Evangeline Bugs è costretta a lasciare Edimburgo trasferendosi nella piovosa Londra lasciandosi alle spalle un macigno di ricordi e segreti.
Quando tutto però sembra andare a gonfie vele si imbatte in Kenneth , un ragazzo della sua nuova scuola appe...
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M a t t h e w
E dopo il dolore, il mondo smette improvvisamente di ruotare. La terra si squarcia come una ferita sotto i tuoi piedi e tu, senza forze, vieni trascinato nell'oblio.
Ma quell'oscurità che lo caratterizza dopo un po' ti suona come familiare, addirittura rassicurante, per quanto strano possa essere.
Resistenza.
Che strano concetto.
Resistenza ad un bisogno primario? Un bisogno soffocante di spegnere qualunque cosa ti permetta di sentire.
Perché sentire, in questi casi è dolore.
Il dolore genera malessere, quello che ti fa girare la testa, ti mette sottosopra lo stomaco e te lo attorciglia come un serpente che cattura la sua preda.
L'ansia di non riuscire ad uscirne inizia a soffocarti, ti carezza prima il viso, poi arpiona il tuo collo con forza e stringe, stringe, stringe.
Stringe fino a toglierti il respiro.
E così inizi a soffocare nella tua stessa condanna, perdendo il controllo di ogni cosa.
Guardo il mio riflesso allo specchio, distogliendo subito lo sguardo, disgustato dalla mia stessa vista.
Le guance sono scavate, la pelle pallida e due borse nere incorniciano i miei occhi a mandorla.
Non escono lacrime, però.
I miei occhi sono vuoti, senza un briciolo di emozione. Plasmati da un dolore invisibile.
Con mani tremanti prendo il flaconcino di antidepressivi di papà, ed osservando sottecchi il bicchiere d'acqua, posiziono una compressa sulla mia lingua.
Mando giù la prima, svuotando direttamente il flacone sul ripiano davanti a me.
Due, tre, quattro.
Questa volta le lacrime prendono a scorrere sul mio viso silenziosamente, accompagnando i miei gesti con rigorosa attenzione.
Proprio prima di ingoiarne una manciata, la porta del bagno si apre prepotentemente, rivelando la figura di mio padre.
Quando il suo sguardo si posa sulle medicine, la sua espressione cambia: La rabbia prende ad incorniciargli gli occhi sottili, mentre le mani mi arrivano dritte al collo.
