• 𝒞𝒶𝓅𝒾𝓉𝑜𝓁𝑜 26 ~ 𝒮𝑜𝓅𝒽𝒾𝑒

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In quest'ultima settimana sono successe tante cose: ho incontrato lord Edward per una promenade e per un banchetto subito dopo una gara di cricket, dove ha partecipato in prima persona mentre la zia mi costringeva a esultare per lui. Si è avvicinato varie volte, mi ha parlato dei suoi investimenti nel campo delle corse e nella costruzione di edifici, mi ha nominato così tanto la sua tenuta di campagna che mi sembra di conoscerla ancora prima di esserci stata, ormai.

La zia Bridget aveva gli occhi che brillavano come due stelle per l'entusiasmo... direttamente proporzionale alla tristezza che ho visto in lady Harriet, che è vittima del mio stesso destino. Per mia fortuna lei è stata quasi sempre presente, quindi ho potuto avere una spalla amica su cui piangere e lamentarmi, visto che il resto della mia vita è interamente gestito da altri.

Menomale che ci sono stati degli intermezzi in cui mi sono recata a casa del Duca, anche se dopo quella prima volta al pianoforte mi sono sentita in imbarazzo e ho fatto finta di nulla. Nei giorni in cui ha piovuto non siamo usciti fuori in giardino, ma ha continuato a insegnarmi qualche nota, sempre alla presenza dei nostri accompagnatori.

Oggi sono di nuovo qui, seduta su questo sgabello, mentre l'acqua scende giù copiosa all'esterno. Lady Amelia è passata a salutarci, dicendoci che sarebbe andata in ospedale, Sarah e Thomas si sono appena allontanati e io sono inebriata dal profumo dell'uomo al mio fianco. Anche quando mi ritrovo in camera, da sola, il suo odore mi perseguita e dopo tutti gli eventi a cui ho già partecipato posso dire con certezza che nessuno possiede il suo stesso sentore di menta, libri antichi e spezie. Nessuno possiede un profumo, in verità. E se con gli altri ci ho fatto il callo, del Duca è il primo dettaglio che notano i miei sensi.

Per non parlare della sua figura così imponente e decisa, i muscoli che si contraggono mentre suona al mio fianco o mi sfiora, le vene del collo in tensione. Signore, perdonami per i miei pensieri impuri su quest'uomo. Questa non sono io. Non lo sono mai stata. Cosa mi sta succedendo?

Questa è la parte migliore della mia giornata, ormai, non posso più negarlo. Ogni ora del giorno e della notte è un susseguirsi di attese interminabili fino al momento in cui varco la soglia di questa casa. Non so cosa darei per sentire nuovamente le dita di lord Anthony sul mio viso, ma nell'ultima settimana non è più accaduto. Forse ho sbagliato a correre via, l'altra volta... magari ha preso il mio gesto per un rifiuto. Eppure non ho il coraggio di chiederglielo.

«State bene, lady Sophie?» mi chiede proprio lui. Non mi ero neanche accorta che avesse smesso di suonare.

«S-sì, certamente, scusatemi» affermo con titubanza, abbassando d'istinto lo sguardo sul mio grembo.

«Non dovete scusarvi. Avete dei pensieri?»

Oh, neanche v'immaginate i pensieri che ho in questo momento, lord Anthony. «Le solite questioni, niente di più, né di meno» dico sviando il discorso.

«Volete smettere di suonare? Posso esservi d'aiuto in qualche modo?»

Cielo, sì. Vorrei sentire di nuovo le vostre mani su di me. «S-sono solo un po' stanca, vi dispiace se riprendiamo a suonare un altro giorno?»

«Certo che no. Venite» mi dice, tendendo una mano verso la mia e alzandosi in piedi.

Mi sollevo anche io e afferro il suo palmo aperto, ritrovandomi a rabbrividire per quel tocco inaspettato. Il Duca si muove lentamente, zoppica un po' sulla gamba infortunata, ma si sorregge a me senza l'ausilio del bastone, conducendomi al centro della sala.

Le vetrate che circondano la stanza sono oscurate dalla pioggia che scende copiosa, in questo momento, fornendoci un sottofondo costante e ritmato, quasi una musica che accompagna i nostri passi. A un certo punto ci fermiamo e lord Anthony si volta nella mia direzione, abbassando lo sguardo su di me quasi potesse guardarmi: poggia lievemente il palmo della mano sulla mia, portandola a mezz'aria fra di noi, poi afferra anche l'altra e fa la stessa cosa. Infine prende a muoversi seguendo i tipici passi del cotillon, una delle danze più in voga durante i balli.

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