"Jason!" dissi preoccupata quando si fiondò poi nel mio studio. "L'appuntamento è dopodomani."
Mi mise un dito sulla bocca, come per zittirmi e iniziò a parlare.
"Dottoressa, ho bisogno adesso di parlare con lei, poi le prometto che verrò anche dopodomani, o tutti i giorno se sarà necessario. Sto impazzendo, questa mancanza mi sta logorando."
Rimasi in silenzio. Erano le quattro del pomeriggio, avevo progettato un pomeriggio carino con il mio ragazzo, ma l'istinto mi disse che forse sarebbe stato meglio parlare con Jason.
"Amore, ho avuto un imprevisto in studio. Ci vediamo stasera xx."
Posai il telefono e mi accomodai sulla mia poltrona mentre Jason si sistemò sul solito divanetto in pelle.
"Cosa c'è, Jason?"
"La amo. La amo ancora. La amo alla follia."
"Sicuro di amarla così tanto?"
"Certo, dottoressa. Ho fatto la cazzata più grande della mia vita e non so più come rimediare."
Riflettei un po' sulle sue parole, poi mi venne in mente una domanda da fargli: "Si può amare per sbaglio?"
S'irrigidì e poi conferì parola.
"No. L'unica cosa che si sbaglia in amore è il quando, ma soprattutto chi, per sbaglio si ama" mi rispose.
Era la terza, o quarta seduta con Jason, ormai avevo anche perso il conto e, come al solito, stavamo trattando il tema dell'amore. Improvvisamente la sua voce mi fece distogliere dai miei pensieri.
"Ho immaginato mille e mille volte come poterle dire che la amo e non so perché, ma ho sempre una scena precisa dentro la mia testa che non smette mai di assalirmi prima di andare a letto" disse quasi intristito, ma con un volto sorridente.
Un sorriso comparve anche sulle mie labbra. "Continua, ti prego..." chiesi con tono rassicurante.
"E' da anni che ormai non ci parliamo e quest'immagine, in cui le dico la verità, vedo io e lei seduti in un parcheggio e con nessuna macchina parcheggiata. Il mio sguardo è fisso sull'asfalto, ma immerso nel vuoto. C'è imbarazzo e silenzio e, se ci fosse ancora più silenzio, forse si sentirebbe il mio cuore battere forte e la mia coscienza dirmi: "Lo sai che la ami ancora, vero?". Solo allora mi rendo conto che ha ragione e torno a guardare il nulla. Poi, d'un tratto, senza dare tempo al mio cervello di formulare una frase le dico: "Sai, forse per te era solo un gioco ed io ero il burattino, ma mi hai fatto innamorare di te". Poi, come se nulla fosse, torna il silenzio tra di noi" disse mentre una lacrima scese sul suo viso, ma non si fermò ad asciugarla.
"Non so perché sono qui a dirtelo dopo quello che ho fatto, non dovrei meritarmi neanche la tua parola, ma io continuo ancora a cercarti magari perché mi manchi. Eccome se mi manchi! Che stupido che sono, dovrei andarmene... Guardami, ti amo così tanto che non riesco nemmeno a guardarti in faccia, forse perché è la mia prima vera volta, e non ho nemmeno il coraggio di guardarti per paura di scoppiare in un misto di emozioni che potrebbero farmi finire con il piangere o l'urlarti dietro. Fanculo, cazzo! Ho un insieme di domande che vorrei farti, ma non so nemmeno da dove iniziare..." mi disse Jason come se stesse immaginando quella scena, come se la ragazza di cui tanto parla fosse lì, con lui, insieme a me.
"Forse una ce l'ho..." continuò. "Perché? Perché mi hai fatto innamorare di te? Cosa ti ho fatto di male? Perché mi sorridevi, con quel sorriso del cazzo, che mi fa perdere la testa quando avresti dovuto semplicemente dirmi – Ciao – freddamente."
Ormai le lacrime del ragazzo scendevano e sembrava come se la voglia di non volerla vedere più fosse altissima, ma in cuor suo, l'amava ancora.
Iniziai a piangere anch'io. Era la prima volta che piangevo con un mio paziente. Sembravo una bambina che avesse rivissuto il suo primo amore, quel primo amore, e quando m'asciugai il viso e mi soffiai il naso con un fazzoletto gli domandai: "E lei nella sua testa cosa ti risponde?"
Sorrise e dopo qualche secondo mi disse: "Io non la guardo mai il faccia. Ho paura di farmi del male con quel sorriso e non so cosa mi risponde. Forse perché ora è fidanzata, forse perché non mi ama più, forse perché se la vedessi un'altra volta sorridere mi spezzerebbe ancora di più il cuore, più di quanto non lo sia già, o forse perché la amo ancora" concluse.
"Ma amare non è un peccato e non è una colpa" dissi al ragazzo.
"Amare non sarà un peccato, ma credo che sia peggio del comandamento 'non uccidere'. Almeno la morte mi porterebbe via tutto, la vita stessa, mentre l'amore non ricambiato... quello sì che è peggio di un colpo di pistola al petto."

STAI LEGGENDO
Summer 2 ||Zayn Malik||
FanfictionSequel di "Summer ||Zayn Malik||" "Fino ad ora ho dominato i miei istinti, adesso basta però." La copertina di questa storia è stata creata da @_WilliamShare_ Per qualunque cover vogliate, passate da lei. E' davvero bravissima!