27- L'eclissi su Roma

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                                ⋅˚₊‧ ୨୧ ‧₊˚ ⋅                             𝓔𝓿𝓪𝓷𝓰𝓮𝓵𝓲𝓷𝓮

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«Io odio volare, cazzo. Lo odio.» Aaron, di fianco a me, è un fascio di nervi. Tiene una mano fra il capelli e una a stringermi possessivamente una coscia.

«Calma, tesoro. Andrà tutto bene.» sentirsi chiamare al femminile lo fa sorridere immediatamente, ma la sensazione di normalità svanisce nel momento in cui l'aereo subisce una turbolenza.

«Io non ci torno con questo catorcio. Torno a piedi.» ribatte sicuro, guardando fuori al piccolo finestrino. «Nuotando, volevi dire.» ribatto, causandogli uno sbruffo sonoro.

«L'importante è tornare, no?» gli sorrido divertita, prima che il mio sguardo tornasse sul quadernetto chiuso al suo fianco.

Che diavolo ci scrivi li dentro?

«Hai finito?» la sua domanda mi riporta alla realtà, e a giudicare dalla sua espressione confusa, dovevo aver avuto fino ad adesso un'espressione abbastanza strana.

«Di fare cosa?»

«Di guardarlo come se volessi mangiarlo?» strabuzzo gli occhi, tirandogli una schiaffo sul petto.

«Ahia, oh!» esclama, colpendomi con il quaderno. «Ma che cosa vuoi?» gli do le spalle, tornando a fissare fuori il finestrino.

«Non ti stavo guardando lì, comunque. Non darti troppe arie.» il suo sopracciglio si inarca, ed intravedo un sorrisetto sul suo volto.

«Dai, non essere permalosa. Stavo scherzando.» mi lascia uno buffetto sulla guancia, prima di darmi un bacio in quello stesso punto.

«Non sono permalosa.» lo guardo alzando il mento, non riuscendo però a trattenere un sorrisetto quando mi porge il quaderno.

«Lo stai guardando da quando ho messo a posto la penna.» afferma, tirandola fuori dalla tasca dei jeans. «Leggi, se vuoi.»

«Cosa ci scrivi?» la mia domanda nasce spontanea, ma muore sul nascere quando lo sento irrigidirsi.

«Se non te la senti di parlarne possiamo evitare, lo sai vero?» continuo, e lui annuisce, sorridendo appena.

«Io in realtà non scrivo qualcosa in particolare.» , pensa a come continuare la frase, lasciandosi scappare un sorriso. «Scrivo quello che mi passa per la testa, ma in questo caso scrivevo il monologo per lo spettacolo di Mirra.»

«La tragedia?» domando, ricevendo un cenno d'assenso. «Chi lo reciterà?»

La sua mascella diviene rigida, gli occhi si socchiudono appena. «Il ruolo di Mirra spettava a mia sorella.» , mormora, fissando un punto impreciso davanti a se'.

È come se in questo momento fosse immerso in un fiume di così tanti ricordi, che le lacrime in procinto di scendere sembrano essere piccole richieste di aiuto.

Burning Love- Burning Series Vol 1.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora