Capitolo 21

919 60 13
                                    

Now playing: Somethin' Stupid, Frank Sinatra & Nancy Sinatra


Lo studio di registrazione nel quale Chris lavorava non era di certo uno dei più conosciuti o frequentati lì a New York.

Si trovava in un edificio in periferia, lontano dai grandi studi nel centro della grande metropoli, e disponeva di solo due sale che contenevano però tutta l'attrezzatura necessaria per poter lavorare bene ed in tranquillità. Il fatto che non fosse molto frequentato e che riuscissimo perciò ad avere una sala libera praticamente ogni volta che volevamo, poi, era decisamente un altro punto a suo favore.

Quel martedì sera, avevo raggiunto lì i ragazzi subito dopo la chiusura del Paradise per poter lavorare ad un pezzo che avevo scritto il giorno precedente: avevo infatti passato l'intera mattinata a pensare e ripensare agli eventi di quel week-end, tanto che, una volta che Julia era andata via per la pausa pranzo, mi ero rintanata nel salottino nel soppalco del negozio ed avevo messo nero su bianco tutti quei pensieri e le sensazioni che, a distanza di ore, essi ancora suscitavano. Il risultato era stato un testo che inizialmente mi aveva messa un po' a disagio per il fatto che fosse leggermente fuori dalla mia comfort zone, ma l'entusiasmo che Audrey, Jesse e Chris avevano mostrato non appena avevano ricevuto la registrazione arrangiata fatta con il cellulare mi aveva comunque convinta a prenotare la sala per la sera successiva.

«È uno dei testi più sexy che tu abbia mai scritto, Riley» commentò Audrey non appena uscii dalla sala di incisione dopo aver registrato dei cori. «Con l'arrangiamento che abbiamo scelto lo è ancora di più.»

«Sono ancora convinto che il basso debba essere staccato piuttosto che sciolto durante le strofe,» asserì Jesse, «darebbe una sensazione di attesa e creerebbe un crescendo più intenso.»

Emisi una breve risata, chiarendo poi «voglio che sia sensuale, non che venga inclusa nella playlist di un sex club.»

«Con quel testo, è probabile che questo accada comunque» disse Chris con fare divertito. Quando, in risposta, ricevette un'occhiataccia da parte mia, alzò semplicemente le mani come per dichiararsi innocente. «Lo dico solo perché è molto sexy, non perché penso sia volgare o particolarmente esplicito.»

«In ogni caso,» intervenne nuovamente Audrey, silenziando l'amico «l'arrangiamento che abbiamo al momento secondo me è perfetto. Aggiungerei solo qualche riverbero in chiusura e poi la canzone è pronta.»

Ci trovammo tutti d'accordo con la proposta della ragazza, allora ci mettemmo al lavoro per concludere quelle ultime modifiche prima di dichiarare il demo ufficialmente pronto. Prima però che tutti potessero sistemare lo studio ed andar via, tirai fuori dalla borsa il foglio stropicciato su cui la settimana precedente avevo scribacchiato un altro testo e, con una strana ansia ad appesantirmi il petto, annunciai «c'è qualcos'altro su cui mi servirebbe il vostro parere.»

Jesse non esitò un secondo a togliermi il foglio di mano per cominciare a leggere. «Di che si tratta?»

Invece di spiegarglielo, afferrai semplicemente una delle chitarre e, prendendo posto su un divano, cominciai a suonare. Gli occhi dei miei amici rimasero su di me per tutto il tempo mentre intonavo il testo che avevo cantato davanti ad un pubblico una sola volta in precedenza, cioè al falò sulla spiaggia durante la gita in campeggio: mentre allora la mia ansia era stata dovuta al fatto che una persona in particolare avrebbe ascoltato un testo che avevo scritto con lui e sua figlia in mente, questa volta quel peso che avevo nel petto era dovuto principalmente al fatto che, suonando quella canzone per i ragazzi, la stessi ufficialmente passando nelle loro mani.

Riposi la chitarra sul suo cavalletto, dopo aver finito, rimanendo in attesa dei giudizi di alcune delle persone in cui riponevo più fiducia in assoluto, quando si trattava di canzoni che componevo: rimasero tutti in silenzio così a lungo che cominciai a pensare che stessero cercando un modo carino per dirmi che stavolta avessi fatto un colossale buco nell'acqua, ma alla fine fu Audrey a scrollare le spalle e dire «non credo che ci sia bisogno di noi, con questa.»

3000 Love SongsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora