capitolo 36: nuclei

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Aprii gli occhi di colpo al sentire un rumore provenire da non troppo lontano.

<Cavoli, Yuji!>

<Scusami!>

<Ti avevo detto di fare attenzione!>

Delle voci si aggiunsero, successivamente al tonfo.
Feci leva sulle braccia per alzarmi e mettere a fuoco dove mi trovassi, ma qualcosa mi tenne bloccata lì dove ero.

Alzai lo sguardo e i miei occhi incontrarono quelli di Megumi, anch'essi aperti.
Eravamo faccia a faccia, entrambi confusi.
Appena il corvino si rese conto di tenermi stretta a lui mi lasciò immediatamente, mormorando un lieve "scusa".
Non mi sentivo a disagio, anzi, fra le sue braccia si stava bene. Trasmetteva un calore che ti faceva sentire a casa.

Mi persi ad osservarlo un attimo, mentre controllava il telefono.
Gli occhi erano leggermente gonfi, segno di uno che si era appena svegliato e non vedeva l'ora di ritornare a dormire, e i capelli arruffati, con qualche ciuffo che gli ricadeva sulla fronte.

Non avevo idea di che ora fosse. Mi ricordavo solo della discussione avuta la mattina presto. Poteva essere sera, come pomeriggio.

<Che ore sono?> gli chiesi.

<Le otto in punto>

Sgranai gli occhi.

<L'allenamento!>

In fretta e furia mi staccai da lui, cercando di sistemarmi al meglio.
Per sbaglio, però, con il ginocchio schiacciai qualcosa. Non feci in tempo a reagire che venni scaraventata dall'altra parte del divano.

<Porca troia, Hina!>

Abbassai lo sguardo sul cavallo dei suoi pantaloni, coperto dalle mani.

<Scusa! Non l'ho fatto apposta>

Le teste, sia di Nobara che di Yuji, sbucarono dalla porta che separava la piccola cucina dal soggiorno.

<Abbiamo sentito gridare> si giustificò Yuji.

La scena doveva risultare divertente, tanto che che Nobara scoppiò a ridere.

<Che avete combinato?>

<Penso proprio che gli abbia schiacciato per sbaglio i co....>

<Yuji!> lo interruppi.

<Che ho detto di male?!>

<Un minimo di decenza, per favore> mi supportò Nobara.

Nel mentre che Megumi si teneva ancora stretti i suoi preziosi gioielli, mi alzai dal divano.

<Siamo in ritardo per l'allenamento>

<Sono solo le otto>

<Appunto!> ribadii.

<È spostato fra mezz'ora> parlò il corvino.

<Ah, sei ancora vivo>

<Certo, grazie per l'interessamento, Nobara>

Tutti e tre cogliemmo il suo tono ironico.

<Come stanno i tuoi bambini?>

<Sei proprio stronza>

Si alzò pure lui dal divano, mi prese il braccio e mi trascinò fuori dal dormitorio.

<Ti giuro che non l'ho fatto apposta!>

<Lascia stare quel che è successo, non centra niente>

Ero confusa. Perché mi aveva portato fuori? Di cosa aveva bisogno di parlare?

ritrovarsi - megumi fushiguro Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora