• 𝒞𝒶𝓅𝒾𝓉𝑜𝓁𝑜 30 ~ 𝒮𝑜𝓅𝒽𝒾𝑒

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Tornare in questa casa dopo la visita di lord Anthony è un tuffo al cuore, un salto nel vuoto che mi fa mancare l'aria e rende le mie gambe molli e prive di forza. Non avrei mai pensato di poter provare emozioni tanto forti e sconvolgenti come quelle che mi ha fatto sentire lui. Solo a ripensarci la mia fronte suda e mi sento avvampare dalla testa ai piedi. È stato come morire e rinascere, ho perso me stessa e mi sono ritrovata in ogni gesto da lui compiuto, in ogni bacio che ci siamo scambiati.

Non avrei mai creduto di entrare in intimità con qualcuno, con un uomo, ancora prima del matrimonio... insomma, non avremmo dovuto, ma lui mi ha rispettata, dandomi allo stesso tempo un piacere immenso. La mia mente torna ai discorsi che sentivo da piccola, alle battute di Aron, ai pettegolezzi uditi fra i corridoi, di nascosto: ma nulla è lontanamente simile a ciò che abbiamo fatto.

È stato bellissimo ed emozionante e, Dio mi perdonerà o finirò all'inferno per questo, vorrei rifarlo ancora e ancora.

Libero un sospiro fra le labbra e saluto il maggiordomo, mentre Sarah mi affianca e insieme raggiungiamo la veranda che si affaccia sul giardino. Il glicine appeso alla cornice della porta splende in tutta la sua fioritura, diffondendo un odore dolce e delicato, che mi solletica le narici quando ci fermiamo.

Thomas è in piedi al fianco del Duca, che sta seduto davanti a un tavolino su cui è stato servito il tè insieme a vari tipi di biscotti e pasticcini.

«Buon pomeriggio» mi annuncio educatamente, sorridendo al valletto che mi scosta la sedia per farmi sedere al fianco di Anthony.

«State meglio, lady Sophie?» mi chiede lui, mostrando il consueto distacco di fronte ai nostri accompagnatori. Non ne faccio un cruccio, comprendo benissimo il suo atteggiamento.

Difatti annuisco d'istinto, rispondendo subito dopo. «Molto. La mia guarigione è stata, dopotutto, tempestiva. Ho riacquistato le energie in breve.»

Non riesce a mascherare un sorrisetto divertito. «Immagino. La medicina sta facendo dei grandi passi avanti, e voi siete una donna forte e intraprendente. Di sicuro avete trovato la giusta cura.»

«Esattamente» commento anch'io con un sorriso.

Sarah e Thomas si accomodano su una panchina un po' distante da noi, lasciandoci modo di parlare in intimità. Ed è in questo momento che faccio scorrere il braccio sul tavolo fino a cercare la mano del Duca. Lui ricambia il mio gesto e intrecciamo le nostre dita.

«Non so descrivere in quanti modi ho avuto nostalgia di te, nei giorni scorsi» mi dice in un soffio.

«Anch'io ti ho pensato. E ho sognato ogni notte di stare di nuovo con te.»

Sento le mie gote imporporarsi quando comincia a tracciare con il pollice dei segni circolari sulla mia mano, mentre il cuore batte all'impazzata nel mio petto.

«Non mi parlare in questo modo, per favore, Sophie. Non so cosa potrei fare, poiché la nostra distanza è troppa e non potrò fare nulla per avvicinarmi a te, fintanto che i nostri controllori si trovano a un passo da qui.»

Se possibile, arrossisco ancora di più. «E cosa dovrei dirti, dunque? Era soltanto la verità. Ieri sera, durante il mio consueto bagno—»

«Cielo...» m'interrompe subito, con un verso gutturale e profondo. «Non me lo dire, se tieni alla mia incolumità. Non voglio sapere cosa stavi facendo durante il bagno» mormora, portandosi la mia mano alle labbra, per baciarla fugacemente.

Mi scappa un sorriso divertito.

«Anzi, dimmelo, ti prego. Dimmi che mi hai immaginato mentre ti lavavo in posti inaccessibili al resto del mondo, Sophie. Voglio sentirlo dalle tue labbra» sussurra verso di me.

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