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engentar: rappresenta l'amore per la solitudine*

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Ero in sala d'attesa, mio padre sarebbe dovuto venirmi a prendere già mezz'ora prima, ma ovviamente aveva fatto tardi.

Avevo sempre odiato aspettare, soprattutto con qualcuno, perché quel qualcuno voleva per forza conversare. Mentre, io, stavo bene da solo, con le mie cuffie ad ascoltare le canzoni più random della mia playlist.

Era un semplice ragazzo della mia palestra che mi stava intrattenendo in quel lasso di tempo infinito, un bravissimo ragazzo per carità, ma non me ne fregava un cazzo di che cosa avesse fatto in quella giornata scolastica.

?
«Si è dichiarata! E quindi, io, non volendo essere scortese le ho det-»

«Oh, guarda, papà è arrivato. Che peccato, ci vediamo...» corsi via.

Non sapevo neanche il suo nome e puntualmente attaccava bottone con me, era snervante.
Uscii dalla struttura e, no, papà non era arrivato, quindi mi ritrovai al gelo ad aspettarlo.

Fin quando non mi arrivò la sua chiamata.

«Felix, la macchina si è fermata. Fatti dare un passaggio da qualche tuo amico.»

«Papà, non c'è più nessuno qui. Dovevi dirmelo almeno un'ora fa.»

«E che ne sapevo io che la macchina si sarebbe fermata.»

Girai gli occhi al cielo e riattaccai, arrabbiato e nervoso. Contattai il mio ragazzo, per vedere se fosse disponibile, ma niente, non rispose ai miei messaggi. Così lo chiamai.

Hyunjin
«Pronto?» la voce. Quella maledettissima voce. La riconobbi subito.

«Signor Hwang..c'è- c'è suo figlio?»

Hyunjin
«È sotto la doccia, perché?»

«Appena esce, p-può chiedergli se può passarmi a prendere...per favore?»

Hyunjin
«Sì, certo. È urgente?»

Beh, sì, lo era. Stavo morendo di freddo e avevo addosso solo una maglietta a mezze maniche sudata, quindi avrei sicuramente preso la febbre. Rientrare non era il caso, se quello psicopatico della palestra mi avesse visto..

«No» risposi, facendo uscire dalla mia bocca aria fredda, che sembrava fumo «Non è urgente.»

Riattaccai dopo un suo "vabene" e aspettai.

Passarono altri venti minuti prima che vedessi la macchina del mio ragazzo.

Finalmente.

Quando entrai l'aria calda mi avvolse subito, facendomi rilassare i muscoli, ma ancora non smettevo di tremare.

Hyunjin
«Aspetta, alzo l'aria calda.» Eh no, quello non era Jackson.

Lo capii troppo tardi.

«Signor Hwang..che ci fai lei qui?..»

Hyunjin
«Jackson aveva un impegno.»

Ecco, quello sì che mi spezzò il cuore. Vabene, potevo capire che, dato che avevo detto che non era urgente, lui non mi avesse messo al primo posto. Però, cavolo, un messaggio me lo meritavo, no?

Un semplice "non vengo" mi bastava, anzi un "non posso" ancora meglio.

«Ah, capisco.»

No, non lo capivo per niente. Aveva detto di voler cambiare per me, ma non vedevo nessun cambiamento.

    ☆

Il tragitto era silenzioso ed era odioso, perché pensavo troppo.
Però c'era qualcosa che mi spingeva a parlare con lui, nonostante amassi la solitudine, volevo parlargli.
Amavo stare solo, nella completa solitudine, ma con lui.

«Signor Hwang.» sussurrai, così piano che ebbi il terrore di doverlo ripetere.

Hyunjin
«Si?»

«Secondo lei, cos'è più doloroso: aggrapparsi a un amore tossico o lasciare qualcuno a cui tieni sapendo che..non è la persona che ti farà stare bene?»

Chiesi pensieroso, convinto di essermi immaginato di avergli posto la domanda.
Probabilmente aveva capito a che cosa mi riferissi.

Hyunjin
«La prima.» rispose senza pensarci. «Perché ti autodistruggi col tempo.»

Ti autodistruggi.

«Parla per esperienza?»

Hyunjin
«Più o meno..e, ti prego, dammi del tu. Non sono così vecchio.» rise.

Il silenzio di nuovo si fece spazio tra noi, ma io volevo continuare, volevo conoscere la sua storia. Solo che non sembrava volerne parlare.

Avevo tante domande sulla mia situazione, ma non avevo il coraggio di farle perché era pur sempre suo figlio il diretto interessato.

Hyunjin
«Felix.» Il mio nome, detto da lui, sembrava diverso. Volevo che mi chiamasse all'infinito.

Volevo davvero fingere di non aver sentito per poter fargli dire nuovamente il mio nome. Ero tentato. Ma non lo feci.

«Mhm?»

Hyunjin
«Ci voglio 5 secondi ad inviare un messaggio, lo sai?» Gli occhi erano fissi sulla strada, ma buttò un piccolo sguardo su di me. «E ci sono 86400 secondi in un giorno. Quindi, se non vali quei 5 secondi per qualcuno, quella persona non ti merita.»

E ancora silenzio. Come per magia, aveva risposto a tutte le mie domande.

Avevo capito a che cosa si riferisse, ma non riuscivo a parlarne, non ancora.

«Pensi che ci sia una parte di te che hai perso?» sviai il discorso.

Hyunjin
«Sì, la mia gioventù.»

Sembrò rifletterci per un po'. Ed effettivamente, non potevo dargli torto. A quanti anni era diventato padre? 14? 15?
Più o meno quell'età lì.

Hyunjin
«Vorrei averla vissuta.» disse, senza aggiungere altro.

E così feci anche io. Perché, evidentemente, non era pronto a parlarne con il ragazzo di suo figlio.

Avevo sempre tutta quella confusione nella mia testa, ma quando stavo con lui tutto il rumore si fermava ed era come se riuscissi a respirare di nuovo.








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*ANGOLO MIO*

secondo capitolo di prova.
non mi convince molto la storia, però ho tantissime idee e vorrei vedere se riuscirò ad aggiustare il tutto.
spero vi sia piaciuto <3

Basorexia. [hyunlix]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora