22- We're all gonna die

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A A R O N 💌

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A A R O N
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La notte è la peggiore delle torture per un anima in pena, che cerca di evitare il dolore causato dal rivivere determinati avvenimenti.

Mi sveglio di soprassalto sentendo il corpo di Evangeline avvinghiato al mio, e quando prendo a fissare il suo volto illuminato dalla luce fredda della luna, sento i nervi affievolirsi.

Cazzo se è bella.

Delicatamente, scendo dal sul letto e mi preoccupo di coprirla per bene con il piumone, prima di sgattaiolare al piano di sotto.
La mia idea è quella di tornarmene a casa per affrontare la giornata in solitudine, come ho sempre fatto, ma qualcuno ha deciso al mio posto che non me la darò a gambe levate così facilmente.

«Ehi, tu.» la voce della signora Bugs mi paralizza all'istante.

Mi volto verso la sua direzione, con il cuore in gola. «Salve, mi dispiace di averla svegliata.» mi affretto a scusarmi, dirigendomi verso la porta.

«Che hai, ragazzo?» la sento avvicinarsi lentamente a me, e posarmi una mano sulla spalla.

«Sono solo molto stanco.» mento, non avendo neanche il coraggio di guardarla meglio occhi.

«Ti piace il the caldo?» domanda in tono dolce, mentre mi lascio guidare verso un tavolino della cucina, illuminata da una sola lampada da ufficio.

«Si, grazie.»

Qualche minuto dopo si siede difronte a me e mi porge una tazza fumante, che stringo fra le mani in silenzio.

«Che succede?» la sua domanda scatena in me del leggero panico, e sembra abbastanza evidente, perché rimane ammutolita aspettando una mia risposta.

«Sono stanco.» stanco di tutto.

«Per cosa?»

«Oggi è una giornata particolare.» sentenzio, prendendo un sorso abbondante. Il calore della bevanda mi inebria i sensi, e comincio a sentirmi a mio agio.

«Vuoi parlarne? Non ne farò parola con nessuno.» anche lei sta bevendo, e di tanto in tanto mi lancia dei sorrisi comprensivi.

È la mia occasione per raccontare la vera storia. Come stanno i fatti.

«Mia sorella è morta tre anni fa. Il ventitré dicembre.» , sospiro, trattenendo le lacrime. « Il giorno prima del mio compleanno.»

La sua espressione si squarcia a metà. Vedo le sue iridi inumidirsi e la sua bocca serrarsi.

«Lo so, e mi dispiace tanto, davvero.» sapesse quanti ne ho sentiti, sapesse quanti non ne ho ricevuti perché sostituiti da "è colpa tua."

«Anche a me.» , la vedo, la curiosità che le aleggia in volto, «Si è tolta la vita.»

«Ero appena tornato da scuola, la stavo cercando. Ma la casa sembrava vuota.» , prendo a fissare un punto del tavolo , come incantato. «Dopo un ora però sentii un tonfo dal bagno. Pensavo fosse caduto qualcosa dalla mensola, ma non era così.»

Burning Love- Burning Series Vol 1.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora