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ANCORA

Io piaccio a nessuno e nessuno mi piace

Se ne rese conto; in fondo sapeva che il suo modo di amare era sempre stato esagerato e soffocante.

Quando era piccolo aveva sempre avuto la brutta abitudine di essere troppo appiccicoso con chiunque volesse bene, nei confronti della madre, del fratello e degli amici. Come gli altri salutavano con un cenno, lui dava abbracci, baci e carezze che spesso venivano rifiutati. Con il tempo peró, l'unico e solo che dovette sopportare le dipendenze affettive del ragazzo fu il fratello Tom. Questo perchè, oltre ad abitare nella stessa casa, passavano ogni momento insieme, ed era perció inevitabile un'attacco coccoloso da parte del corvino bisognoso di contatto fisico. La loro giornata insieme iniziava giá il mattino quando aprivano gli occhi trovando accanto, il proprio riflesso sul fratello che giaceva rilassato. Si rincorrevano per il corridoio, si lanciavano cuscini e mangiavano porcherie trovate da qualche parte negli inferi del frigorifero. Bill faceva i compiti, Tom lo stuzzicava dando poi inizio ad una lotta di solletico senza pietá che innervosiva il ragazzo studioso. Bill mangiava, Tom cucinava. Bill guardava la TV, Tom gliela spegneva. Fu cosí che passavano i minuti. Stavano lunghe notti insonne sul balcone a fumare, a volte ridevano, a volte si ritrovavano in discorsi filosofici che peró accadevano almeno quattro volte al mese. Quando era giunta l'ora dello sbadiglio, Bill crollava per primo sulla sedia a dondolo, e Tom, lo prendeva a sacco di patate poggiandolo poi sul letto che condivisero.

Nel sonno, capitava Bill abbracciasse il fratello lamentandosi, egli aveva chiaramente una grave dipendenza affettiva, specialmente nei suoi confronti. Questo accadeva proprio perché Tom, al contrario di tutti, era l'unica persona che passava le giornate con lui, che voleva bene e che era presente in tutto. Bill considerava Tom uno specchio, una figura a cui rivolgersi, una metà, era il suo tutto. Era sempre disponibile, parve gli facesse da padre.

Molti ragazzi gli andavano dietro, ma non avrebbe mai trovato l'amore della sua vita, pensava che nessuno sarebbe stato come nei suoi sogni, e come prototipo puntava su Tom. Nessuno di questi si avvicinava minimamente alle caratteristiche di Tom. Ed era beata la donna che lo avrebbe sposato.

Pianse.

Con il tempo comprese che era troppo attaccato.

Ovviamente si accorse che quello che cercava non erano solo gesti, quelli erano proprio segni di chi aveva bisogno di un po' di affetto.
P

iú vedeva Tom, piú voleva toccarlo, abbracciarlo, baciarlo e infastidirlo. Piú stava a contatto con lui, piú si sentiva lo stomaco leggero.

Amava gli abbracci in generale, ma i suoi, quelli che dava a lui, suo fratello, erano particolari. Lo faceva sentire completo. Amava dormire con lui, si sentiva protetto lontano dalla negativitá. Era sbagliato e se ne accorse un martedí di luglio quando, steso sul letto, rifletteva sulla gelosia tra fratelli e il fatto che ricercasse troppo la figura di Tom. Si porse delle domande sul perché gli fece tanto male questa distanza, si chiese il motivo delle sue anormali immaginazioni a volte erotiche pensando a lui. No, non era normale! Lo tenne nascosto.

Era la cosa giusta da fare.

Ma non poteva continuare così.

Non poteva continuare con la consapevolezza che non sarebbero stati piú come prima; Tom si sarebbe sicuramente sposato, e Bill con la speranza di trovare il vero amore sarebbe rimasto senza partner a vita. Brutto vedere che dopo tanto tempo di lontananza, alle cene di Natale quando si riunivano le famiglie, Tom felice con una fidanzata, moglie e sicuramente dei figli, e Bill, solo, triste, e malinconico.

Stare da solo, ecco qual era il suo tormento.

Non sarebbe mai passato. Una cosa del genere, non passa.
Non era un palo, era proprio un divieto.

Cercò su Google se altri malati mentali come lui avessero lo stesso balordo problema; Non ci poteva fare nulla se non staccarsi di piú dal fratello. Era una buona idea quella di scappare, ma ció gli avrebbe solamente aggiunto piú danni alla salute mentale e all'economia.

Soffrire, in silenzio.

Prenditi Cura Di MeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora