la vigilia

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《Daje ho finito pure questo,se ne potemo annà》dice Niccolò mettendo a posto i pesi. 《Daje》gli rispondo. 《Ao senti ma Mario se fatto più sentì?》Mi chiede. È il 24 dicembre. La vigilia di natale. È lui non è qui con me. Non lo vedo dalla litigata,credo sia a Genova con sua madre,e forse ha anche conosciuto suo padre. 《No,e io me so pure stancata de sta appresso a lui,quindi pe na buona vorta,dimostra di tenecce lui a me》gli dico《Fai bene ao,tu potevi dirglielo,anche se l'hai fatto in buona fede,ma lui deve dimostrà de tenecce a te,quindi arzasse er culo e venisse lui da te》Mi risponde. Ha completamente ragione. Mi cambio e torno a casa. Poso il borsone e mi butto sul divano. Potevo stare insieme a Mario,e invece sono da sola,la vigilia,a piangere perché vorrei stare con lui. Sono stata una stupida, dovevo dirgli tutto subito. Anche io mi incazzerei se la sua ex facesse una cosa del genere e lui non me lo direbbe subito. Andava tutto così bene,stavamo da dio insieme,ci stavamo innamorando,tra poco avremmo dovuto trascorrere il nostro primo Natale insieme, e io ho dovuto rovinare tutto come al solito. Forse non siamo fatti per stare insieme. Vado a farmi una doccia,tra qualche ora dovevo andare a festeggiare il natale con i miei amici a casa loro. Mi asciugo,mi trucco leggermente,mi vesto e mi faccio i capelli. Sono in anticipo di due ore e mezza. bene.

Mario's POV

Dopo aver finito di mettere a posto tutto mi accendo una sigaretta,e ne offro una anche a Valerio che accetta e ci mettiamo a fumare sul balcone. La vista sul mare di Genova mi era mancata.《Hai mai provato a smettere?》gli chiedo. 《Si, avevo smesso per piacere a tua madre pensa,poi ho ricominciato quando me ne sono andato,e da lì non ho più smesso> mi risponde. <ti posso chiedere una cosa?> gli chiedo. <dimmi> mi risponde. <sei ancora innamorato di mia madre?> gli chiedo. <Pensavo che dopo tutti questi anni non fossi più innamorato,e invece appena l'ho vista ho provato le stesse cose di anni fa> mi risponde tra un tiro e l'altro. <io voglio solo che mia madre sia felice,e se tu la ami,va bene. Ma resta il fatto che se la fai soffrì te cionco> gli dico finendo gli ultimi tiri. <non la faccio soffrire,te lo giuro》dice stringendomi la mano. 《E la tua Beatrice?》Mi chiede. 《La mia Beatrice si chiama Elisa,sembra la reincarnazione di un angelo》dico guardando il mare,che mi ricorda inevitabilmente i suoi occhi. 《E dov'è adesso?》Mi chiede. 《A Roma. Lei ha fatto un errore,io mi sono incazzato molto,e ho detto cose che non dovevo dire e che non penso. Ed eccoci qua, a 500 km,la vigilia di quello che doveva essere il nostro primo Natale insieme》dico. 《Vai da lei no?》Mi chiede. 《È troppo tardi ormai,poi sarà incazzata nera con me, ti pare》gli rispondo spegnendo la sigaretta. 《Senti Mario. Io amavo immensamente tua madre,me ne sono andato perché non mi sentivo pronto,ho passato gli ultimi vent'anni della mia vita a logorarmi sui miei sbagli e cercarla in altre donne,senza mai riuscire a ritrovarla,perché non esiste una come lei. Quindi non fare il mio stesso errore,alza il culo e vai da lei.》mi dice guardandomi negli occhi. 《Grazie》dico e gli do un rapido abbraccio. Prendo le chiavi dell'auto,infilo giacchetto e scarpe e apro la porta. Ho dimenticato una cosa. Mi giro e vado ad abbracciare mio padre. Restiamo così per qualche minuto. 《Vado,salutami mamma》dico staccandomi. 《Vai piano》Mi risponde.

Elisa's POV

sento suonare il campanello e vado ad aprire. Non aspettavo nessuno,bah, saranno Niccolò e gli altri. Apro la porta.Non ci credo.Mi sento le gambe molli e tengo la maniglia per reggermi impedi. Ci guardiamo negli occhi per un po' e poi lui inizia a parlare. <scusa,so che mi odi e fai bene,ho detto delle cose che non pensavo e non dovevo dire. Mi dispiace di averti lasciata da sola tutto questo tempo,sono stato uno stronzo.Meriti il meglio dalla vita,e meriti di meglio di me,ma nessun altro ti merita,quindi ti giuro che ci provo con tutto me stesso a migliorare, davvero.> dice. Non so che dire. Mi avviccino e lo abbraccio, respiro quel profumo che tanto mi era mancato in questi giorni, non so come farei senza di lui. Entriamo in casa ancora abbracciati. Ci guardiamo come fossimo l'ultima cosa al mondo. Ci baciamo e io torno a respirare. <non hai idea di quanto mi sei mancato> dico tra un bacio e l'altro. <anche tu> mi risponde. <sono ritornato,e ti giuro che non ti lascio più> mi dice. <ti posso portare in un posto?>mi chiede lui. <dove?>gli chiedo. <e se te lo dico dove sta la sorpresa?>mi dice lui<Te lo dico abbiamo solo due ore> dico <mi bastano> risponde. Ci diamo un ultimo bacio e usciamo,ci mettiamo in macchina e lui inizia a guidare. <non dire nulla finché non arriviamo lì> dice. Mi metto a dormire e mi sveglio un ora dopo. Scende e mi prende in braccio approfittando del fatto che sto ancora mezza addormentata. Mi mette giù,mi guardo attorno e capisco subito. Focene. Ci andavo sempre da piccola nelle gite della comunità,da sola quando volevo pensare senza nessuno attorno, quando andavamo a mare con gli amici. Ci ho passato la mia adolescenza qua,e gliene avevo parlato una volta, probabilme da ubriaca. Il mare è mosso e c'è un sacco di vento che mi scompiglia i capelli. Non c'è un anima manco a pagarla,si sente solo il rumore del mare,del vento e dei gabbiani. Sento le mani di mario sui fianchi e le sue labbra sul collo. Mi dà un leggero bacio su collo abbracciandomi da dietro. Mi giro e lo bacio. Restiamo così per un po'. Lui si stacca e mi guarda. <ti amo> dice. Oddio. Sento le farfalle nello stomaco,non mi sembra vero. <Ti amo anch'io> rispondo.

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