undici

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-Rifacciamolo mi raccomando- dissi a Max, appena scesi dal suo immenso appartamento galleggiante.
-Quando volete- sorrise.

La giornata si era conclusa meravigliosamente, e dopo aver visto una Monaco illuminata di notte, attraccammo nuovamente al porto.

Il porto era anch'esso illuminato dalle luci delle barche, così lussuose, che non avrei mai saputo se avessi mai potuto comprarmene una.

Mentre camminavamo sul pontile osservavo ogni singolo yatch, cercando di leggere il proprio nome.

-Che guardi?- mi spaventai, e dietro di me vidi Carlos.
-I nomi delle barche, cerco il più originale-
-Che cosa..-
-Strana, lo so- risi.
-Senti, non so come tu stia ora e so che ti sto per chiedere una cosa stupida, ma come stai? Intendo, per davvero-
-Sto bene, sto convivendo con il fatto che tutto ciò che abbiamo passato insieme era solo menzogna e che lui ormai é andato avanti, almeno spero- dissi malinconica.
-Non sembri stare benissimo allora-
-Davvero Car, sto bene- sorrisi.

Durante il ritorno a casa decidemmo insieme, nonostante la stanchezza, di uscire e andare a ballare. Infatti appena tornati nella villa di Max, corremmo tutti a lavarci e io ci misi ovviamente più degli altri.

Mi asciugai i capelli in una piega ondulata e indossai un vestito meraviglioso che comprai con Kelly un giorno di shopping compulsivo: era un vestito rosso stretto e la parte superiore era un corpetto semi trasparente mentre il sotto era una semplice gonna stretta che arrivava sopra le ginocchia.

Indossai poi dei tacchi neri classici, di YSL, con il loro caratteristico tacco dorato. Dato che a Monaco non faceva molto caldo indossai da sopra una giacca di un talleur nero e osai leggermente con il trucco.

-Ma guarda qua- mi dissi da sola guardandomi allo specchio, si rimane sempre umili dopotutto.

Erano le undici circa quando un vociare attirò la mia attenzione proveniente dal salotto, probabilmente i ragazzi erano pronti. Infatti quando scesi li trovai tutti lì schierati vestiti di tutto punto a guardarmi scendere, che imbarazzo.

-Che avete da guardare- dissi dopo aver sceso l'ultimo scalino.
-Al Jimmy'z ci sarà Leclerc, lo sai?- chiese Daniel.
-E quindi?-
-Hai messo il "suo" colore- mi informò Carlos.
-Prevedo stelle sta sera- disse eccitato Lando, e così risi.
-Forza andiamo- dissi.

Passai davanti i ragazzi uscendo dalla casa e dirigendomi verso quella sfilza di supercar che c'erano nel garage di Max.

-Allora, quale?- chiesi girandomi. I ragazzi erano lì, ovviamente avremmo usato solo due macchine.
-Carlos, Lando, George e Daniel potete prendere la McLaren- disse Max indicando una macchina blu elettrico.
-Noi prendiamo l'Aston- disse mostrandoci un'altra super car verde militare meravigliosa.

Emozionata salii sull'auto e cominciai ad aprire ogni singolo cassetto come una bambina di cinque anni, nonostante mi fossi seduta dietro.

-Aria ferma- mi disse Max secco bloccandomi il polso.
-Ma che problema hai-
-Tesoro, posso capire la tua curiosità, ma questa macchina costa più di quanto immagini, quindi sta ferma- disse per poi sistemarsi e attivare quella super macchina, sotto una risatina di Lewis.

Sbuffai e incrociai le braccia, e mi sedetti guardando fuori dal finestrino mentre uscivamo dalla villa noi e gli altri.

Lewis cambiava canzone ogni secondo e perciò ricevette uno schiaffo sulla mano da parte dell'olandese e Lewis lo guardò malissimo.

-Ad Aria posso capire, ma a me no caro Max-
-La macchina é mia, regole mie- disse e Lewis rise scuotendo la testa.

Come ho già detto, Monaco di sera é tutto uno spettacolo diverso, vedere altre macchine lussuose sfilare per la "curva" era tutt'altra emozione.

Parcheggiammo le auto ed entrammo nel locale che era già molto affollato, ma da quel che capii avevamo un area riservata.

-Sta con me- mi sussurrò all'orecchio, prendendomi la mano e cominciando a strisciare tra la folla seguendo il ragazzo che ci accompagnava al tavolo.

Ammetto che, un brivido passò per la mia schiena, sembrava sbagliato, ma in realtà non lo era.

Il ragazzo davanti a me indossava una camicia bianca e dei pantaloni neri con delle semplici scarpe, i capelli erano leggermente arruffati, forse non se li era asciugati, e la sua presa era salda.

Arrivati al tavolo mi lasciò la mano andando a salutare alcune persone che si trovavano già lì e io rimasi lì sola.

-Sbaglio o Max ti ha tenuta per mano- mi disse Lando ridendo.
-Zitto Lando. Zitto- dissi, probabilmente rossa con un peperone, per fortuna c'erano poche luci.

Mi aggregai a Lando e Carlos che si avviarono verso il bancone dei drink nel privé e presi un Sex on the Beach.

-Vacci piano- mi disse Carlos.
-Mai chico- e il ragazzo rise.

Andai con i due in pista ballando e lasciandomi andare all'alcool cercando di scordare tutto. Dovevo scordare tutto.
Stavo provando ad andare avanti, provando. Anche ammetterlo era così.. sbagliato.

Lui era riuscito a passare alla pagina successiva, perché per me era così difficile.

Anche al solo pensiero che avessi una possibilità, pensavo con chi, e quando mi rendevo conto che era Max, continuavo a pensare che forse era sbagliato.

Erano migliori amici, era colui che ha dato inizio alla scommessa, era colui che mi rideva in faccia, colui che mise in atto il piano di ridicolizzarmi davanti a tutti anni fa.
Ma questo sembrava passare quando incontravo i suoi occhi azzurri.

Ma gli occhi che incontrai quella sera, non erano azzurri.

Lui era lì con dei suoi amici e vidi anche i suoi fratelli, ma lei non c'era, che si fossero lasciati?

-Te l'ho detto!- mi urlò Carlos nell'orecchio, per sovrastare la forte musica.

Indossava una semplice maglia nera direi aderente con dei cargo dello stesso colore, i capelli erano come al solito e aveva un drink in mano, e il suo sguardo fisso sul mio.

Fu come una scossa.
Era così, era sempre stato così.
Anche quando eravamo felici insieme, ogni volta che mi guardava, il suo sguardo bruciava la mia pelle.

Ero così tanto persa in quegli occhi, che non mi accorsi di averli in poco tempo tremendamente vicini ai miei.

-Ciao- mi disse uscendo le sue fossette, ma io mi irrigidii tentando di allontanarmi, ma eravamo troppo stretti in quella pista.
-Non scappare- mi chiese, prendendomi il polso.

Il suo tocco sembrava bruciare; dalla mi bocca non usciva nessun suono, ero come.. bloccata.

-Non hai la ragazza?- gettai d'un tratto.
-Non penso più, ormai-
-Hai tradito anche lei? Oppure hai fatto una scommessa con il tuo fratellino?-
-Aria non fare così-
-Così come Charles- lui sorrise sentendo il suo nome.
-Era da molto che non sentivo pronunciarti il mio nome- sorrise. Non seppi che rispondere.

-Maaate- disse Carlos ad un certo punto, salvandomi da questa situazione imbarazzante.
-Non abbiamo finito- mi disse Charles, prima di andare dal suo compagno.

Rimasi stordita da ciò che era appena successo, così tanto da andarmi a prendere il mio secondo drink.

-La cosa più forte che hai-
-Vacci piano principessina, non vorrai svenire e andare in coma- disse Max, che si sedette accanto a me.
-Come vorrei-
-Ma scherzi?-
-No- risi, e cosi rise anche Max.
-La notte é giovane Aria, non pensarlo e lasciati andare- mi disse, capendomi.
-Hai visto tutto?- e lui annuì.
-Andiamo- mi porse la mano e andammo nuovamente in pista a ballare.

Ero tesa, lo ammetto.
Ballare con Max, che in questo ultimo periodo mi rendeva "felice" e sapere Charles vicino a noi, mi rendeva nervosa.

-Lasciati andare- mi disse lasciandomi un soffio all'altezza del lobo.

E allora mi lasciai andare.

Forgive you?                       Charles Leclerc Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora