31- Il primo nuovo ricordo

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E v a n g e l i n e

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E v a n g e l i n e

«Dove andiamo?» la mia voce risuona ovattata nell'abitacolo dell'auto.

«È una sorpresa.» Aaron, di fianco a me stringe il volante con mano ferma, mentre tiene l'altra poggiata sulla mia coscia scoperta dallo spacco del vestito.

Dopo averlo trovato chiuso in se' stesso, ci siamo infilati in macchina, ed in totale silenzio abbiamo iniziato ad allontanarci dai soliti quartieri. La strada in cui ci troviamo, infatti, è diversa da tutte le altre.

L'ambiente è scuro, il buio inghiottisce qualsiasi cosa tranne noi. È come se fossimo rinchiusi nella nostra bolla luminosa.

«Dai, stiamo viaggiando da un ora!» controllo l'orario sul cellulare, mentre lui abbozza un sorriso divertito.

«Abbi pazienza. Giuro che ne varrà la pena.» , il ragazzo al mio fianco sospira leggermente, prima di riportare la sua attenzione alla strada.

Mi rigiro una ciocca di capelli, riflettendo fra me e me su varie questioni riguardanti la scuola. A breve ci saranno i primi esami, ed al solo pensiero avverto una piccola ondata d'ansia premermi all'altezza del petto.

Voltandomi per un secondo, becco in flagrante Aaron guardarmi mentre ero distratta, con una strana luce negli occhi.

Appena i nostri sguardi si incontrano, però, lui torna nella sua bolla silenziosa, continuando a guidare.

«Siamo arrivati.» bisbiglia, scendendo dall'auto. La mia portiera si apre qualche secondo dopo, e lui mi porge la mano.

Quello che noto dopo, mi lascia senza fiato.

Una piccola casetta, simile ad un cottage aleggia nello spazio circostante, facendomi sentire come in un sogno.

Le luci della casa sono accese, così come le numerose lanterne alimentate da fiammelle basse.

Ai lati del portico le colonne portanti sono circondate da rampicanti e rose, perfettamente curati. Il tappeto all'ingresso è di un rosa confetto, leggermente sbiadito.

Il mio sguardo vaga ovunque, soffermandosi su un milione di dettagli.

L'altalena di legno bianco sul portico. I vasi di peonie appesi alle finestre. L'aria che sa di magia, oserei dire.

«Cos'è questo posto?» domando con il cuore in gola, mentre Aaron, con la mano stretta intorno alla mia mi guida verso l'entrata.

«È il cottage della mia famiglia. Quando io e Vicky eravamo piccoli ci passavamo tutta l'estate, ogni anno.» , sorride appena sfiorando con le dita dei piccoli segni accanto alla porta.

Accanto alle linee, in delle grafie buffe, si scorgevano i nomi "Aaron" e "Victoria" con i vari anni: 2008,2009,2010,2011,2012 è così via fino al 2014.

Burning Love- Burning Series Vol 1.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora