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Mamihlapinatapai: sguardo condiviso tra due persone, entrambe desiderose che l'altra inizi qualcosa che entrambi vorrebbero ma che nessuno vuole iniziare.*

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«Non credo che verrò.»

Seungmin
«Perché c'è Jackson che gareggia?»

«No, non mi importa di lui. Prima ci andavo perché dovevo vederlo gareggiare, ma ora non ho una ragione.»

Le gare clandestine. Erano gare illegali organizzate da ragazzi come noi, si facevano ogni mese ed era rischioso gareggiare. Jackson partecipava sempre ed io, in quando suo ragazzo, dovevo andarlo a vedere.
Ma non ero più il suo ragazzo, quindi potevo anche non andarci.

Jisung
«La tua ragione sono io ora. Minho partecipa, io devo vederlo e tu mi devi fare compagnia.»

«Vabene, verrò. Ma tu dovrai parlare con Minho della vostra situazione.»

Jisung
«Dio Santo, Felix. Ancora con questa storia? Gli ho già parlato.»

«Jisung. Vi piacete, si vede. E vi siete baciati varie volte. Come potete essere solo amici??»

Lui girò gli occhi al cielo, sapendo di avere torto marcio.

«Vabbè, cazzi tuoi se poi ci soffri come un cane.»

Quella conversazione finì lì. Parlammo di altre cose, ma io non ero attento a ciò che dicevano. La mia mente viaggiava sempre a quella sera, a sua moglie e a quanto quelle parole mi avessero ferito.


                                  ☆



«Io esco!» urlai vicino la porta.

«Aspetta! Dove vai? E con chi?» la voce di mio padre mi fermò.

«Esco con degli amici, ti basta sapere questo.»

«Sono tuo padre, devo sapere dove vai e con chi sei.» si accigliò.

Doveva per forza intossicarmi quella giornata?

«Dio mio, papà. Esco con i soliti amici, okay?»

«Dove vai? I soliti amici chi sono? Sempre quel tuo amico..mh Jackosk??»

«Jackson non è mio amico! È il mio ragazzo mettitelo bene in testa! Io sono gay.» urlai senza voce.

Anche se non era vero. Non era il mio ragazzo, ma mi dava fastidio. Odiavo doverlo specificare, lui lo sapeva benissimo. Non gli avevo detto che ci eravamo lasciati, avrebbe gioito.

Lui si stava avvicinando minaccioso e, nonostante le mie gambe tremassero per la rabbia, scappai.

Sbattei la porta e corsi più veloce che potei verso casa di Jisung.
Odiavo quella casa. Era tossica. Ogni volta che ero lì mi innervosivo.

Quando arrivai a casa di Jisung andammo nel luogo in cui si sarebbe svolta la gara. Era un luogo abbandonato, da lì sarebbero partite le macchine e avrebbero seguito tutta una strada circolare per finire di nuovo qui.

Le regole erano semplici, il primo a tagliare il traguardo vinceva 1000€.
Nessuno sapeva da dove venivano quei soldi, ma a nessuno importava davvero.

«A che ora inizia?»

Jisung
«Alle 23.»

Guardai l'orologio, segnava le 22:54. Mancava davvero poco.

Jisung
«Lì c'è Minho!» arrossì «Quanto è bello con quella giacca.»

«Siete solo amici, eh? Come no.» dissi con tono sarcastico.

Mi girai verso Minho e, con lui, c'era anche Jackson. Mi faceva ancora male vederlo.

La gara stava per iniziare e sentii qualcuno richiamare la mia attenzione toccandomi leggermente la spalla.
Quando mi girai il mio cuore scoppiò e un'ondata di calore mi fece iniziare a sudare.

«Hyunjin..» sussurrai con gli occhi spalancati «Che ci fai qui?»

Hyunjin
«So che Jackson è qui. È pericoloso devo portarlo a casa.»

Com'è premuroso..

«È..l-lì.» lo indicai.

Appena lo feci le macchine sfrecciarono, la gara era iniziata.

«Nella macchina che è appena partita.»

Hyunjin
«Merda, sono arrivato tardi.» sbuffò tirandosi i capelli indietro.

«Di solito lui non si fa male, è piuttosto bravo.»

Hyunjin
«È pericoloso lo stesso. Anche per te. Se venisse un poliziotto, finiresti nei guai. E, poi, sai quanta robaccia gira?» iniziò a rimproverarmi.

«Non mi drogo mica io.» risposi con un broncio.

Hyunjin
«E se ti drogassero un drink? Non sai che cosa c'è nella testa di queste persone!»

«So badare a me stesso!»

Mi prese per il braccio, senza farmi male, portandomi più lontano, dove non c'era tutto quel rumore.
Eravamo soli, con la fioca luce della luna a farci compagnia.

Hyunjin
«So che sai badare a te stesso..» il suo tono si fece più calmo e gentile. «Non è un bell'ambiente, tutto qui.»

La sua mano si avvicinò al mio volto, senza toccarlo. Potevo sentire il suo calore e le sue dita sfiorarmi.
Un brivido mi attraversò la schiena, la pelle fremeva e bramava il suo tocco.

Chiusi gli occhi, aspettando che poggiasse la mano e lui lo fece. Mi accarezzò la guancia, così delicatamente che dovetti spingere la faccia sulla sua mano per sentirlo a pieno.
Aprii gli occhi e lui stava sorridendo.

E, inevitabilmente, i miei occhi caddero sul suo sorriso.
Un sorriso troppo bello, che mi portava serenità, che mi faceva stare bene.

E mi chiesi di che cosa sapesse quel sorriso. Mi chiesi se avesse un gusto, o se, toccandolo, sorridessi anch'io.

Così, con coraggio, mi avvicinai. Piano, lentamente. Lui non si mosse, aspettò che i nostri volti fosse davvero vicini, così vicini da poter sentire il suo respiro mischiarsi col mio.

Mi sporsi un altro po', leggermente.
Lui, invece, con un dito mi tocco le labbra. Fermando ogni mio movimento.

Hyunjin
«Non ancora.» sussurrò.

Strofinò un po' il dito per sentire la morbidezza, per assaporare la mia bocca con le mani, perché con la bocca non poteva.

Non ancora. Mi aveva detto.
Non ancora. Me l'aveva sussurrato.
Eppure levò il dito e fece sfiorare le nostre labbra.

Leggermente, senza fretta, nessuno ci stava correndo dietro.
Si sfiorarono solo, in quel silenzio dove i nostri cuori erano più rumorosi dei nostri respiri.

Hyunjin
«La parte più bella di un bacio è l'attimo che lo precede.» La sua bocca toccava la mia ad ogni parola che diceva.

Ed era vero. Dannatamente vero.
Tra tutti i baci che avevo dato, quello, anche se non era proprio un bacio, era il più bello di tutti.

Ci guardammo negli occhi, per quanto possibile. Desiderando molto di più.





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*ANGOLO MIO*

forse è il primo capitolo che mi piace.
non lo soo.
buon natale 💗💗

un bacioo

Basorexia. [hyunlix]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora