15. ⳽ᥱɾᥱᥒᑯɩρɩtყ

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serendipity: ciò che accade quando, nel cercare un qualcosa di specifico, troviamo qualcos'altro di piacevolmente inaspettato: la classica botta di fortuna!*

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Primi anni 2000 (nel passato)

«È suonata la campanella, Jackson, dovremmo tornare in classe.»

«Nah, è noioso. Perché non andiamo sul tetto?»

Jackson era..diverso. Eravamo migliori amici a quel tempo e lui era nato con un animo ribelle. Forse fu proprio questo suo modo di essere a stregarmi.
Mi fece provare la mia prima sigaretta, anche la mia prima canna (lo chiamavamo "spinello") e con lui non mi annoiavo mai.

«È..contro il regolamento.»

«E quindi?» mi sorrise.

E, Dio, quel sorriso mi convinceva a fare tutto. Poteva anche dirmi che stava per uccidermi, gli avrei sorriso a sua volta e avrei aspettato che mi uccidesse.

Mi prese la mano e mi portò verso le scale, quel tocco mi fece battere il cuore più forte, ma ignorai quella sensazione.

Varcammo la porta che ci condusse al tetto della scuola, un posto bellissimo perché era visibile tutta Seoul da lì.

«Ti piace?» mi chiese, notando che ero rimasto ad osservare il panorama per molto tempo.

«Sì, è bellissimo.» sorrisi.

«Già, lo è davvero.» sussurrò con gli occhi fissi su di me.

Mi spostò un ciuffo di capelli dietro l'orecchio e quando stava per girarmi il viso, la porta si spalancò, rivelando la preside che iniziò ad incamminarsi verso di noi urlando qualcosa.

Lui mi prese di nuovo la mano, correndo verso l'altra parte del tetto dove c'era un'altra porta che attraversammo subito.
Eravamo di nuovo dentro la struttura, ma lui continuava a correre verso l'uscita della scuola e, quando finalmente eravamo ad almeno 10 metri dall'edificio, smettemmo di correre e ci nascondemmo dietro un muretto, continuando a tenere le nostre mani unite.

Entrambi avevamo l'affanno e il cuore che batteva a mille, le nostre risate spezzarono quel silenzio e i nostri sguardi si incontrarono.
Oh, i suoi occhi, erano qualcosa di indescrivibile, qualcosa che non saprei come raccontare.

«Sei bellissimo, Hyunjin.» sussurrò avvicinandosi a me.

Non lo fermai, non avevo intenzione di farlo.
Poggiò la mano che non era intrecciata alla mia sulla mia guancia, guardandomi le labbra e sorridendo.

Sentivo il suo respiro sul mio volto, la colonia di suo padre che utilizzava a sua insaputa e che sapeva di pini. Un gusto così insolito, ma che adoravo.

Mi sfiorò le labbra con le sue e mi guardò negli occhi.

«Sai che..la parte più bella di un bacio, è il momento che lo precede?» sussurrò ad un millimetro da me.

Scossi la testa, non lo sapevo, ma lo avevo appena scoperto.
Poi si allontanò, stringendo di più la mia mano.

«Ti va un caffè? Conosco un bar qui vicino niente male.»

Io annuii seguendolo senza pensarci due volte, poteva portarmi ovunque.
Il bar era in una strada a me sconosciuta, una strada nascosta dagli occhi del mondo.

Lui mi fece entrare e subito capii il perché fosse così nascosto. Era un bar gay.
Non erano molto..ambiti a quel tempo.

Ordinò due caffè e, nel mentre, andò vicino la macchina a gettoni e cambiò canzone.

Basorexia. [hyunlix]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora