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BIANCO LATTE

Non vergognarti di piangere, è giusto soffrire. Le lacrime sono solo acqua, e i fiori, gli alberi e i frutti non possono crescere senza acqua. Ma ci deve essere anche la luce del sole. Un cuore ferito guarirà nel tempo e, quando lo farà, il ricordo e l’amore dei nostri perduti verranno sigillati all’interno per confortarci

Lui era un essere vivente, come tanti. Come una fastidiosa zanzara. Come una delicata farfalla. Non aveva mai fatto male a nessuno, però il mondo lo aveva ferito irrimediabilmente: il suo cuore; troppo fragile per sopportare una storia così travagliata. Non sopportava i sensi di colpa. Pur sapendo di essersi comportato bene si sentiva in dovere di punirsi, era insidiosa la voce della coscienza. Lo spinse a ripercorrere i tratti più orribili del suo passato. Era inciampato troppe volte. Le ginocchia della sia fede erano completamente sbucciate, sanguinavano. Come il suo piccolo cuore intriso dell’odio più profondo per la gente. Diverso. Lui era questo. Loro erano questo. Un eterno nascondino fra le insidie della cattiveria.

Il gioco del gatto e del topo.

La legge del pesce grande e del pesce piccolo.

Perché lui era sempre il perdente. Il più debole.

Questo era il suo disperato destino.

Voleva sputare in faccia a coloro che dicevano di sforzarsi perché il destino si poteva cambiare. Il fato decideva la strada che dovevi percorrere, ma poi eri tu che dovevi girare agli incroci, così gli disse un anziano che lo affiancava sul bus. Era povero, maltrattato e esiliato dalla società, come lui. Eppure lui aveva torto. La vita non era il raccordo anulare. Lui aveva creduto in ciò che diceva e si era vista la sua fine. Ma lui no, Bill non voleva diventare come quelli che dormivano sotto ai ponti vestiti di stracci. Gli serviva solo un cappio, un coltello, una pistola. Qualunque cosa con cui farsi del male.

Voleva morire.

Voleva il suicidio.

O lo uccidevate voi, o si sarebbe ucciso lui.

Scegliete.

Tutte parole.

Stupide parole prive di significato.

"Non lo fare" "Non serve a niente" Solo questo sapevano dire.

Trovategli un solo motivo per cui non doveva ammazzarsi.

Non aveva una famiglia da tempo. Niente amici. Neanche un cane che si avvicinasse. A scuola non aveva voti alti. Niente soldi. Neanche un’arma per andare all’altro mondo.

Nulla di niente.

Un pugno di mosche.

Era disperato.
Dio voleva farlo rimanere lí a soffrire, come faceva a credere in lui se anche quando entrava in Chiesa lo cacciavano via. Omofobi. Non avevano anima, non avevano cuore, in fin dei conti Bill era già morto. Ma allora perché il suo corpo rimaneva lí, stirato sotto quel soffitto ospedaliero di una zona isolata di Berlino.

Aspettava. Aspettava fino a che la sua pelle non si sarebbe degradata, che i macchinari si sarebbero spenti, che i dottori ci avrebbero tolto la vacca tra gli scogli. Non muoverá più un muscolo e quando finalmente arriverà il suo momento, vestirá il suo abito migliore e salirá lì, in cielo da colui che lo amava. Lui ingannerá il fato.

Prenditi Cura Di MeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora