capitolo 4: verità

332 19 4
                                    

Nanami's pov:

Non vedevo Gojo da parecchi anni. Ci eravamo incontrati poche volte per fare giocare, lui, Megumi e io, Hina. Lo faceva non perchè volesse mantenere un rapporto ma per controllare come stesse lei.
Era come una sorellina per lui, l'unico ricordo che gli rimaneva del suo migliore amico.

Quando gli dissi che non aveva bisogno di controllare che Hina stesse bene mi guardava sempre male. Fortunatamente, col passare del tempo, si rese conto che la bambina non correva nessun rischio e iniziò a richiedere questi incontri sempre meno, finché non smise totalmente.
Devo ammettere che Hina non ne fu contenta. Si era affezionata a quel bambino, la rendeva felice.

Ero immerso nei pensieri quando una voce robotica annunciò la fermata a cui sarei dovuto scendere per incontrare Gojo.

Il bar non era a troppe fermate di distanza da casa mia. Ciò mi avrebbe permesso di tornare quasi subito nel caso Hina si fosse sentita male o avrebbe avuto bisogno del mio aiuto.
Quando uscii stava ancora dormendo e decisi di non svegliarla. Le lasciai un biglietto sul comodino vicino al letto nel caso in cui, una volta che si sarebbe alzata, non mi avrebbe trovato.
Le scrissi solo che ero uscito; senza dare troppi dettagli. Non potevo di certo dirle che mi stavo incontrando con l'uomo che odiava di più in quel momento.

Dopo più o meno cinque minuti di camminata arrivai al bar Choko; lui era già lì ad aspettarmi, più serio del solito.

"Puntuale come sempre Nanamin"
"Quante volte ti ho detto di smetterla con questi nomigli"
"E dai su, era solo per smorzare un po' la tensione'
"Facciamo in fretta"
"Dipenderà da te"

Lo guardai confuso. Che cosa diamine intendeva.
Entrammo nel bar prendendo un tavolo a due posti in fondo alla sala, in modo da non essere disturbati e sopratutto ascoltati.

"Cosa prendi?"
"Penso che un caffè basti"
"Nemmeno un dolcetto?"
"Ho già fatto colazione"
"Allora ne prenderò io due, sai, per compensare"
"Vedo che la tua ossessione per i dolci non è passata"
"Come la tua per il lavoro o sbaglio?"
Mi irrigidii sulla sedia. Sembra che all'albino non sfugga nulla.
"Sei diventanto anche un abile osservatore direi"
"Posso dire di avere un'ottima vista"
"Pff"

Calò il silenzio, portavamo ancora rancore l'uno verso l'altro. Come a me non andava giù il modo con cui avesse trattato Geto, a lui non andava giù il modo in cui io l'avessi trattato.
Non mi sembrava di avere detto cose false e questo lui lo sapeva, altrimenti non si sarebbe incazzato e non mi avrebbe tenuto il muso per tutta la mia permanenza nell'istituto.

"Un caffè, un cappuccino e due dorayaki giusto?"
La voce della cameriera mi risvegliò dai miei pensieri.
"Giustissimo! Ecco a lei la carta"
"Torno subito"
Con questa scenetta confermai quanto Satoru fosse rimasto uguale.
La cameriera era arrossita subito in seguito all'occhiolino dell'albino. Quel suo comportamento da donnaiolo non era cambiato per nulla.

"Non hai smesso di fare colpo sulle ragazze"
"Che ti posso dire Nanamin ho un carisma particolare"
A quell'affermazione scossi la testa frustrato, non cambierà mai.

"Grazie per aver pagato"
"Come già sai, i soldi non mi mancano....a differenza di qualcuno"
Mi salì in meno di un secondo il nervoso. Che cazzo voleva dire, eravamo qui per Hina no?
Sbattei la mano sul tavolino facendo cadere qualche goccia di caffè sul piattino.
"Che cazzo vuoi Satoru? Mi hai chiamato qui per parlare di Hina non di soldi"
"Ei ei rilassati, non ho detto niente"
"Non mi prendi per il culo! È già la seconda volta che fai insinuazioni sul mio lavoro e sulla mia vita"
"Non prenderla troppo sul personale ma penso che ciò che ha fatto sia una risposta alla mancanza di un genitore, di una figura che possa donarle amore...non so se comprendi"
"Sai Satoru, questa "figura" l'aveva, peccato che qualcuno l'ha uccisa"

ritrovarsi - megumi fushiguro Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora