part 74

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"Justin" scuoto ripetutamente il suo corpo, cosa che sto facendo da ormai venti minuti "Lasciami dormire" dice con voce rauca e gli occhi ancora chiusi, rigirandosi dall'altra parte del letto. È possibile che ogni volta che deve svegliarsi sia la stessa storia? Neanche avesse cinque anni, Zoey non fa tutte queste storie quando si sveglia. Scuoto la testa guardandolo e sorrido d'istinto, sembra la persona più scontrosa del mondo ma quando dorme sembra un bambino. Mi sporgo con il busto per dargli un leggero bacio tra i soffici capelli e mi alzo dal letto. Ho bisogno di mangiare qualcosa, perciò vado in cucina.

"Ehi Pattie, buongiorno" trovo Pattie seduta con il telefono in mano sul divano, mentre sorseggia qualcosa da una tazza "Tesoro, Buongiorno!" mi siedo accanto a lei e le do un bacio sulla guancia "Deduco che mio figlio dorma ancora" annuisco "Ho provato a svegliarlo dieci volte... è inutile, ogni volta così." lei fa una risatina e io mi rendo conto che non era necessario aggiungere quel 'ogni volta' così sembra che dormiamo spesso insieme.
Che alla fine era così.

"Lo so benissimo, quando dovevo portarlo a scuola da piccolo faceva di peggio. Sai una cosa che funziona? L'acqua fredda in faccia. Una volta gliene ho lanciato un secco pieno" scoppio a ridere immaginando questa scena, forse è da lì che viene tutta la sua rabbia repressa "Mi hai dato un ottima idea" le dico. Non lo avrei fatto oggi perché mi dispiaceva allagare casa di Pattie, ma sicuramente le prossime sì. "Allora.. raccontami un po' di te, se ti va ovviamente!

"Certo! Non che ci sia molto da dire..."

"Justin mi ha detto che i tuoi genitori sono importanti avvocati e che sono spesso via, e che hai una tribù di fratelli" ridiamo entrambi per la parte finale della frase "Sì, i miei sono praticamente sempre via. Per carità, sono comunque molto presenti nelle nostre vite, solo che le famose domeniche in famiglia, o la cena tutti insieme quando rientro a casa succedono raramente."
dico con un briciolo di malinconia, ormai avevo imparato a vivere in questo modo quindi non ci stavo più male come ci stavo fino a qualche anno fa. Tuttavia, spesso mi capitava di fermarmi a pensare a quante cose i miei genitori non sappiano di me e io di loro. Per questo ogni anno aspettavo con ansia la nostra vacanza di famiglia.

Era l'unica settimana in cui stavamo insieme per più di quattro ore consecutive. Non vedo l'ora che sia estate per poter vivere di nuovo quella sensazione di felicità. Mi sento completa quando siamo tutti insieme.

"Ed ho anche tanti fratelli. Dan, il più grande che ha 24 anni, Luke, che è amico di Justin, Dylan che ne ha sedici e infine Zoey, la piccolina di casa, ne ha sei." spalanca gli occhi e inarca le sopracciglia, in questo momento mi sembra di vedere suo figlio avanti a me. Hanno lo stesso taglio degli occhi e fanno le stesse espressioni "La vostra casa è un albergo praticamente"

"Praticamente..." sorrido pensando al casino che c'era ogni giorno dentro quella casa di matti. A volte li odiavo e mi sembrava di stare in un manicomio, ma altre mi rendevo solo conto di quanto fossero le persone più importanti della mia vita. "Comunque vi ho preparato la colazione, ci sono i pancakes con lo sciroppo d'acero! Canadese!" era proprio quello che volevo sentirmi dire, sembra assurdo ma non li avevo mai assaggiati con lo sciroppo d'acero, e il Canada mi sembra proprio il posto giusto per poterlo fare. "Allora vado a vedere se il dormiglione si è svegliato"

Quando apro la porta della sua stanza, che è quella dov'è dormiamo entrambi in quanto non ci sono altre camere nella casa e nonostante Pattie si fosse offerta di farmi dormire con lei mentre lei si sarebbe spostata sul divano. Ma non glielo avrei mai permesso, così mi toccava dormire nel suo stesso letto. "Dormiglione.. svegliati" mi siedo sul letto sulle ginocchia e mi sporgo di nuovo verso di lui, ancora girato dall'altra parte del letto, nello stesso modo in cui lo avevo lasciato "Ci sono i pancakes con lo sciroppo d'acero, i tuoi preferiti" nulla, continua ad emettere piccoli suoni del respiro pesante dalla sua bocca ma niente di più. Gli accarezzo dolcemente i capelli e mi soffermo ai dettagli del suo viso. La sua pelle così lucida, le labbra a cuoricino, il naso leggermente a punta ma comunque perfettamente dritto, e i suoi dannati occhi. Nonostante fossero chiusi erano comunque bellissimi, con quelle ciglia che io non riesco ad avere nemmeno con le extension.

All'improvviso mi sento prendere di scatto dai fianchi e mi ritrovo sopra di lui, così capisco che era più che sveglio e che mi stava solo prendendo in giro "Ma che cazzo!" sbotto io "Buongiorno scricciolo"

"Da quanto eri sveglio?"

"Da qualche minuto prima che entrassi"

"E perché hai finto?"

"Perché sapevo mi avresti fatto le coccole" gli tiro una pacca abbastanza forte stavolta sul petto "Sei un coglione." mi guarda ridendo e cerca di bloccarmi i polsi con le sue mani per evitare di muovermi "Sembrava ti piacesse accarezzarmi però"

"Mi piacciono i tuoi capelli." taglio a corto guardando altrove. Mi guarda ridendo sotto i baffi "Solo quelli? Io non ti piaccio proprio?" tu mi fai impazzire penso tra me e me "Nah" dico infine, mi libera i polsi e quando penso mi stia lasciando libera, ecco che invece inizia a farmi il solletico "Justin" non riesco nemmeno a dire il suo nome tra una risata e l'altra "Lasciami basta dai" continua sempre di più e io sto ridendo come una pazza, non riesco proprio a resistere il solletico, nulla da fare.
Cerco di allungare la mia mano verso il suo petto e gli do un pizzico sul pettorale scoperto, vicino il capezzolo "Ahia!" finalmente la smette "Così ti impari."

Stringe la presa sui mia fianchi e mi accosta sul suo corpo, sono praticamente a cavalcioni su di lui ora "Guarda che così hai solo finito di eccitarmi" dice con un tono di voce basso e premendo il mio corpo verso il suo, facendomi ben sentire la presenza tra le sue gambe. Chiudo per un millesimo di secondo gli occhi non appena le nostre intimità si scontrano e il mio corpo si immobilizza completamente "Lo senti l'effetto che mi fai?" annuisco senza dire nulla e mantenendo gli occhi chiusi, d'un tratto tenendomi per i fianchi inizia a muovermi leggermente avanti e dietro sopra di lui, facendo scontrare le nostre intimità attraverso il tessuto del pigiama che le separa. "J-Justin..." dico con un filo di voce. La voglia che ho di togliermi il pantalone di dosso e di sfilare anche il suo è veramente troppo alta. Non possiamo continuare così, il mio cervello non sta più connettendo con la sua intimità che preme contro la mia e le sue braccia possenti che mi tengono per i fianchi.

Abbasso il busto verso il suo corpo, incastrando la mia testa nell'incavo del suo collo, su cui lascio vari baci umidi, nel frattempo lui sposta la sua presa sul mio sedere, continuando a pressarmi verso il suo corpo e a muovermi leggermente per farmi sentire meglio.
Non stiamo facendo nulla di sbagliato no? Non ci stiamo baciando e non stiamo facendo sesso davvero. Abbiamo fin troppi tessuti di mezzo che ci separano. Sento un piccolo gemito uscire dalla sua bocca, seguito da un piccolo sospiro. Avevo un disperato bisogno di sentirlo gemere, non lo sentivo da troppo. Ho completamente perso il controllo delle mie azioni, così la mia mano destra scende sul suo petto muscoloso, che inizio ad accarezzare delicatamente scendendo sempre di più verso l'ombelico. Più scendo giù con la mano più sento il suo respiro diventare più irregolare "Scricciolo..sto impazzendo per favore-"

Non so se intendesse che fosse meglio che mi fermassi prima di arrivare lì sotto o se dovessi lasciarmi andare completamente cedendomi a lui. Prima che io possa solo pensare a cosa sia meglio fare, lui ribalta la situazione, mettendosi sopra di me. Posiziona le mie gambe intorno alla sua schiena e inizia a spingere con dei piccoli movimenti verso la mia intimità. Porto la testa indietro verso il cuscino e le mani sui suoi capelli, mentre lui tiene il sguardo fisso sui miei occhi. Lo sento quasi come se fosse dentro, ma vorrei sentirlo meglio. Inizia a darmi baci su tutto il viso, scendendo lentamente verso le mie labbra e io non aspetto altro. Sentiamo bussare alla porta e ci stacchiamo girandoci nella sua direzione "Ragazzi allora li volete i pancakes?" scrollo il corpo di Justin dal mio e ci alziamo entrambi di scatto, risistemandoci velocemente, entrambi con il respiro irregolare, i capelli scompigliati e gli occhi pieni di desiderio. "Si eccoci mamma" Justin apre la porta e vedo Pattie lanciare uno sguardo curiosa alla stanza, per poi voltarsi e andare verso la cucina con un leggero sorriso sul volto. In questa stanza c'era un aria di tensione sessuale percettibile da chiunque.

Tiro un lungo sospiro e scuoto la testa pensando a come sarebbe degenerata la situazione se Pattie fosse venuta a chiamarci solo qualche minuto dopo. Entro in cucina e mi siedo di fronte e Justin e accanto a Pattie, ci lanciamo uno sguardo veloce senza dire nulla e inizio a mangiare i pancakes cercando di non pensare ad altro. "Sono la fine del mondo" dico io a Pattie "Ora capisco perché sono i tuoi preferiti" dico a Justin. In risposta mi fa un occhiolino seguito da un "Ho buon gusto"

Dallas o Bieber? (REVISIONE) Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora