CAPITOLO XXII.

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Il silenzio continuò a regnare nell'auto mentre i ragazzi tornavano a casa; avrebbero pensato gli altri Overloard a occuparsi della situazione, guidati da Lucifero, in modo da lasciarli riposare un po'.

Charlie era parecchio preoccupata: le era chiaro dalle facce dei suoi amici che non stessero bene, ma qualcosa le diceva che non era solo per ciò che era appena successo.

Vaggie le aveva suggerito di lasciare stare per ora, in fondo avevano tutti bisogno di riprendersi, ma il fatto che Cherri sembrasse così incazzata con Alastor di sicuro non aiutava la questione.

- Non ti angosciare troppo- sussurró Vaggie, carezzandole la mano - lasciagli un po' di tempo per riposare, poi capiremo cosa sta succedendo, ok?-.

La ragazza annuì, prima di voltarsi verso Husk e Angel Dust; il minore era ancora tra le braccia del moro, la giacca di Sir Pentious addosso, ma i due non si stavano guardando.

Il ragazzo teneva la testa bassa, divorato dai sensi di colpa e della paura di ciò che probabilmente stava pensando il moro in quel momento; e Husk, notando il suo stato, aveva preferito rimandare qualsiasi conversazione a dopo e stava guardando dritto davanti a sé, immerso nei suoi pensieri.

Quando arrivarono davanti casa, prese delicatamente in braccio il minore; Cherri gli aprì la porta e il moro la ringraziò con lo sguardo, prima di dirigersi verso il piano di sopra.

- Andrò a riposare anch'io, è stata una nottata veramente... Sorprendente- dichiarò Alastor, salendo anche lui per dirigersi in camera sua.

- È successo qualcosa che non sappiamo?- mormorò Charlie, voltandosi verso Cherri.

- Tsk, suppongo che a questo punto sia meglio dirvelo, visto che tanto lo scoprireste tra poco- affermò lei, lanciando uno sguardo alle scale: sperava che al suo migliore amico andasse tutto bene... Ma confidava nel fatto che, nonostante tutto, Husk si sarebbe preso cura di lui.

Il moro era entrato nella stanza del minore e, senza parlare, si era diretto verso il bagno.

Come la volta precedente, aveva aperto l'acqua, tenendo il ragazzo in braccio, prima di farlo sedere su uno sgabello.

Anthony rimase immobile mentre il maggiore gli sfilava lentamente di dosso la giacca di Sir Pentious, ancora lo sguardo basso.

Trattenne leggermente il respiro quando lo vide allontanarsi appena, ma il moro tornò poco dopo con un asciugamano leggermente bagnato, con cui gli tolse delicatamente la sporcizia che gli era rimasta sulla schiena.

- Ti fa male da qualche parte?- gli chiese.

- No- mormorò il minore. Husk lanciò un'occhiata al segno che aveva sul braccio, dove Valentino l'aveva stretto, ma decise di pensare dopo a curarlo.

Posò l'asciugamano e tornò verso la vasca; la temperatura ormai andava bene, per cui aiutò il minore a entrarvici.

Anthony si rannicchiò leggermente su sé stesso, tirandosi le gambe al petto e abbracciandole con le braccia, lo sguardo ancora basso. L'acqua era più che calda, eppure lui sentiva parecchio freddo.

Per un attimo rimasero in silenzio, prima che il minore riuscisse a parlare.

- Mi odi?- mormorò. Husk alzò di scatto lo sguardo su di lui.

- Perché dovrei odiarti?- gli chiese.

- Perché... Mi hai visto con Valentino. Perché hai sofferto a causa mia. Perché ho stretto un patto con Alastor alle tue spalle. Perché non posso renderti felice. Perché... Sono io- il ragazzo iniziò a tremare leggermente, cercando il più possibile di trattenere le lacrime. Proprio adesso che aveva assaggiato come fosse la felicità... Aveva rovinato tutto, compreso quel ragazzo tanto buono da amarlo.

HAZBIN HOTEL: HAZBIN SCHOOL, VIVERE DI NUOVODove le storie prendono vita. Scoprilo ora