Questa mattina non ho voglia di svegliarmi, ma sento la zia che mi chiama dal corridoio ed è la prima volta che mi viene a svegliare lei stessa. Subito dopo entra Sarah nella mia stanza, ma io sono già seduta sul letto.
«Buongiorno, milady» afferma con gentilezza, precipitandosi a scostare le tende dalla finestra.
«Sarah...» mormoro.
«Avete dormito bene? Vostra zia vi sta aspettando per darvi delle notizie in merito al ballo di ieri sera.»
«Sarah...»
«Se siete pronta vi aiuto a vestirvi e a pettinarvi.»
«Sarah!» esclamo infine, alzando un po' la voce per farmi sentire. Lei si blocca e ruota il capo verso di me, ma subito dopo abbassa lo sguardo e sistema il grembiule che indossa.
«Perdonatemi, milady, non vi ho dato il tempo di riprendervi. Volete riposare ancora un po'?»
Scuoto la testa. «Sarah, vieni qui.»
La mia cameriera si avvicina con aria mesta e le faccio cenno di sedersi sul mio letto. Dopodiché faccio un lungo sospiro. «Scusami. Ti ho trattata male, non avrei dovuto.»
Sarah solleva gli occhi e mi fissa, rivelando l'emozione che ha dentro e che stenta a mascherare, con le lacrime fra le ciglia. «Scherzate? Sono io a dovervi chiedere scusa, non avrei dovuto permettermi di interferire con la vostra vita.»
Cerco di afferrare le sue mani, stringendole fra le mie. «Sarah, per me sei come una sorella. Non sei la mia cameriera. Ricordalo sempre, ovunque io andrò tu sarai con me, se lo vorrai. A meno che...»
«A meno che?» mi chiede lei, lasciando scivolare una lacrima lungo la guancia.
«Forse vorrai costruirti una famiglia, un giorno. Forse Thomas è l'amore della tua vita?»
Sarah esita un attimo, poi fa un cenno con il capo. «Le due cose non sono incompatibili, lady Sophie.»
«Cosa vuoi dire?»
«Potremmo...» esita «seguirvi, quando vi sposerete.»
Se i miei occhi potessero illuminarsi lo farebbero proprio adesso. «Dici davvero? Ne avete parlato?»
«No, ma... Insomma, dobbiamo ancora cercare di capire se è amore. Beh, io lo amo. Credo proprio di sì, se l'amore è pensare a una persona costantemente, preoccuparsi per lei e avere i suoi occhi sempre in testa, il suo profumo addosso...» parla tutto d'un fiato e io sento il cuore battere fortissimo, mentre mi racconta l'amore.
Quando chiudo le palpebre vedo due occhi verdi spenti e perduti, i capelli neri e mossi in cui vorrei affondare con le dita, ma poi mi rendo conto che sto pensando proprio a lui. Una scossa passa dalla testa alla punta dei piedi, attraversando il mio corpo con prepotenza.
«Credo proprio sia amore» affermo in direzione di Sarah.
«Sophieee sei pronta?!» la voce della zia Bridget giunge con prepotenza dal corridoio.
Ci ridestiamo da questo momento di confessioni inaspettate, per dedicarci alla preparazione. Non parliamo più di Thomas, né del Duca, lui... lui è un pensiero che ingabbio nella mia testa senza esternarlo.
Quando sono pronta scendo al piano di sotto, ma ciò che trovo davanti agli occhi è qualcosa di inaspettato: i corridoi della casa, ogni stanza al piano terra è ricolma di vasi fioriti, mazzi di rose, calle e peonie si alternano a centinaia di altri splendidi fiori colorati sistemati qui e là dove possibile, su ogni mobile della casa. Le cameriere sono indaffarate nella sistemazione di tutti i doni arrivati questa mattina, mentre mia zia è seduta al tavolo da pranzo con una marea di cartoline e lettere da aprire davanti a sé.
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Eyes of Love
Narrativa StoricaLondra, 1817. Lady Sophie Sinclair si ritrova a vivere presso l'abitazione della zia Bridget per affrontare il debutto a Corte, dopo la perdita dei suoi genitori e di suo fratello. Mostrando interesse per i ceti meno abbienti, i poveri e i malati, l...