Il giorno fatidico è arrivato: nonostante ieri io sia fuggita, oggi non posso rifiutarmi di andare dal Duca. Che spiegazione potrei dare a lady Amelia? Mi vergogno troppo, non posso venire meno al mio impegno, soprattutto dopo avere discusso a lungo con la zia Bridget per la mia occasione di evadere da tutta la sua pressione e aspettativa nei confronti della mia (anzi, sua!) Stagione.
Ho insistito così tanto per avere un po' di libertà che, nonostante la figura fatta ieri e il modo pessimo in cui mi sono comportata, adesso sono pronta a ricominciare e nulla mi abbatterà. Neanche una tempesta dai capelli neri e dal viso perfett-. Ma che sto pensando?! Nemmeno quello scorbutico del Duca mi fermerà!
Sarah entra nella mia camera con il soprabito e mi aiuta a sistemarlo sulle spalle, allacciando i bottoni sul petto. Oggi fa più freddo del solito e la giornata è uggiosa, menomale che dobbiamo fare un tragitto di pochi passi. Anche la mia cameriera si sistema gli abiti e noto con la coda dell'occhio che si guarda allo specchio per sistemare i capelli: non che non possa farlo, naturalmente, ma è la prima volta che glielo vedo fare.
«Tutto bene, Sarah?»
Lei sembra essere stata colta in flagrante, tanto che sobbalza per un attimo prima di voltarsi a guardarmi e, d'improvviso, arrossisce.
«S-sì, certo, certo. Perdonatemi, milady. Pensavo solo di avere dello sporco sui capelli e non... mi sembrava il caso di presentarmi in quel modo a casa di un Duca.»
Ormai la conosco, è la persona più vicina che ho e non mi sembra di averla mai vista agitata, anche quando andavamo a trovare i nobili nei loro manieri in Scozia. Inoltre è anche una ragazza molto curata, nella sua semplicità.
I miei pensieri vengono però interrotti dalla voce della zia, che irrompe nella stanza con tutta la sua grazia. «Sophie, ci siamo fatte una promessa e desidero che tu la mantenga.»
Annuisco con la migliore piatta espressione che possiedo, considerate le innumerevoli volte che mi ha parlato della stessa cosa nel giro di due soli giorni. «Non ti devi preoccupare, zia, non verrò meno ai miei impegni, nell'uno e nell'altro senso. Alle cinque sarò di nuovo a casa.»
«Molto bene, perché questa sera ci attende una cena con il Marchese di Mallen, la sua consorte e la figlia, che debutterà insieme a te.»
Riesco a celare a malapena un verso di disgusto: detesto profondamente gli amici di mia zia, sono sempre altezzosi e con l'aria di chi la sa sempre più di te. Inoltre le loro figlie sono in genere delle arpie travestite da angeli del focolare. Si prospetta una lunga e pesante serata.
«Ci vediamo dopo, zia Bridget.»
«Farò preparare il tè per quando sarai di ritorno.»
Uscire da questa casa, oggi, mi dona sollievo e amarezza in eguale quantità. Non mi sono mai sentita confusa in vita mia... da una parte vorrei fuggire, dall'altra sono determinata a dimostrare che non sono una statuina da mettere in bella vista. La vicinanza di Sarah mi fornisce conforto e mi aggrappo al suo braccio con forza, mentre procediamo lungo il breve percorso che ci separa dalla meta del nostro percorso. Abbiamo approfittato di una finestra senza pioggia per evitare di bagnarci e quando sentiamo le prime gocce infrangersi sui capelli affrettiamo il passo e ci ripariamo sotto la pensilina, davanti alla porta. Dopo aver bussato, il maggiordomo ci saluta con cordialità, accogliendoci in un antro oscuro che viene ben presto illuminato dalla voce di lady Amelia.
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Eyes of Love
Fiksi SejarahLondra, 1817. Lady Sophie Sinclair si ritrova a vivere presso l'abitazione della zia Bridget per affrontare il debutto a Corte, dopo la perdita dei suoi genitori e di suo fratello. Mostrando interesse per i ceti meno abbienti, i poveri e i malati, l...