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                   Pearl

Quando ci infiliamo in auto è Alex a guidare, io stranamente mi siedo sui sedili posteriori seguendo Nate. Di solito, essendo l'unica donna all'interno del nostro trio, Nate mi lascia l'onore di sedermi davanti, così da permettermi di stare un po' vicino al fratello. Ma questa mattina mi sento strana davvero, faccio fatica a capirmi.

È sempre la sua voce che cattura la mia attenzione:
"Perché ti sei seduta dietro stamattina" Come se gli dovessi delle spiegazioni in merito ai miei comportamenti... mi soffermo a fissarlo da dentro lo specchietto retrovisore dal quale lui mi tiene d'occhio. Vorrei annegare in quegli occhi che mi guardano cercando di captare i miei pensieri. Lui non accenna ad abbassare lo sguardo e io, non voglio interrompere il contatto, mentre Nate da spettatore, in attesa che la situazione si sblocchi.

Ma quando vede che entrambi non vogliamo arrenderci, perché abbiamo due caratteri combattivi, mi dà una spallata tanto da farmi sobbalzare. Così, infastidita, perché io sto bene dove sono, nei suoi occhi, mi volto e lo picchio sul braccio.
"Ma che cosa vuoi da me??"
Sono stata sgarbata, lo so ma una volta tanto che lui mi guarda in un modo così intenso da farmi accapponare la pelle, lui si intromette!

Lo sguardo di Alex passa così al fratello. È serio, sembra quasi imbronciato.
"Ragazzi, è tardi dobbiamo andare a scuola!" sospira il povero Nate.

Sospiro a mia volta, lasciandomi andare  ad appoggiarmi sulla spalla di Nate, che si volta a baciarmi la fronte mentre io con la  mano gli accarezzo la guancia dalla pelle liscia come quella di un neonato. Tutto sotto lo sguardo di Alex che lo alterna tra la strada e noi.

Arrivati, scendo dirigendomi verso l'entrata che mi condurrà nella mia prigione... la scuola. Intendiamoci sono brava, ho ottimi voti ma solo perché non voglio avere problemi con gli insegnanti e i miei genitori e poi non voglio correre il rischio di essere bocciata e restare un anno in più qui dentro.

È sempre Nate a richiamarmi:
"Pearl, non mi saluti?!"
Sì, decisamente questo ragazzo vive sotto la mia protezione! Così mi blocco, inspiro aria perché voltandomi so che lo rivedrò in quanto è di fianco al fratello, mi stampo un finto sorriso sul viso e mi giro.

Ed eccolo lì, come se mi stesse aspettando... ma io lo so, non è me che lui attende, ma solo sapere che il suo piccolo fratello sia  sicuro. Lo accompagna ogni mattina all'ingresso della sua aula, casomai dovesse decidere di scappare con quei fannulloni di amici che si ritrova.

Torno indietro di qualche passo e poggio le mie labbra sulla sua guancia.
"A dopo combinaguai... chiama se hai bisogno!" esclamo, dopodiché mi volto e proseguo per la mia strada sentendo uno sguardo bruciarmi addosso. Non so di chi sia, se di Nate perché ha capito la mia stranezza, oppure di Alex perché stamattina gli sono distante.

Sono la seconda ad arrivare in classe, c'è già un nostro compagno. Ci salutiamo ma siamo seduti distanti e mentre sono appoggiata con la testa sul banco, perché oggi ho un cerchio di pensieri che mi ronzano senza darmi pace, sento trascinare la sedia di fianco a me.

È un profumo che non conosco, perciò mi volto ed è Jack.
"Ehi, tutto ok?" mi posa una mano sulla schiena come a consolarmi.

Ma oggi il mio stato emotivo non è in vena di fare festa, così lascio andare qualche lacrima davanti a lui, che, nonostante gli anni passati all'interno della stessa classe, non abbiamo mai scambiato più di qualche parola.
"Sì, è solo che..." non finisco di parlare che arrivano tutti gli altri, compreso il mio chiodo fisso con tanto di gatta in calore "Amber" appiccicata al suo braccio.

Sposto lo sguardo perché davvero non ce la faccio a vederli insieme, mi soffermo a guardo fuori dalla finestra, osservando tutto ma non prestando attenzione a niente in particolare.

Forever in my heart Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora