Evangeline Bugs è costretta a lasciare Edimburgo trasferendosi nella piovosa Londra lasciandosi alle spalle un macigno di ricordi e segreti.
Quando tutto però sembra andare a gonfie vele si imbatte in Kenneth , un ragazzo della sua nuova scuola appe...
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"There's things i wanna say to you, but i'll just let you live, but if you hold without hurting me, you'll be the first who ever did' Cinnamon Girl- Lana del Rey
𝓐𝓪𝓻𝓸𝓷 ꨄ
Pareto, un celebre sociologo, affermava che l'umano fosse direzionato proporzionalmente ad agire irrazionalmente. Le azioni logiche, erano prevalentemente fuori dalla sua portata, e per questo, anche improbabili.
Caro Pareto, quanto hai ragione.
«Figlio,» scaglio un pugno nello stomaco di Felix, che si accascia sull'asfalto del vicolo pieno di umidità. «di,» stringo fra le mani il colletto della sua camicia, sbattendolo di schiena contro le mattonelle bagnate.
«Puttana.» gli prendo le guance con la mano, sentendolo gemere dal dolore.
«Smettila.» sibila, lasciando che un rivolo di sangue gli coli sul mento. «Smettila.» continua a ripetere, socchiudendo gli occhi.
Sto agendo in modo totalmente irrazionale.
Avevo previsto di intimargli di stare lontano da Evangeline e minacciarlo, ma quando l'ha chiamata la sua troia, non ci ho visto più.
Cosa mi sta succedendo?
«Ah, io?» ricalco l'ultima parola, sbruffandogli in faccia.
«E chi sennò?»
«Tu, Felix, devi smetterla. Devi andare via da qui. Sparire da Londra e non tornare piu.» stringo ancora di più la sua mascella, che sento comprimersi sotto il mio tocco.
«Altrimenti?» mi sfida, il bastardo. Sta mettendo a dura prova il mio autocontrollo.
«Altrimenti ti ucciderò con le mie stesse mani. Le stesse mani che hanno avuto la tua ragazza , o meglio, quella che hai sempre voluto.» gli sussurro questa verità sulle labbra, sorridendogli sadico.
Ingoia un groppo in gola, e abbassa lo sguardo, infuriato. «State insieme?»
«Non è un problema tuo, questo.» affermo, riprendendo la presa sul suo viso.
«E lei sarebbe un problema tuo?»
«Tutto quello che la riguarda è un problema mio, ormai.» ammetto senza pensarci, e rimanendo destabilizzato dalle mie stesse parole.
L'uomo agisce prevalentemente in modo irrazionale.
E l'irrazionalità mi sta a pennello.
«Chi ti credi di essere?» mi domanda, rialzandosi in piedi. I capelli ricci gli si appiccicano alla fronte, imperlata del suo stesso sangue.
L'ho conciato per le feste.
«Non è affar tuo, Felix.» sibilo, sentendo la mano tremare all'interno delle tasche della felpa, e devo richiamare all'appello tutto il mio autocontrollo per non saltargli dinuovo addosso.
