25-When Christmas comes...

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                                 ⋅˚₊‧ ୨୧ ‧₊˚ ⋅                             𝓔𝓿𝓪𝓷𝓰𝓮𝓵𝓲𝓷𝓮

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Mi sarei aspettata di tutto, ma di rimanere tutta la notte sveglia per spettegolare con Aaron, questo no. «Non sarebbe ora di andare a dormire?» mi domanda, nel bel mezzo del mio discorso contro Lauren.

Sono le sette di mattina, ormai è troppo tardi.

«No, lasciami finire.» , sospiro, mettendomi comoda sotto le coperte.

«Non capisco come le sia passato per la testa, cosa vuole di più dalla vita? Ha, aveva, un bravo ragazzo, una famiglia spettacolare.» scrollo le spalle confusa, cercando nella sua espressione accigliata una qualsiasi risposta.

«L'unica cosa che mi viene da dire è che sia una grandissima..» si blocca a metà della frase mordendosi il pugno della mano. «Grandissima tu sai cosa.» sorride ironico, prima di sbruffare dalla bocca.

«E sarà anche alla cena di stasera..» commento ad alta voce, tirandomi su. Mi porto una mano fra i capelli mossi, sciogliendomi la crocchia da notte.

«Alla prima cosa sbagliata che fa, io la rovino. Ti avverto.» mi raccomanda, mentre alza il piumone e ci si sfila da dentro, lasciandomi sola.

Scende dal letto, e con addosso solo i pantaloni della tuta neri, si poggia allo stipite della finestra. Gli addominali scolpiti vengono baciati dalla luce del sole, e sono costretta a voltare il capo verso il cellulare per non farmi beccare in pieno a fissarlo.

Si porta una sigaretta alle labbra ed aspira, prima di chiudere gli occhi e lasciare andare il fumo. Lo osservo incantata mentre si gode in silenzio il calore del mattino, un regalo che Londra ci da raramente.

Dinuovo al mio fianco, mi posa un lieve bacio sulle labbra, prima di fare lo stesso con il naso e la fronte. «Buon Natale.»

«Buon Natale anche a te.» , ricambio ogni singolo bacio, prima che lui mi prenda la mano e mi guidi al centro della stanza.

Le note di "Quando nasce un amore" di Anna Oxa, risuonano fra le pareti di camera mia, e aggrotto le sopracciglia confusa quando Aaron inizia a canticchiarla.

«Conosci l'italiano?» gli domando, e il sorriso che gli spunta in volto non ha paragone. «Quando mi hai insultato il primo giorno che ci siamo visti, ho preferito non ricambiare.»

«Come conosci la lingua?» chiede, facendomi voltare su me stessa.

Che cosa c'è  di più celeste di un cielo che ha vinto mille tempeste...

«I miei genitori avevano in mente di trasferirsi quest'anno a Roma, e sono stata costretta a seguire dei corsi privati.» spiego, notando la sua espressione sorpresa.

«Io e Vicky avremmo dovuto trasferirci il prossimo anno a Roma..» realizza, alzando appena il volume della canzone, proprio sul ritornello.

È l'universo che si svela , quante parole in una sola.

Burning Love- Burning Series Vol 1.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora