Evangeline Bugs è costretta a lasciare Edimburgo trasferendosi nella piovosa Londra lasciandosi alle spalle un macigno di ricordi e segreti.
Quando tutto però sembra andare a gonfie vele si imbatte in Kenneth , un ragazzo della sua nuova scuola appe...
Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.
⋅˚₊‧ ୨୧ ‧₊˚ ⋅ 𝓔𝓿𝓪𝓷𝓰𝓮𝓵𝓲𝓷𝓮
È da tutta la vita che mi ripeto: Evangeline, devi andare via da Edimburgo. Vai a Londra, dalla nonna.
Edimburgo è una città magica, amo tutto di lei. È come un abbraccio caldo in una tempesta di neve. È casa, per me.
Ma per quanto io possa amare la mia città Natale, per quanto io possa sentirmi al sicuro qui, sono ben consapevole di una cosa: Questo non è mai stato il mio posto. Il mio posto è sempre stato a Londra, alla Autumn High, una delle migliori scuole d'Inghilterra e l'unica ad offrire agli alunni la possibilità di eseguire un tirocinio come registi, attori.
Ho sempre sognato di andarci, di trasferirmi da nonna, e ora che sto per farlo, non smetto di piangere. Volevo andarmene, si.. ma volevo tornare per le vacanze per abbracciare mamma e papà, per videochiamarli ogni sera dopo scuola.
Queste cose, purtroppo, non potrò mai farle. E mi sto trasferendo a Londra per non finire in una casa famiglia. I miei genitori hanno perso la vita un mese fa in un tragico incidente stradale, mentre tornavano a casa da me.
«Si, nonna. Sto per prendere il vo-» il mio telefono si scontra bruscamente contro il pavimento, e la linea cade.
«Guarda dove metti i piedi, dannazione.» borbotto, raccogliendo da terra il biglietto.
«E tu leva quel cellulare.» mi risponde il ragazzo dello scontro.
Sollevo lo sguardo e due occhi grigi mi ispezionano attentamente. È alto, moro, indossa una giacca di pelle da sopra ad una canotta bianca e dei jeans denim larghi con qualche tascone.
Prima che possa rispondergli a tono lui si volta, lasciandomi immobile e con la valigia stretta al fianco.
Il mio volo viene richiamato e mi fiondo verso il punto per fare il check in, in preda al panico nel vedere la fila che si era già formata. Comunque, scorre velocemente e in qualche minuto riesco ad esalare un respiro di sollievo.
Un ora e mezza dopo l'aria Londinese mi inonda le narici e mi mette subito di buonumore. I bus rossi mi circondano e non posso fare a meno di guardarli sparire e riapparire tra le magnifiche strade.
Consegno l'indirizzo di casa di mia nonna all'artista del taxi, che abbassa la visiera del berretto che indossa annuendo alle mie indicazioni.
Mi perdo nel guardare le magnifiche strade, l'autunno a Londra dona eccome. Gli alberi che si stanno pian piano spogliando colorano di verde e arancione la città, rendendola ancor più bella di quel che è già.
