• 𝒞𝒶𝓅𝒾𝓉𝑜𝓁𝑜 39 ~ 𝒮𝑜𝓅𝒽𝒾𝑒

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Sono seduta davanti a uno specchio, con Sarah alle mie spalle che finisce di sistemare i capelli e mi aggancia la collana attorno al collo: ho scelto di indossare la collana di perle di mia madre e perfino il suo vestito da sposa, che avevo portato con me dalla Scozia. Grazie alla modista sono riuscita ad apportare delle modifiche per renderlo adatto allo stile attuale, così ora mi fascia con delicatezza ed eleganza, e l'apprendista di Mrs. Powell mi ha regalato un bellissimo ricamo di fiori su tutta la gonna.

Mi sento bella e quasi non ci credo sia arrivato questo giorno.

Poco più in là c'è la porta che mi condurrà all'ingresso della chiesa, dove percorrerò la navata incontro ad Anthony, e oltre ogni mia aspettativa lui potrà guardarmi lungo il tragitto. La vita non potrebbe essere più bella: abbiamo in programma la partenza per la Scozia tra due giorni, torneremo al castello dove ho vissuto la mia infanzia e finalmente potrò far vedere a mio marito i posti che amo di più. Insieme potremo cavalcare in riva al mare, respireremo l'aria che tanto amavo da bambina. Ed Anthony potrà fare visita al suo amico Henry più spesso. Tra due settimane si sposeranno anche Sarah e Thomas, abbiamo deciso di lasciar loro alcuni giorni liberi per fare una luna di miele come si deve.

Non sto più nella pelle!

«Sei bellissima» mormora mia zia, arrivando d'improvviso al mio fianco.

«Grazie» le sussurro di rimando.

«Somigli tanto a tua madre, la ricordo ancora nel giorno più bello della sua vita. Lei si è sposata per amore, è stata molto fortunata ai suoi tempi.»

«Non c'è complimento più bello che potessi farmi.»

«Devo chiederti scusa, Sophie. Ho sbagliato tanto con te e con il tuo futuro marito. Mi sono comportata da vera ineducata, la mia povera madre si starà rivoltando nella tomba.»

Sarah si allontana e io mi alzo in piedi, guardando la zia per qualche momento: è invecchiata, lo posso notare dalle rughe che solcano il suo viso e dai capelli ingrigiti dal tempo, ma rimane una donna bella e forte. Dopotutto, forse posso perdonarla per ciò che ha detto e fatto in questi ultimi mesi... mi sembra sincera.

«Non c'è nulla di cui scusarsi, zia» le dico abbozzando un sorriso.

«No, davvero. Ho bisogno di chiederti scusa, poiché sono stata ottusa ed egoista, non ho ascoltato le tue esigenze, niente di ciò che mi dicevi. Mi ero messa in testa che lord Edward e la sua famiglia fossero il futuro migliore a cui potessi aspirare, e che una vita con lord Anthony, nelle sue precedenti condizioni, sarebbe stata sacrificante per te. Non ho visto niente: il tuo amore, la tua gioia, la determinazione con cui facevi valere i tuoi sentimenti. Sei davvero uguale a tua madre, forse volevo soltanto che non facessi la sua fine.»

Scoppio a piangere come una bambina, mentre la zia mi abbraccia e ci teniamo strette proprio come farebbe una madre con sua figlia. Temo che mi mancherà tantissimo quando sarò in Scozia, ma sarà sempre la benvenuta in casa mia.

«Mi mancherai, piccola mia, ma ti verrò a trovare se vorrai. Soprattutto quando avrai dei figli da crescere ed essi avranno bisogno di una prozia disposta a viziarli!» esclama lei, sorridendomi.

Piango e rido allo stesso tempo. «Potrai venire quando vorrai, perfino trasferirti con noi, il castello è molto grande.»

«Ora non esageriamo! Non sono fatta per la campagna, ho bisogno degli eventi sociali e dei pettegolezzi per andare avanti.»

Ridacchiamo insieme ancora un po', poi mi bacia la fronte e mi lascia alle cure di Sarah, ancora una volta, che corre in aiuto del mio aspetto. Una volta sistemata come se questo fosse il giorno più bello della mia vita (e non v'è dubbio che lo sia) usciamo dalla stanza e percorriamo la distanza fino all'ingresso della chiesa.

Un arco di fiori rosa e bianchi si apre davanti a me e due navate colme di persone si susseguono fino al centro dell'altare, dove un Anthony bellissimo mi attende con un sorriso ampio ed emozionato.

Ho le lacrime agli occhi, le gambe che tremano e il respiro che si blocca nel petto, mentre osservo a destra e a sinistra decine di persone con gli occhi puntati su di me: sento di diventare rossa fino alla punta dei capelli. Il mio futuro marito mi fa un cenno d'incoraggiamento e io comincio ad avanzare. Cammino un passo dopo l'altro, sorridendo a chi mi guarda, getto un'occhiata complice a Sarah e Thomas, vicini in fondo alla chiesa, poi ad Harriet quando ne incrocio lo sguardo. E poi mia zia, altre nostre conoscenze, con mia gioia profonda riesco a individuare anche Dorothy al fianco di lord Edward, quindi alla fine ha colto il mio suggerimento e tutti saremo più sereni, anche DìDì.

Alla fine raggiungo Anthony, ci prendiamo per mano e lui si avvicina solo un poco per sussurrarmi qualcosa all'orecchio.

«La tua bellezza è splendente, oggi. E la mia felicità è alle stelle: non avrei potuto immaginare momento più bello nella mia vita.»

«La stessa cosa vale per me. Sei elegantissimo, signor Duca» gli sorrido.

«Anche tu, futura Duchessa di Somerset.»

Il pastore si avvicina e saluta i presenti. «Se qualcuno volesse opporsi a questa unione, questo è l'unico momento per farlo.»

Per qualche minuto interminabile rimane in silenzio, noi ci guardiamo intorno, ma nessuno osa respirare. Alla fine il pastore prosegue, spiegando il significato del matrimonio e chiedendoci, infine, di unire le nostre mani.

«Con questo anello io ti sposo, e prometto di esserti fedele sempre, fino alla fine dei miei giorni e anche oltre» dichiara Anthony, davanti a tutti, facendo scorrere sul mio anulare un anello d'argento con uno smeraldo al centro. Ogni volta che lo guarderò penserò ai suoi splendidi occhi, è bellissimo.

«Prometto di esserti fedele sempre, fino alla fine dei miei giorni e anche oltre» dico anche io, subito dopo.

«Vi dichiaro marito e moglie» annuncia il pastore al termine della cerimonia.

Un'eco di applausi si eleva dai presenti, mentre noi ci guardiamo estasiati e ci scambiamo il primo bacio da sposati.

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