CAPITOLO XX.

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Alastor osservò la casa di fronte è lui: era parecchio grande ed elegante, quasi stonava con il resto della città... All'inizio aveva pensato che probabilmente era per quello che il proprietario non piaceva ai suoi concittadini, si comportava come se fosse migliore di loro.

Ma dopo aver passato un po' di tempo con Charlie, immaginava che Lucifero avesse scelto un luogo simile in modo da poter dare la migliore abitazione possibile a sua moglie e sua figlia.

In fondo, era chiaro che Charlie fosse cresciuta in un bel posto, anche se poi le sue convinzioni l'avevano portata ad allontanarsene.

- Bè, sarà interessante vedere il luogo dove hanno vissuto- commentò, dirigendosi verso la porta.

Suonò il campanello e sentì il verso stridulo di una papera rimbombare per tutta la casa. Quello era davvero il campanello di una villa così raffinata...?

- Che ci fai qui?- chiese la voce di Lucifero, dall'altra parte della porta, in tono parecchio duro.

- Suvvia, un po' più di gioia! Avevo detto che sarei passato no?- commentò Alastor.

Tre giorni e ci sarebbe stato lo scontro con Paradiso, e un giorno a quando avrebbe ufficialmente fatto partire il contratto di Angel Dust: era il momento ideale per chiarire quell'ultima questione.

- Tsk, ancora non ne comprendo il motivo, ma entra- rispose Lucifero, mentre la porta si apriva.

Alastor entrò in casa e si guardò intorno: si trovò in un corridoio rosso, appese alle pareti del quale c'erano molte foto e ritratti di famiglia.

Si soffermò a osservarne una: rappresentava Lucifero in piedi di fianco a Lilith, seduta con un sorriso in volto, e una piccola Charlie in braccio. Sembravano parecchio felici...

- L'abbiamo ritratto quando Charlie ha iniziato a parlare: già da quando era piccola... Ripeteva le frasi di sua madre su quanto sia importante cercare di aiutare la nostra città-. Alastor si voltò e vide Lucifero andargli incontro; stava cercando di mantenere un'aria neutrale, ma ripensare a sua moglie gli causava sempre un sorriso triste in volto.

- Un quadro incantevole- affermò il castano.

- Ne sono consapevole. Seguimi, andiamo a discutere nel mio studio- Lucifero si voltò e riprese a camminare.

Alastor lo seguì, senza smettere di sorridere, fino allo studio del biondo. Che riconobbe essere lo studio per via della scrivania, di tutte le librerie alle pareti... E delle centinaia di papere sparse in giro.

In un angolo, notò anche un pianoforte.

- Allora, di cosa volevi parlarmi?- chiese Luciderò, andando verso la sua scrivania.

Alastor lo fissò per un attimo.

- Vedo che sei un uomo di grande cultura- commentò, dirigendosi verso il pianoforte.

- Quello era di mia moglie... Perché ti stai avvicinando?- sbuffò Lucifero, notando Alastor andare verso lo strumento.

- È da tempo che non vedo un pianoforte di tale bellezza... Tua moglie aveva parecchio gusto- commentò il castano, sedendosi allo sgabello e sfiorando i tasti.

Era leggermente scordato, si notava che non veniva utilizzato da un po'...

- Cosa stai facendo?- chiese il biondo, confuso.

- Non posso certo lasciare che uno strumento rimanga inutilizzato così a lungo; la musica è qualcosa di prezioso, per questo spesso la insegno ai miei dipendenti- dichiarò Alastor.

Lucifero lo fissò in silenzio: Lilith diceva sempre che la musica era in grado di raggiungere gli animi delle persone... Non pensava che qualcuno come Alastor né potesse essere interessato.

HAZBIN HOTEL: HAZBIN SCHOOL, VIVERE DI NUOVODove le storie prendono vita. Scoprilo ora