• 𝒞𝒶𝓅𝒾𝓉𝑜𝓁𝑜 1 ~ 𝒮𝑜𝓅𝒽𝒾𝑒

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«Buongiorno, lady Sophie!»

Sollevo una palpebra controvoglia, mentre Sarah, la mia cameriera personale, spalanca le tende della stanza facendomi strizzare gli occhi per l'entrata improvvisa dei raggi solari del mattino.

«Avete fatto le ore piccole a leggere anche questa notte?!»

Allude al libro sul comodino, accanto alla candela spenta e quasi del tutto consumata. La voce di Sarah ha un tono di rimprovero, neanche fosse mia zia in persona, ma so che la tiene sotto torchio per controllarmi a vista, perché "una signorina della nobiltà non dovrebbe perdere tempo a leggere e a mettersi strane idee in testa, quanto piuttosto a ricamare". Mi sembra quasi di udire la sua voce nelle orecchie! E Dio solo sa quanto io odi il cucito e il ricamo.

«Non dire niente a zia Bridget.» Prego Sarah, anche se so che non ce n'è bisogno perché lei mi coprirebbe comunque. È l'unica vera famiglia che mi è rimasta, ancora più della zia che forse ho visto solo una volta durante la mia infanzia. Mia madre ha assunto Sarah salvandola da un destino crudele, in una casa di malaffare, quando aveva diciassette anni e io ne avevo quindici: oltre che una cameriera personale è anche la mia confidente e la mia più cara amica.

Quando mi sono dovuta trasferire qui a Londra non avrei mai potuto farlo senza di lei ed è l'unica imposizione che sono riuscita a dare alla mia vita, che ormai è nelle mani della zia in qualità di mia tutrice. Il suo compito è ora presentarmi a Corte come debuttante di questa Stagione per cercare un marito ricco e di rango elevato, in modo che io possa assumere pienamente il suo titolo e quello ereditato da mio padre, il defunto Barone di Rosslyn, Lord Nicholas Sinclair.

Il mio viaggio dalla Scozia a Londra è stato lungo e doloroso, poiché sapevo che non sarei tornata tanto presto nel nostro castello, ora amministrato dall'avvocato di famiglia designato da mio fratello giusto poco prima della sua morte prematura. In pochi anni ho perso tutte le mie radici: mio padre è morto dopo una polmonite che lo ha costretto a letto per mesi, prima di morire soffocato davanti agli occhi di mia madre; lei non ha retto la perdita e dopo neanche dieci mesi per i medici è morta di crepacuore, depressa da quando aveva perso l'amore della sua vita.

Per me e mio fratello gemello è stata dura continuare a vivere da soli e, vista la dipartita di entrambi i nostri genitori, avrebbe dovuto accompagnarmi Aaron a Londra, per aiutarmi con la scelta dei pretendenti. Per via del lutto avevamo rimandato fin troppo la mia presentazione, ma poi un tragico incidente di caccia ha condotto alla morte anche l'altra metà di me stessa. E un'altra Stagione è passata, facendomi arrivare all'età di ventuno anni con il cuore a pezzi e la sorella di mia madre che fa il cane da guardia e mi istruisce dalla mattina alla sera per la ricerca di un buon partito.

"Non vorrai mica rimanere zitella come lady Tabitha Bartlett? Si dice che viva ancora nella sua casa di famiglia circondata da quindici gatti!"

Di nuovo mi sembra di sentire la sua voce nella mia testa e mi viene da scuoterla, ma Sarah mi strappa involontariamente una ciocca di capelli che sta districando con il pettine e quindi mi ridesto dai pensieri per guardare il suo riflesso attraverso lo specchio che ho di fronte.

«Mi sembrate turbata, questa mattina. Avete dei pensieri?» La sua voce è premurosa, osservo la sua figura e d'istinto mi viene da lanciare un'occhiata verso la finestra, prima di parlare. Da questa postazione non riesco a vedere la stanza di ieri sera, ma tutte le altre finestre hanno ancora le tende davanti al vetro, come ogni giorno. Ripenso all' uomo che ho visto piangere e una tristezza mi divora da dentro come se potessi sentire il suo dolore anche oggi, in qualche modo.

«Lady Sophie?» M'incalza di nuovo Sarah e finalmente mi ridesto dai ricordi.

«Sì, scusami. Ho solo dormito poco, nessun pensiero.» Mento, cercando di essere il più convincente possibile, anche se Sarah mi conosce come nessun altro, quindi non mi rimane che deviare il discorso e so già dove andare a parare per evitare ulteriori domande. «Cosa c'è di buono questa mattina? Il profumo si sente fino a qui.»

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