sedici

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-Io credo che tu sia ormai impazzita Aria-
-Non é vero Lewis-
-Ma come ti é venuto in mente di accettare-

E anche il Gp di Monaco era terminato con la vittoria di Max, che continuava a non parlarmi, al contrario di Charles che ogni volta che ci incontravamo trovava sempre qualche argomento da far sbucare.

So che infondo il suo intendo non era quello di rimanere amici, ma stava facendo di tutto per riprovarci, davvero.

Avevo dovuto spiegare tutto a Lewis, che, sul sedile dell'aereo, aveva quasi fatto cadere il suo bicchiere di coca.

-Sono passati sette mesi, quasi otto. Lui é sincero, lo so-
-Aria non..-
-Lo so Le, non mi devo fidare. Per ora stiamo solo cercando di riparare l'amicizia, poi si penserà ad altro, anche perché lo sai che infondo non l'ho mai superata- dissi abbassando lo sguardo per poi guardare fuori dal finestrino.
-Si lo so- disse sussurrando.

Eravamo nella motorhome di Lewis, dove ormai ci mettevo anche le mie cose, a parlare di questa situazione.

Di Max ancora niente tracce, eppure il pomeriggio saremmo tutti dovuti partire per la Spagna. N'è un messaggio, né un ciao.

-Secondo me dovresti parlargli-
-Max?-
-Si-
-E cosa dovrei dirgli-
-Parlate di quel bacio mentre io dormivo, scema-
-Si ok, ora vado e dico "hey ciao belloccio, che ti va di parlare di quel bacetto che si siamo dati a casa di Lewis prima che io fermassi tutto?"- dissi imitando una vocina stridula.
-Proprio così-
-Tu sei pazzo, o viene lui, o viene lui. Io non ho fatto nulla di male, é il signorino che si é allontanato-

Mentre eravamo lì a parlare, qualcuno bussò e Lewis fu costretto ad andare da mio padre per una riunione improvvisa, così mi ritrovai sola sul divano di quella stanzetta a guardare il soffitto.

Ma quando si parla del diavolo, spuntano le corna, no?

Dobbiamo parlare.

Direi proprio di sì

Tra 5 minuti nella mia motorhome

Sbuffai, non avevo proprio voglia di andare fino all'hospitality Redbull per cercare quel presuntuoso.

Ma purtroppo le mie gambe fecero tutto da sole, infatti in poco tempo mi ritrovai poggiata alla porta della sua stanza ad aspettarlo.

-Entra- mi disse arrivando, aprendo la porta.
-Oh ciao Aria! Tutto bene? Si grazie mille, che gentile che sei- dissi entrando nella stanzetta.

Era una motorhome comune, con la differenza che sui muri c'erano attaccate foto di Max da piccolo, quando vinse il suo primo gran premio, oppure quando vinse i due titoli mondiali.

-Smettila di fare la bambina- disse chiudendo la porta.
-Io? Sei tu quello che dopo che ci siamo baciati non si é fatto più sentire- gli dissi sedendomi per bene sul suo divanetto.

Il ragazzo si poggiò al muro guardando in basso e mordendosi il labbro, non sapeva che dire? Beh, se mi ha chiesto di parlare di cose da dirmi ne avrebbe dovute avere, e anche molte.

-Scusa, ok?-
-Solo scusa- chiesi ridendo.
-Si ho avuto altro da fare-
-Sai chi mi disse le stesse cos'è qualche mese fa?- dissi, facendo finta di pensarci su.
-Non paragonarmi a lui-
-Bravo hai indovinato, proprio Charles- dissi sorridendo. Il ragazzo sbuffò.

-Senti Aria, per me questa é una cosa "nuova". Sono appena uscito da una relazione durata anni, e sto cercando ancora di capire ciò che provo per te-
-Mi sembrava fosse chiaro quella sera- non rispose. Rimasi lì a fissarlo.
-Ho capito, quando saprai la tua risposta, sai dove trovarmi- dissi, per poi alzarmi e uscire dalla sua motorhome.

Forgive you?                       Charles Leclerc Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora