• 𝒞𝒶𝓅𝒾𝓉𝑜𝓁𝑜 27 ~ 𝒮𝑜𝓅𝒽𝒾𝑒

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Questa sera il tempo è incerto, sulle rive del lago a Regent's Park. Il vento soffia forte, facendo sventolare le tende montate per l'occasione, a partire da quella della Regina, per arrivare a tutte quelle del rinfresco e delle varie merci in vendita. Per l'occasione è stata allestita una pista da ballo dove dei danzatori si stanno esibendo in uno spettacolo di ballo sulle note del quartetto d'archi ingaggiato.

Il pomeriggio inoltrato si sta affacciando a una serata carica di nubi e umidità che fa presagire una pioggia imminente. Spero non sia così, in verità, oppure che si riesca a trovare riparo presso i vari tendoni sparsi per il giardino, ma al momento la mia preoccupazione principale è quella di evitare lord Edward, nonostante la zia Bridget non faccia altro che parlare di lui e di quanto sia importante l'invito che ci ha fatto presso la sua tenuta in campagna. Di sicuro, in quella sede, avanzerà la sua proposta di matrimonio, e se non faccio capire a mia zia che non voglio sposarlo sarò letteralmente obbligata a farlo.

Sospiro, lasciando ricadere le mani guantate lungo i fianchi. Il ventaglio è chiuso, ora che si avvicina l'ora serale non ne ho più bisogno. I ciuffi di capelli si scompigliano al vento e l'orlo della gonna svolazza a ogni mio passo verso la pista da ballo. Getto un'occhiata verso la tenda della Regina, che ricambia in modo fugace il mio sguardo, e in quel frangente mi sento arrossire nonostante la temperatura si stia abbassando progressivamente.

«Non siete eccitata? La Regina vi ha guardata, me ne sono accorta anche io!» esclama con voce prorompente, all'improvviso, la mia amica Harriet.

Sussulto appena, prima di girarmi in sua direzione. «Cielo, mi avete fatto prendere uno spavento» dico portandomi una mano al petto.

«Perdonatemi, non era mia intenzione. Vi state divertendo?»

«S-sì, certo» affermo con poco entusiasmo.

«Si vede» replica lei, con sarcasmo.

«Suvvia, se siete qui con me e non con il vostro Maximilian o con qualche altro corteggiatore, temo che anche voi non siate divertita dalla serata.»

«Non posso negarlo» dice con semplicità.

Faccio un sospiro. «Quando finirà questo strazio, Harriet?»

«Temo...» fa una breve pausa, deglutendo a fatica. «Temo che la questione si risolverà solo con il nostro cedimento, Sophie. Potremmo combattere, certamente, ma questo a cosa gioverebbe? Mio padre mi ha già intimato di accettare la proposta di lord Maximilian, se e quando arriverà, poiché le nostre finanze hanno bisogno di essere risollevate da un matrimonio come questo. E non ho molta scelta.»

Annuisco lentamente, guardandola fissa. «Siamo vittime dello stesso destino, Harriet. Mia zia mi sta praticamente costringendo a sposarmi con lord Edward, e so già che la sua proposta arriverà tra qualche giorno, ma io non voglio essere sua moglie, io non...» sospiro pesantemente. «Io non lo amo.»

«Come fai a sapere che non è amore?»

La sua improvvisa confidenza mi spiazza per un attimo, ma poi cavalco l'onda anche io, dandole del tu. Ormai possiamo considerarci amiche, di sicuro delle amiche con problemi simili.

«Perché non provo le stesse cose che invece sento con—» affermo io, interrompendomi subito con la mano sulle labbra. Sbarro gli occhi, poiché la mia voce ha dato sfogo ai miei pensieri ben prima di poterli nascondere.

Anche Harriet spalanca lievemente lo sguardo. «Si tratta del Duca di Somerset, vero?» mi chiede in un sussurro.

E io non posso più negarlo. È così e non ci sono misteri da celare, non più. «A prescindere dai miei sentimenti, quella è una strada che non potrò percorrere, perché mia zia non acconsentirà mai a darmi in sposa a un invalido, anche se con il titolo di Duca. Per lei sarebbe un'onta senza eguali» scuoto più volte la testa, con le lacrime agli occhi. «Inoltre lui non ha manifestato la volontà di sposarmi, quindi non ci sarebbe nulla di cui parlare, dopotutto.»

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