Non rispose. Jason rimase impassibile e non rispose a ciò che gli avevo appena detto. Aveva lo sguardo rivolto verso il basso, respirava a fatica, stringeva i pugni.
"Jason... stai bene?" chiesi preoccupata.
Fece una piccola risata, credevo si trattasse di una di quelle risate nervose, quelle risate ironiche, amare.
"Jason..." provai ad alzarmi, ma mi bloccò.
"Non muoverti."
Mi aveva dato del tu, cosa che nessuno aveva mai fatto.
"Hai bisogno di qualcosa?" provai ancora.
Prese un respiro profondo e, finalmente, iniziò a parlare.
"Non posso lasciarla andare, cristo. E' mia, è fottutamente mia dopotutto. Come faccio a lasciarla andare, a trovare un'altra, a stare con un'altra? Io voglio lei, del resto non me ne faccio nulla."
"Allora prenditela, che aspetti ancora?"
"Anche se è fidanzata?"
"Anche se è fidanzata, Jason. Se anche lei è ancora innamorata di te capirà ciò che vorrà."
"Non lo so... cioè, ho paura, insomma... come dovrei comportarmi?"
"Cosa le vorresti dire?"
Non rispose. Continuò a guardare il pavimento attraverso quella montatura scura. Non avevo mai osservato il suo volto, i suoi occhi.
"Facciamo che io sia la tua lei, okay? Fai finta che lei sia al mio posto e tu, adesso, devi dirle tutto quello che vorresti dirle. E' la tua ultima possibilità, quindi sfruttala bene. Ti prometto che non ti interromperò neanche una volta, fino alla fine, finchè tu vorrai."
Si passò le mani sul viso, fece un piccolo sorriso ed iniziò a parlare.
"E va bene. Infondo, non ho niente da perdere, giusto? Infondo, chi non rischia non vince. E allora si cazzo, ti amo. E si, sono stato un fottuto stronzo a lasciarti da sola di punto in bianco, ma io avevo paura, capisci? Io avevo paura di affrontare il grande passo, avevo paura di non riuscire a renderti felice, di non farti vivere come avresti voluto. Io avevo paura di sbagliare con te perché con me sbagliavo ogni volta. Come facevo a farti stare bene se prima non stavo bene con me stesso? Ho dominato i miei istinti, ma adesso basta. Scusami, okay? Io non dovevo abbandonarti, non dovevo lasciarti scivolare così dalle mie mani ma..." si fermò.
Un singhiozzo, strozzato, uscì dalle mie labbra.
"Che succede?"
"Nulla è... è che..."
"Cosa?" chiese alzandosi dalla poltrona.
"E' che mi ricordi una persona..."
"Chi?"
"Il mio ex ragazzo ed io..." non riuscì a terminare la frase a causa dei singhiozzi.
"Nono, ti prego no..." disse Jason abbracciandomi forte.
Qualcosa mi fece rabbrividire. Un profumo così familiare, una stretta così... no. Con una spinta lo strattonai via da me.
"Sei un fottutissimo stronzo!" dissi gridando. "Tu... tu hai finto per così tanto tempo!" continuai mettendomi una mano tra i capelli.
"Ti prego, Summer..."
"Ti prego? Ti prego un cazzo! Jason, eh? Ma infondo dovevo capirlo, dovevo capire questo tuo abbigliamento, questi occhiali così scuri, quest'aria misteriosa e questa storia così troppo familiare!"
"Cosa dovevo fare? Non avresti mai voluto ascoltarmi se non avessi fatto tutta questa storia."
Iniziai a ridere, una di quelle risate isteriche che inizi a fare per non scoppiare di nuovo a piangere.
"Sai cosa avresti dovuto fare? Non avresti mai dovuto abbandonarmi prima del nostro matrimonio, non avresti mai dovuto lasciarmi con una stupida lettera del cazzo, non saresti dovuto partire, abbandonarmi... abbandonarci!"
"Ma..."
"Non ho finito!" lo interruppi. "Mi fai schifo, sei un essere spregevole e non avresti mai dovuto buttarmi così tanta merda addosso in quest'ultimo mese, porca puttana. Ti odio Zayn, ti odio!"
"Non l'ho fatto a posta, devi ascoltarmi! L'hai detto stesso tu che dovevo tornare dalla persona che amavo, che dovevo sudare, combattere..."
"Ma cosa cazzo dici, Zayn? E' un altro discorso, lo capisci?"
"No, non lo capisco! Quante volte sei stata tu a sbagliare con me, quante? Ed io ti ho sempre perdonata, sempre."
Non potevo credere che stava davvero paragonando i miei drammi adolescenziali con il nostro matrimonio.
"Non sei serio! Ero immatura, Zayn, avevo diciassette anni. Mi hai abbandonata su due piedi, con una lettera, ti rendi conto o sei così stupido da non riuscire a capirlo?"
"Anche io ero immaturo..."
"Allora non avresti mai dovuto chiedermi di sposarti."
In quel momento il mio cuore si spezzò, le sue parole mi fecero male, troppo male.
"Va via, Zayn. Sparisci dalla mia vita."
"Ti amo..."
"Va via!" urlai.
Non mosse un muscolo, mi fissava con occhi contornati di rosso e lucidi, probabilmente io non ero da meno.
"Va' all'inferno."
Presi la mia borsa e corsi via, via da lui, via dal mio passato. Scesi velocemente le scale del palazzo del mio ufficio, iniziai a correre per le strade di Londra mentre le persone mi fissavano con un'aria disgustata. E' questo quello che odiavo: le persone. Loro non sapevano perché io, in quel momento, stessi correndo così velocemente senza guardarmi indietro, loro non sapevano nulla.
Mentre continuavo a correre svoltai in una traversa, avevo gli occhi appannati, persi completamente il senso dell'orientamento, quando le luci dei fari di una macchina accecarono i miei occhi. Quest'ultima bussò ed, improvvisamente, un paio di braccia mi trascinarono sul marciapiede.
"Lasciami, Zayn..." dissi singhiozzando.
"Non ti lascio più, piccola."

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Summer 2 ||Zayn Malik||
FanfictionSequel di "Summer ||Zayn Malik||" "Fino ad ora ho dominato i miei istinti, adesso basta però." La copertina di questa storia è stata creata da @_WilliamShare_ Per qualunque cover vogliate, passate da lei. E' davvero bravissima!