Quel ragazzo aveva qualcosa di speciale, era una cosa che mi sentivo fin sotto la pelle.
"Quanti anni sono che hai lasciato la tua ragazza?", chiesi al ragazzo di fronte a me che non aveva nessuna intenzione di togliersi gli occhiali e di distogliere lo sguardo da fuori la finestra.
"Troppi."
"Perché guardi proprio lì?"
"Perché questo tempo mi rispecchia molto, oggi."
Sospirai ma, mentre ero intenzionata a porgergli la domanda successiva, lui mi precedette.
"Sa dirmi che cos'è l'amore?"
Rimasi un po' stupita da questa domanda, ma poi ci pensai su qualche secondo e risposi.
"L'amore? L'amore è un sentimento reciproco, un sentimento forte, un sentimento che ti fa essere felice, ti fa venire voglia di fare tutto con quella persona.".
Sorrise e poi continuò.
"No, no, non voglio la classica definizione scontata. Vorrei sapere, secondo lei, che cos'è il vero amore."
Iniziai anche io a guardare fuori dalla finestra e mi resi conto che non era una di quelle piogge forti,ma una pioggia dolce con un che di triste.
"Sentirsi protetti, forse questo" dissi, iniziando a pensare a Tyler. Il nostro era vero amore, io con lui mi sentivo protetta, sempre. Iniziai a sorridere e ad arrossire per qualche istante. Poi gli porsi la stessa domanda. "Per te, invece? Cos'è l'amore?"
"Non mi piace la parola amore" rispose guardandomi negl'occhi per un istante, o almeno credo, date le sue scure lenti, ma poi tornò a guardare la pioggia.
"Tu sei ancora innamorato, non è così?"
Non mi rispose. Non mi parlò per un tempo che non saprei neanche definire. Stavamo in silenzio, tutti e due guardavamo fuori dalla finestra. La pioggia cominciava a farsi sempre più forte.
"Sa dottoressa, io mi sentivo protetto con questa persona, quindi se fossi stato in lei, sarei stato innamorato."
Sospirai, mentre cercavo di capire la complessa situazione di questo ragazzo misterioso.
"Dottoressa, le posso chiedere un'altra cosa?" mi chiese ed io annuii. "Potrebbe venire qui, vicino a me, e tenermi compagnia mentre guardiamo la pioggia?"
Rimasi pietrificata per qualche secondo, ma poi sorrisi e mi misi vicino al paziente, quasi come se fossi stata la sua più grande amica.
"Amo la pioggia, perché mi sembra che tutto ciò che mi circonda non esista, che io rimanga solo e alla fine mi sento libero" sospirò e continuò subito dopo. "Odio le persone invece, ho paura di loro e vorrei che sparissero tutte, ma in realtà, dentro la mia testa, accade proprio questo: spariscono."
Rimanemmo in silenzio entrambi dopo quella frase. Il suo sguardo era fisso nel vuoto, la sua testa era, probabilmente, immersa in mille pensieri e... stava piangendo.
"Mi sono innamorato, dottoressa. Era Agosto forse, ma mi sono innamorato. Io e lei, semplici fidanzati. Eravamo nel suo letto, nel mezzo della notte e con la finestra mezza aperta e fuori era proprio come adesso: pioveva. Lei dormiva ed io pensavo. Non ricordo a cosa, so che per la prima volta non pensai alla tristezza della pioggia, pensai semplicemente a..." ma si fermò, prima di concludere la frase. La voce gli tremava e ormai le lacrime gli scendevano, ma non se ne vergognava, dopotutto erano lacrime d'amore e lui non si vergognava di amare.
"...ho smesso di amare. Mi sono reso conto che l'amore fa male, l'amore non ricambiato ti distrugge e quando sei disposto a dare tutto te stesso per una persona e questa lo butta via come un foglio di carta, allora sei a pezzi, ma questi piccoli frammenti non si riescono più a ricomporre. E' difficile ricostruire qualcosa che è ormai rotto, ma è ancora più difficile ricostruire qualcosa che non è mai esistito, se non nella tua testa."
Rimasi basita da ciò che mi aveva appena detto, nessuno, da quando c'ero io a lavorare in questo studio, aveva mai fatto una dichiarazione del genere. Eppure quel ragazzo così misterioso, aveva un non so che di familiare, ma probabilmente mi sbagliavo, no?
"Sai, Jason... quello che mi hai appena detto è davvero bellissimo. Hai un cuore immenso, un cuore pieno di ferite, ma comunque grande."
"E' tutto merito suo..."
"Mio?"
"No, no, non suo, ma... della mia ragazza."
Silenzio, ancora una volta.
"Sono depresso?"
"No, sei semplicemente innamorato, hai... hai bisogno di qualcuna che ti faccia innamorare di nuovo e ti faccia cancellare il tuo passato."
"Ma io non voglio, dottoressa. Io ho solamente bisogno di lei, non voglio dimenticarla."
"Beh, perché non torni da lei?"
Sorrise. "Lei lo perdonerebbe il suo ex ragazzo dopo anni che non è mai tornato e che l'ha lasciata perché aveva paura?"
Non risposi e pensai per una frazione di secondo a Zayn. Lo avrei mai perdonato se fosse tornato? No, assolutamente, ma la situazione era diversa.
"Non lo so, Jason, ma provare non costa nulla."
Mi sorrise e si alzò.
"Quando posso tornare?"
"Dopodomani, abbiamo molto su cui discutere. Dalle 17:00 alle 18:00, va bene?"
Annuii e mi salutò con una stretta di mano ed improvvisamente una scossa di brividi si fece spazio nel mio corpo. Scossi il capo e non ci pensai, mi affrettai per tornare a casa e riposarmi per la giornata seguente nella quale avevo organizzato una seduta di gruppo con i miei nuovi pazienti.
"Amore, sono a casa" gridai levando il cappotto bagnato da dosso.
"Ciao piccola" disse lasciandomi un bacio a stampo.
Cenammo molto tranquillamente quella sera, poi andai a dormire ed inviai un messaggio ad Harry.
"Domani sera ci vediamo? Mercoledì ho il turno solamente il pomeriggio. Mi mancate tu e Danielle. xx"
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Summer 2 ||Zayn Malik||
FanficSequel di "Summer ||Zayn Malik||" "Fino ad ora ho dominato i miei istinti, adesso basta però." La copertina di questa storia è stata creata da @_WilliamShare_ Per qualunque cover vogliate, passate da lei. E' davvero bravissima!