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Finalmente siamo seduti insieme intorno a questo tavolo, dove un piccolo lume illumina i nostri visi giocando con le luci e ombre, esattamente come fa un vero pittore. Vorrei davvero immortalare questa scena con tutti i suoi particolari. Alex che mi guarda, Alex che mi accarezza la mano, io che tremo come una foglia in piena tempesta. Sei sempre stato tu il mio vento glaciale, un vento invernale ma allo stesso tempo sei una burrasca estiva, l'unico che poi riusciva a scaldarmi.

"Sai, Chris mi piace, spero di avergli fatto una buona impressione".

"Davvero tu Alex temi il parere di un ragazzino ? Ti ho lasciato spavaldo e coraggioso e ti ritrovo timoroso? Non è da te, non ci casco", mi piace prenderlo in giro. Io e Nate lo facevamo spesso a sua insaputa.

"Sto parlando seriamente Pearl.", smetto di ridere perché ho capito che teme veramente di non essere piaciuto a mio figlio.
"Lui è un bambino particolare. Non si fida subito della gente, è molto selettivo nelle sue conoscenze. Sai, se non gli fossi piaciuto a quest'ora non starei seduta qui con te... Però hai fatto centro nella sua corazza. Ti adora, si è fidato, perché ha capito che non mi faresti mai del male, almeno fisico, perché il cuore me l'hai già rotto in passato... e poi, come sua mamma adora i tuoi occhi..."
"Davvero Pearl, mi dispiace non essermi accorto dei tuoi sentimenti. Tante volte io e Nate ci siamo trovati a discuterne. I miei dubbi, i tuoi atteggiamenti, mi hanno confuso... e poi quando mi sono reso conto che anch'io provavo un qualcosa per te che non sono riuscito a decifrare se fosse attrazione o un vero sentimento, ormai era tardi. Dovevi andare via, e ti ho lasciato andare senza dirti nulla, perché era già doloroso così..."

Me ne sto zitta in silenzio impedendo la mia bocca di parlare, ma la mia mente continuo a pensare e ripensare a come io non abbia fatto attenzione ai suoi atteggiamenti. Io che l'ho sempre guardato attentamente, mi è sfuggita proprio la parte più importante che ci avrebbe visto felici.

"Perché hai chiamato tuo figlio Christian?" mi chiede così dal niente, mentre continua a tenere la sua mano sulla mia disegnando dei cerchi immaginari.

Sorrido, ripensando all'esatto momento in cui mi lasciai sfuggire con Nate a chi lui assomigliasse.

"Una sera, confessai a tuo fratello che assomigliava a Christian Evans; puoi solo immaginare quanto lui ne è stato felice. Insomma è tanta roba come ragazzo, l'attore intendo...
"Sì ok continua, non mi interessa dell'attore" liquida così la mia affermazione come se lo irritasse.

"Così quando scoprì il sesso del mio bambino, non ci pensai due volte. Era un modo per tenervi vicini, per tenervi con me. Devo essere sincera, non ho mai parlato a Simon di voi, in verità non ho mai parlato con nessuno dalla mia adolescenza. Dovevate essere solo un mio ricordo. Poi figuriamoci, se Simon avesse saputo non avrebbe mai permesso che il figlio portasse uno dei vostri nomi."

La cena prosegue con chiacchiere e confessioni, ed è tutto tremendamente reale. Gli ho confessato del gatto che ho trovato, del nome che gli ho dato e non sono riuscita a trattenermi... gli ho chiesto anche se avesse mantenuto il nostro segreto.

"Certo Pearl. Nessuno sa nulla del nostro primo unico bacio" mi fa l'occhiolino sorridendo.

Ci fermiamo al ranch giusto per farmi rivivere i vecchi tempi, ora si è stabilito nella dépendance del ranch, ma come entriamo nella sua casa ancora una volta mi tuffo su quelle labbra. È da quando l'ho rivisto stamattina che avrei voluto farlo, adesso però sono stanca di pensare agli altri, adesso voglio pensare solo a me. Lui è sempre stato il mio sogno proibito e ora voglio sognare fino alla fine.

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