capitolo 6: la stanza

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Non riuscivo a staccarmi dal suo sguardo, era come un magnete, mi attraeva sempre di più.
Fummo costretti a rompere quel contatto visivo per colpa di Ijichi, era la prima volta che lo incontravo e già iniziava a starmi sui nervi.

"Sig. Gojo porto le valigie nelle rispettive stanze e poi vado a mettere nel posteggio la macchina"
"Non preoccuparti Ijichi, le portiamo noi, tu vai solo a sistemare l'auto"

Il solo sentire la sua voce mi dava i nervi. Non volevo averlo nel raggio di almeno un chilometro altrimenti avrei rischiato di prenderlo a pugni.
Cercai di far finta che lui non fosse lì e presi due dei miei bagagli con l'intenzione di allontanarmi il più possibile.

"Sai già dove è la tua stanza? Non mi ricordavo di avertelo riferito"
Feci non uno, non due e nemmeno tre respiri profondi. Non sarebbero mai bastati, quell'uomo appena parlava eliminava qualsiasi residuo di buon senso rimasto in me nei suoi confronti.

"So già quale stanza prenderò"
"Quando l'hai deciso?"
"Quando Nani mi ha riferito che dovessi venire qui"
"Lo chiami ancora così?" "Non sei un po' grandicella?"
"Anche te sei grande ma le cazzate le commetti lo stesso"

Sembravano tutti confusi da questo nostro battibeccare. Nessuno, a parte Megumi, mi conosceva e di conseguenza non potevano sapere del rapporto che avevo con Satoru.

"Comunque la stanza non è libera"
"Stai scherzando spero"
Mi voltai verso di lui. Non gli avevo chiesto di tenermi la sua stanza libera ma pensavo ci arrivasse onestamente. Potrà anche essere lo stregone più forte del mondo ma rimane uno stupido.

"No, è stat-"
"Io voglio quella stanza, punto" "Non farmi ripetere ulteriormente!" "A chi appartiene adesso?"
"Adesso la persona non è qui"
"Bene allora da ora in poi è mia"
"E quando torna come farai"
"Prenderà quella destinata a me, non me ne frega niente" "Sai, pensavo ci potessi arrivare, non avrei mai dovuto dubitare della tua stupidità"

Avevamo dato già troppo spettacolo, così, presi le mie valigie e iniziai a dirigermi al dormitorio.
"Ti do una mano, sono pesanti"
"L'unica cosa che mi pesa in questo momento sei te. Lasciami stare!"
"Hina!"
Ugh Nanami, mi fai sembrare una fuori di testa se mi rimproveri così. Sembra che nessuno mi capisca ma come posso non biasimarli, quello che Gojo ha ucciso è mio fratello, non il loro.
Incazzata me ne andai il più velocemente possibile.
Sentii solo in lontananza Nanami scusarmi con quel cretino per il mio comportamento.

"Aspetta! Ti do una mano, sono pesanti"
"Non voglio ness-"
Non feci in tempo a finire la frase che le valigie mi erano già state strappate via dalle mani.
"Ce la faccio da sola"
"Una mano non guasta mai"

Seguii silenziosamente il ragazzo dai capelli rosa fino all'interno dei dormitori.
Ci ero rimasta un po' male, speravo che al posto di quest'ultimo ci fosse Megumi. Si era degnato di venire a dare una mano un ragazzo che manco conoscevo e non quello con cui avevo passato parte della mia infanzia.

"Piacere, Yuji Itadori"
"Hina"
"Hina...."
"Hina e basta"
"Non hai un cognome?" Mi guardava incuriosito e lo potevo comprendere, quando ci si presenta solitamente si riferiscono entrambi ma io non volevo.
Avevo deciso che all'istituto nessuno, tranne chi mi conosceva già, avrebbe saputo che sono la sorella di Suguru.
"No"
"Come fai a non avercelo?"
"Vuoi aiutarmi con i bagagli o farmi un interrogatorio?"
Ero stata stronza, lo so, ma oggi proprio non avevo voglia di avere a che fare con gli stregoni, in generale.
La discussione con Satoru mi aveva prosciugato tutte le energie mentali, non sarei stata in grado di sopportare un'altra conversazione.

"Non preoccuparti Yuji, è sempre stata così"
Mi spaventai, che diamine ci faceva qui; se voleva aiutarmi ci avrebbe dovuto pensare prima.

"Non sono mai stata così"
"È l'ambiente che ti influenza?"
"Megumi vedi di smetterla!"
Perchè si comportava così? Che gli avevo fatto di male?

ritrovarsi - megumi fushiguro Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora