- mi disse Lando venendomi incontro, indossava già la maglia termica e la tuta da gara legata in vita con il suo solito cappellino arancione.
-Devo parlarti-
-Sembri seria, é successo qualcosa?-
-Vieni- lo presi per un braccio, e lo portai fuori vicino al muretto, dove in quel momento non c'era nessuno.
-Mi metti ansia, che succede?-
-Ci siamo baciati-

L'espressione di Lando cambio in pochissimi secondi, da sorridente a scioccata.

-Ma quando- chiese a bocca aperta.
-A casa sua, qualche sera fa-
-Cioè tu sei andata a casa di Charles, e non ci hai detto niente?- mi chiese bevendo dalla sua borraccia.
-Charles? Che diamine c'entra Charles-
-Aspetta.. se non hai baciato Charles, allora chi hai baciato- era così confuso.
-Lando, ci siamo baciati io e Max-

L'inglese sembrò ricollegare i pezzi, prima sembrò tranquillo ma poi si impanicò.

-Ma in che senso scusa?- mi chiese quasi urlando, e dovetti tappargli la bocca.
-Zitto. Non vuoi farci sentire, vero?-
-Nono, ma come diamine è successo-
-É successo e basta Lan. Il problema é che ora non ci parliamo nemmeno più tanto-
-É successo altro?-
-No, apparte il bacio no-

Lando comincio a pensare, supposi, ma poi guardò dietro di me e sorrise.

-Io vado, a dopo- disse velocemente, lasciandomi vicino le ringhiere.
-Lando ma che diamine- urlai.
-Buongiorno-

Sgranai gli occhi, e mi girai lentamente per capire chi fosse, ma lo sapevo già.

-Ciao- dissi.
-Ti ha lasciato qui da sola?-
-Non é normale quel ragazzo- rise, quel maledetto sorriso.
-Vuoi fare una camminata?- mi chiese.
Mi guardai intorno cercando un metodo per salvarmi, ma nulla. -Va bene-

E fu così che in pochi minuti mi ritrovai accanto a Charles, a dare il giro del circuito a piedi.

-Ho accettato solo perché ero annoiata- ripetetti per la terza volta, giusto per mettere in chiaro le cose.
-Si, certo- rise il pilota.
-É vero- dissi facendo un broncio non molto credibile.
-Va bene, ti credo- disse il ragazzo alzando le mani e sorridendo.

Camminammo in silenzio uno accanto all'altro, compiendo passi silenziosi e sospiri.

-Prima, quando parlavi con Lando, cosa succede?- mi chiese interrompendo quel silenzio.
-Nulla- risposi secca.
-La rendi più difficile di come sembri-
-Non dovresti concentrarti sulle curve e la pista?-
-La so a memoria, ma poi so che la "maledizione" tornerà anche quest'anno- ridemmo entrambi.
-Sono riuscito a farti ridere- sorrise.
-Momento di tolleranza- alzai le mani.

Ad un certo punto, quando fummo abbastanza nascosti dalle telecamere, il ragazzo si bloccò di botto, facendomi spaventare.

-Perchè ti sei fermato?- chiesi girandomi verso di lui.
-Che ne pensi di riprovarci, anche solo da amici- mi chiese d'un tratto.

Inizialmente non seppi che rispondere.
Rimasi di stucco.
Voleva riprovarci dopotutto. Ma una cosa c'era da ammetterla, rivedevo nei comportamenti di Max lui, e non lo avevo dimenticato, perciò questo mi portò a rispondere.

-Solo da amici?-
-Si, solo da amici- mi disse con gli occhi pieni di speranza. Feci un momento di silenzio.
-Va bene- sospirai- amico- sorrisi.

Il volto di Charles sembrò rallegrarsi d'un tratto e in pochi secondi lo ritrovai ad abbracciarmi.

Il suo abbraccio mi riportò a tutti i momenti passati insieme, quel piccolo contatto aveva risvegliato in me qualcosa.

Mi teneva stretta a se dai fianchi, e dopo il tempo di connettere cosa stesse succedendo, allacciai le braccia al suo busto, per ricambiare l'abbraccio.

-Grazie- mi sussurrò.
-Non mandare tutto a puttane anche sta volta- lo avvisai.
-No Aria, non scappi più-

Forgive you?                       Charles Leclerc Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora