ventuno

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Gran Premio di Canada

L'aria del Canada è sempre stata più pungente, nonostante fosse estate.

Indossavo una felpa con dei pantaloni lunghi e degli occhiali da sole, camminando sicura nel paddock.

Bevevo il mio cappuccino, e mi dirigevo tranquillamente verso l'hospitality Mercedes: tutti i passanti mi guardavano o giravano la testa, chissà che pensavano. Magari sapevano tutto, o magari vedevano in me una persona sicura che loro non erano. E che non ero nemmeno io.

Da quel muro che ergevo in pubblico, dietro di esso si nascondeva una ragazza distrutta, che cercava di riattaccare i pezzi da sola, ma alcune volte con degli aiuti: Charles e Max, o almeno, Max c'era.

Non so ancora cosa sia successo con lui, dopo quel colpo sul suo stomaco da parte mia con l'asta del biliardo, non abbiamo più parlato.

L'avevo visto da lontano un paio di volte ma senza mai avvicinarmi, ma lo sapevo che infondo prima o poi avremmo dovuto parlare.

-Buongiorno- dissi sorridendo entrata nel box, incontrando Lewis pronto per entrare nella sua monoposto.
-Ecco qui la modella- rise.
-Intanto sei tu quello che si veste come un modello quando arrivi in paddock-
-Scherzi?-
-No- risi.

Lasciai la borsa nell'ufficio di mio padre, e quest'ultimo lo salutai con un bacio sulla guancia e stropicciandoli i capelli.

Rimasi a parlare con Lewis della mia situazione con i due ragazzi, ma poi venimmo interrotti.

-Hey-
-Carlos, ma che sorpresa, che ci fai qui?- chiesi.
-C'è un problema..-
-Che intendi..-
-Con Charles-

Sgranai gli occhi e mi girai verso Lewis cercando un espressione da parte sua, che scrollò solo le spalle.

-Quindi?- chiesi.
-É rinchiuso nella sua stanza, penso che tu sia l'unica a poter farlo uscire-
-Perché io?-
-Dai Aria lo sai- non risposi subito, e rimasi a fissare lo spagnolo.

Charles aveva qualcosa che non andava ed era rinchiuso nella sua motorhome, cosa poteva avere?

-Andiamo- dissi fermamente, vedendo lo spagnolo sogghignare.

Lo spagnolo mi affiancò e insieme ci dirigemmo nel box Ferrari per poi sorpassare tutta la gente confusa dal vedermi lì e arrivare davanti alla stanza del monegasco.

-Vai- mi sussurrò Carlos.
-E se mi caccia?-
-Non lo farà, fidati-

Annuii debolmente e mi girai, bussando.
Nessuno rispose perciò poggiai la mano sulla maniglia e la abbassai entrando in quella stanzetta.

-Charles?- domandai a voce bassa.
-Che c'è-
-Charles.. manca poco alle qualifiche-
-Che si fottano-

Dopo essere entrata chiusi la porta alle mie spalle e lo trovai lì steso sul divano con le braccia che gli ricoprivano il volto.

-Charles- dissi avvicinandomi a lui, respirava piano e mi sedetti sul divano, non molto distante da lui.
-Vieni qui- sussurrò, levando finalmente le braccia dal volto e facendomi segno di stendermi accanto a lui, e così feci.

Poggiai la testa sul suo petto e mi accolse poggiando un braccio sul mio fianco e l'altro tra i miei capelli.

-Che succede?- chiesi.
Lui sospirò. -Sta crollando tutto, tutto-
-Di che parli Cha-
-Tutto e tutti. Da quando ho fatto il coglione sembra che le cose siano andate solo scendendo. Cherié sei l'unica cosa che mi tiene appeso a questo mondo di merda-
-Charles ma che stai dicendo-
-Sono giorni e giorni che i miei meccanici e gli strateghi vogliono affermare Carlos come primo pilota; giorni e giorni a parlare delle strategie dove favorirlo. Mi sento una merda. Come se non sto dando abbastanza. Mezzo mondo mi vede come un fallito per non star riuscendo a dare i giusti risultati e le giuste gioie alla Ferrari, ma non sanno cosa c'è dietro-

Sentivo il battito del suo cuore, era lento ma si alternava a battiti più veloci.

Sentire la sua voce spezzata dalla delusione era tutt'altra emozione, nessuno mai avrebbe dovuto vedere la persona amata in queste condizioni.

Mi voltai poggiando il mento sulle mani guardandolo negli occhi, e ci ritrovavamo per l'ennesima volta così vicini.

-Charles.. tu sei uno dei piloti migliori che io abbia mai conosciuto, ma non farti abbattere così facilmente. Non siamo nemmeno a metà campionato e sembra che ti stia crollando il mondo addosso, ora alza il culo e fai vedere a tutti chi é Charles Leclerc- dissi, e vidi che sorrise leggermente, almeno ci ero riuscita.

Il ragazzo mi fece intendere di spostarmi, e si alzò, sistemandosi la tuta da corsa e i capelli scompigliati davanti ad uno specchio.

Prese il suo cappellino e fece per andare via, si stava dimenticando di me?

-Charles..- lo fermai.
-Mh?-

Mi avvicinai velocemente a lui e premetti le mie labbra sulla sua guancia per poi sorridergli.

-E questo per?- chiese imbambolato.
-Fagli il culo- risi.

~
Dopo le qualifiche, che erano andate tutt'altro che bene per la Ferrari, ma anche per Mercedes, mi diressi nel box cercando mio padre.

Mi imbattei in Lewis e George congratulandomi con loro per la loro qualifica nonostante fossero arrivati quinto e sesto, e poi mi diressi nel hospitality Ferrari.

-Hey scusa, sai dirmi dove sono Charles e Carlos?- chiesi ad un meccanico.
-Credo siano alle interviste- rispose gentile.

Lo ringraziai con un sorriso, e cercai di schivare più giornalisti possibili arrivando nel luogo dove i due piloti stavano avendo le loro interviste.

Mi mischiai nella folla cercando di non farmi vedere, e vidi i due ragazzi seduti uno accanto all'altro parlare.

Carlos conversava con l'intervistatore mentre Charles fissava un punto indeterminato davanti a lui con sguardo perso.

Mi dispiaceva vederlo così, le qualifiche erano andate uno schifo, infatti si era qualificato solo undicesimo.

-Si certo, abbiamo avuto problemi con l'auto e ci siamo trovati molto male nelle qualifiche, testa a domani- disse Carlos, prima di dare un colpetto a Charles per andare via.

Lo seguii con lo sguardo, era evidentemente frustrato, e poi, tutti i giornalisti che gli stavano addosso non aiutavano la situazione.

Charles si diresse velocemente nell'hospitality mentre riuscii a fermare Carlos non molto lontano dalla zona interviste.

-Hey, come stai?- gli chiesi dopo avergli dato un veloce abbraccio.
-Onestamente? Una merda, sarà difficile- disse riferendosi alla gara, dato che da quelle posizioni in griglia sarebbe stato difficile mantenerle o cambiarle.
-Non ti preoccupare, so come siete, avete la grinta giusta per prendere posti- sorrisi.

Dopo esser rimasta altro tempo con Carlos lo congedai e andai a cercare il monegasco.

Camminavo nel paddock quando mi sentii tirare e smisi un gridolino di spavento che venne subito strozzato da una mano sulla mia bocca.

-Non urlare-
-Max ma sei pazzo! Cristo ho perso dieci anni di vita. Ma tu lo sai che questo é sequestro di pers..-
-Sisi ok, basta. Io e te dobbiamo parlare-

Incrociai le braccia aspettando delle parole dalla sua bocca ma vedevo solo che cercava di capire cosa avesse fatto.

-Sono in un periodo confusionale- disse ad un certo punto, e io sorrisi leggermente, era più un ghigno.
-Non pensavo che saresti piombata così nella mia vita, la rottura con Kelly é stata bruttissima, pensavo di averla superata-
-Invece sei stato intelligente a farti vedere con lei- dissi.
-Aria, tu mi piaci, e nemmeno poco-

Esitò abbassando lo sguardo e toccandosi i capelli, mi guardai intorno e pensai.

-Ma vuoi lei-
-Non la voglio, solo... non so cosa provo-
-Non pensavo di dirmelo prima di scopare Max?- chiesi acida.
-Ari...-

Sembrò più una supplica, ma io non potevo trattenermi ancora.

-Max, anche tu mi piaci, mi piacevi, ora non so. Se devi illudermi come é già successo altre volte nella mia vita, per favore risparmialo. Se non sei sicuro di ciò che provi, accertati di ciò che vuoi. Quando sarai sicuro, torna da me- dissi guardandolo trattenendo delle lacrime che spingevano ad uscire.

Forgive you?                       Charles Leclerc Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora