Now playing: You Can't Hurry Love, the Supremes
«Tu sei davvero convinto che sia una buona idea?»
Il lamento che Nathan emise a quella domanda - che, dovevo ammetterlo, gli avevo posto un bel po' di volte negli ultimi giorni - fu talmente acuto da sovrastare la musica proveniente dagli altoparlanti del suo fuoristrada.
«Sì, Rye-Rye,» replicò in tono esasperato, «sono davvero convinto che andare in campeggio sia una buona idea.»
«Anche se Harry non me ne ha più parlato dopo mercoledì?»
«Anche se non te ne ha più parlato dopo mercoledì.»
Ad essere totalmente onesta, quella non era proprio la verità. Dopo il pomeriggio a casa mia, infatti, io ed Harry avevamo parlato della gita in campeggio di quel sabato, ma l'avevamo fatto solo dopo che ero stata io a mettere in mezzo l'argomento per dirgli che, a causa di un problema con delle consegne in negozio, non sarei riuscita a prendere il bus insieme a lui, Mia e tutti gli altri ma mi sarei invece fatta accompagnare da Nathan - il quale, ovviamente, non era stato contento all'idea di dover guidare per più di un'ora fuori New York nel primo pomeriggio di un sabato di metà luglio.
Il problema principale era che, nonostante in quei giorni io ed Harry avessimo continuato a scambiarci messaggi più o meno frequenti a seconda dei nostri impegni, mi era stato chiaro che qualcosa nel tono che entrambi avevamo utilizzato fosse cambiato; immaginavo che questo fosse normale, dato il modo in cui avevamo interrotto la conversazione di qualche pomeriggio prima, ma allo stesso tempo mi metteva un po' a disagio prendere parte a quella gita quando le cose tra noi erano momentaneamente così precarie.
«Smettila di sentirti in colpa.» Mi voltai verso il sedile del guidatore, a quelle parole, ma lo sguardo di Nathan rimase fisso sulla strada. «Non c'è niente di male se ancora non te la senti di avere una relazione, ed hai fatto bene a metterlo in chiaro.»
«In realtà non l'ho fatto, Nate, è questo il problema» replicai con un sospiro frustrato. «Speravo di parlargli prima di questa maledetta gita, ma non ce n'è stata l'occasione.»
«Avrai tutto il tempo per farlo quando sarete immersi nella natura, con bambini che gridano e vi ronzano intorno e zanzare che pungono ogni centimetro di pelle che trovano scoperta.»
Il tono che utilizzò mi strappò un sorriso, che vidi comparire anche sulle sue stesse labbra quando si rese conto che il suo tentativo di sollevarmi il morale fosse andato a buon fine.
Data l'imprudenza di Nathan al volante, raggiungemmo il parco appena una mezz'ora dopo rispetto al bus che, dal campo estivo, aveva portato bambini e genitori lì quel pomeriggio. Al nostro arrivo, notammo subito un cospicuo gruppo di bambini che, con cappellini tutti uguali sulle teste e zaini sulle spalle, ascoltavano con attenzione ciò che la guida stava spiegando loro; poco distante, un misto tra genitori e staff del campo estivo stava invece provvedendo a recuperare dal bus tutto l'occorrente, la cui sola vista mi fece sentire altamente impreparata per quella gita.
«Fammi sapere se vedi qualche orso,» disse Nathan dopo aver fermato l'auto, «e chiamami se decidi che dormire a terra tra le montagne non fa per te.»
«Sai, un po' di fiducia sarebbe gradita» replicai, dandogli un leggero pugno sul braccio che lo fece ridere. «Grazie per il passaggio.»
Nathan si sporse oltre la console per premere un veloce bacio sulla mia guancia, al quale seguirono un altro paio di raccomandazioni ovviamente stupide ed inutili mentre recuperavo il mio zaino da trekking dai sedili posteriori e poi scendevo dall'auto. Solo dopo essere rimasta sola mi resi conto del mio cuore che aveva preso a battere un po' più rumorosamente contro la mia gabbia toracica, e di certo non a causa della possibile presenza di orsi o del fatto che non fossi mai stata in campeggio in tutta la mia vita: piuttosto, mi bastò individuare l'unica persona che conoscevo lì in mezzo - la quale, per età, poteva facilmente essere scambiata per qualcuno del personale - per confermarmi che l'ansia che mi appesantiva il petto fosse dovuta al fatto che l'espressione cupa e rassegnata che aveva avuto sul volto l'ultima volta che l'avevo visto si era sedimentata nella mia mente per giorni.

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3000 Love Songs
Fanfiction«Julia?» «Mhm?» «Ricordi quando ti ho raccontato di quel ragazzo inglese che venne a studiare qui per un semestre e con cui sono stata per un periodo?» «Quello che credevi fosse la tua anima gemella e che invece ti ha mollata perché ha messo incint...