CAPITOLO IV.

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- Bene Sir Pentious, benvenuto alla tua prima lezione!- esclamò Charlie, spalancando le braccia con un sorriso.

- Ti ringrazio!- esclamò il ragazzo, sorridendo a sua volta.

Angel Dust alzò gli occhi al cielo: e dire che un tempo quel ragazzo saltava le lezioni tanto quanto lui... Com'era finito ad averlo di nuovo vicino di banco?

- Perché io sto continuando a rimanere qui?- borbottó Husk; aveva sperato di potersi liberare di quel ruolo, invece...

- Bè, Pencius è nuovo, quindi avrà bisogno di un piccolo aiuto per recuperare; tu ed Angel potreste fargli da esempio, per aiutarlo!- esclamò Charlie, continuando a sorridere.

- Possiamo fargli un esempio su come perdere la verginità- dichiarò Angel Dust con un sorriso.

- Hey! Io non ssono vergine!- esclamò Sir Pentious, guardandolo male, leggermente offeso.

- Certo certo... Devo chiamare Cherri per dirglielo?- commentò Angel Dust. Gli occhi del moro si illuminarono.

- La Ssigorina Bomb è qui?!- esclamò.

- Certo che no! Non ci credo che sei ancora innamorato di lei dopo tutto questo tempo- sbuffò Angel Dust.

Sir Pentious assottigliò appena lo sguardo.

- I miei sentimenti sono veri, e al contrario di qualcuno non fuggo dall'amore-.

Il sorriso sparí dal volto di Angel Dust, che serrò leggermente gli occhi a sua volta.

- Di che cazzo stai parlando?- ringhiò.

- Smettetela voi due- sbuffò Vaggie - o vi separo con un coltello-.

- Perché non partiamo dalla prima lezione? "Come andare d'accordo con gli altri!"- esclamò Charlie, provando a riportare l'attenzione su ciò che stavano facendo.

- Tsk, non ci tengo minimamente- dichiarò Angel Dust, alzandosi.

- Aspetta! Dove vai?!- chiese Charlie, preoccupata; e dire che sembrava stare andando tutto così bene...

- Io mi sono già subito una settima di tutto questo; istruisci il novellino, mi prendo un po' di riposo- affermò Angel Dust, per poi uscire dall'aula.

Prima che qualcuno potesse fermarlo, iniziò a camminare velocemente verso la sua camera; entrò, chiuse la porta a chiave e si diresse verso il suo armadio.

Porchetta, nel sentirlo entrare in quel modo, si mise in piedi sul letto, leggermente preoccupato.

Angel aprì l'armadio e ne tirò fuori la sua scorta di cocaina, prima di andare a sedersi alla scrivania.

Vide Porchetta zampettargli vicino e sospirò.

- Lo so piccolo, mi dispiace, so che non ti piace vedermi così... Ma mi serve- mormorò, allungando la mano e accarezzando la testa dell'animale.

Ne aveva bisogno, se voleva avere le forze per uscire ancora da quella stanza, o anche solo per continuare a respirare... Non che ci tenesse a farlo, ma non aveva molta altra scelta.

Sentì bussare alla sua porta e sbuffò.

- Scenderò per il pomeriggio, non rompetemi i coglioni!- urlò.

Nel non sentire alcuna risposta, aggrottò la fonte: non si era ancora fatto, non potevano certo essere le allucinazioni...

Si alzò e, lentamente, andò ad aprire la porta; fuori, trovò solo una bottiglia, con attaccato un biglietto.

Si chinò e la prese, leggendo cosa ci fosse scritto sul foglietto:

In caso non ti andasse di bere da solo, sai dove trovarmi

HAZBIN HOTEL: HAZBIN SCHOOL, VIVERE DI NUOVODove le storie prendono vita. Scoprilo ora