CAPITOLO VI.

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- Sei stato davvero bravo Sir Pentious! Oggi le tue lezioni sono andate benissimo!- esclamò Charlie, seduta sul divanetto di fianco a Vaggie, osservando il ragazzo sulla poltrona vicino a lei.

- Oh, ti ringrazio- rispose lui, arrossendo appena - dopo tutto ciò che avete fatto per me, non potevo certo non metterci tutto me sstessso!- esclamò.

- Mi stavi più simpatico prima- borbottó Nifty, che stava girando per la stanza, facendo le pulizie.

Husk li osservò per un attimo, prima di lanciare un'occhiata all'orologio: era tardi... Era certo che lo sapessero anche loro, eppure non stavano andando a dormire.

Erano preoccupati quanto lui, anche se non lo davano a vedere: non avevano notizie di Angel Dust da quando era uscito quella mattina...

E lui aveva ancora in mente le parole che il ragazzo gli aveva detto: che sperava di tornare.

Valentino aveva davvero il potere di obbligarlo a stare lì con lui? Si, probabilmente si, di sicuro un mostro psicopatico simile avrebbe trovato il modo... In quel caso, non avrebbe potuto fare altro che agire.

Anche se fosse stato pericoloso, non potevano non fare niente: quel ragazzo era arrivato ad andarsene di casa per la situazione insopportabile, non potevano ignorare la cosa per nessun motivo.

Sentirono il rumore di un'auto che si fermava di fronte all'edificio e tutti quanti si zittirono.

Un attimo dopo, la porta venne aperta. La gioia nel rivedere Angel Dust passò in secondo piano quando notarono le condizioni in cui era ridotto: aveva i vestiti strappati, era sporco di qualcosa che di sicuro non era latte, e aveva alcuni tagli sul corpo.

In un attimo, Charlie, Vaggie e Sir Pentious lo circondarono.

- Angel! Che è successo?!-.

- È stato quello psicopatico!?-.

- Sstai bene?-.

Angel Dust avrebbe voluto rispondere, ma sentiva il fiato pesante, gli facevano male la testa e lo stomaco, non riusciva neanche ad alzare lo sguardo: non aveva bisogno di tutte quelle domande in quel momento, o della loro compassione; aveva solo bisogno... Di pace.

- Non soffocatelo- Husk allontanò leggermente i tre e si chinò davanti a Angel Dust - ragazzo, ti porto in stanza, va bene?- disse, allungando la mano.

Senza dire nulla, il minore la afferrò.

Husk si portò al suo fianco, facendogli passare delicatamente un braccio attorno alla vita per sostenerlo.

- Nifty- si voltò verso la ragazza, che annuì e corse fuori dalla stanza.

- Andiamo. Ci penso io a lui, voi andate a riposare- disse Husk, prima di iniziare a camminare verso le scale.

Angel Dust si lasciò trasportare, troppo debole per fare qualsiasi altra cosa. Husk serrò le labbra: era pieno di domande, ma non era quello il momento giusto per fargliele. Quel ragazzo aveva bisogno solo di riposare ora... E di sentirsi al sicuro.

Arrivati davanti alla porta del ragazzo, Nifty li raggiunse con in mano una cassetta per il pronto soccorso.

- Grazie Nifty, vai pure a riposare anche tu- disse Husk; la ragazza annuì e si allontanò, mentre il moro apriva la porta della camera del ragazzo.

Porchetta corse loro incontro, un'aria preoccupata in volto.

- Non preoccuparti, il tuo padrone starà bene- affermò il moro, chiudendo la porta e dirigendosi verso il bagno.

Lasciò la cassetta su un mobiletto e fece sedere Angel Dust su uno sgabello; si assicurò che riuscisse a stare seduto, dopodiché si voltò per aprire l'acqua della vasca, prima di tornare da lui.

HAZBIN HOTEL: HAZBIN SCHOOL, VIVERE DI NUOVODove le storie prendono vita. Scoprilo ora