vigilia di natale. consapevole che avrei passato tutto il giorno in negozio avevo deciso che durante la pausa sarei andata tra negozi a scegliere cosa auto regalarmi il giorno successivo, non volevo niente, avevo già tutto, ma qualcosa dovevo pur prenderlo, giusto per il gusto di spacchettare qualcosa. non avevo fatto l'albero, non l'avevo, ero poco organizzata per il natale, avevo qualcosa qua e là, il mio albero di natale sarebbe stata una delle piante nel mio appartamento.
non nevicava più, ma il freddo si sentiva fino a dentro il negozio, avevamo deciso di festeggiare il natale tra colleghe, durante le ore lavorative "cosa potrei regalarmi a natale?" erano le uniche persone con cui avevo una specie di rapporto oltre alle chat, "ma sei sicura di voler passare natale da sola? se vuoi venire da me non ci sono problemi" tutte loro si erano proposte di invitarmi a casa con loro per festeggiare il natale, ma non mi sembrava il caso "si, sono sicura, ma la mia domanda era un'altra" nessuna di loro sapeva cosa dire, non ci conoscevamo così bene "dovresti prenderti quell'anello che ti piace tanto" non volevo altri gioielli, non so cosa volessi "vabbè ci penserò"
non ci pensavo più, se volevo qualcosa me lo sarei presa in un altro momento, un auto regalo, magari più utile, tanto il natale era un giorno come tanti altri, potevo crearmi da sola il mio natale.
un'altra giornata lavorativa assurda era finita, mi toccava tornare a casa, con poca voglia e un senso di tristezza che mi pervadeva tutto il corpo. era inutile continuare a far finta che non mi sentivo sola, ero abituata alla solitudine, ma la sentivo, a volte anche fin troppo.in inverno di sera diventa buio presto, ma per fortuna la via di casa è sempre ben illuminata, sui bordi della strada era rimasta ancora un po' di neve dei giorni precedenti. prima di entrare in casa sento un rumore strano, e poi dei versi, sembrava una civetta, non capivo, non vedevo niente attorno, abbassando lo sguardo, nella neve, si intravedeva una piccola macchia, mi chino per osservare bene, era un gattino, spaventato e congelato. non sapevo cosa fare, non avevo mai avuto un gatto, e di certo non ero ben organizzata per tenere un gatto, che faccio? non posso di certo lasciarlo a morire di freddo, lentamente lo sollevo da terra, lo tengo tra le braccia, era piccolissimo, e continuava a piangere, questa situazione stava solo peggiorando, anche io stavo piangendo, ma non me ne ero neanche accorta, sentivo solo le lacrime gelide che scorrevano sul mio viso, avevo freddo, ma non importava, il micio era ancora lì, aveva smesso di miagolare e mi guardava, quasi come per dirmi "ma che fa sta scema".
mi lascio cadere in terra, sulla strada bagnata, sembrando una completa idiota, non mi interessava quello che avrebbero potuto pensare gli altri vedendomi così, ma ero davvero esausta, di qualunque cosa.
improvvisamente sento la mano di qualcuno sulla mia spalla, mi giro per controllare, era un ragazzo insieme a due suoi amici, tutti imbacuccati per il freddo, che mi guardavano, probabilmente mi stavano dicendo qualcosa, ma ero disperata, non li sentivo, allungo le braccia e lascio il gatto in mano a uno di loro, senza neanche guardarli. li sento parlare tra di loro, forse stavo tornando in me "oi, non hai un fazzoletto?" "io no, te invece?" "che coglione, non hai manco un fazzoletto" cercavano nelle loro tasche pur di trovare un fazzoletto, uno dei tre si abbassa per guardarmi, lo guardo anche io, mi era famigliare "tieni" mi da un fazzoletto, tutto strappato "non è usato, è solo rotto" "grazie" cerco di ridere per sdrammatizzare, ma probabilmente sono sembrata solo pazza. "il gatto è tuo?" faccio no con la testa, e indico il buco nella neve dove l'avevo appena trovato "l'hai trovato lì?" "si" finalmente riesco a dire qualcosa "allora parli" mi porge la mano per rialzarmi "sei congelata, e hai anche i pantaloni bagnati" cerco di riprendermi in fretta "eh si lo so, oggi è andata così" mi riprendo il gatto e sorrido ai tre ragazzi "grazie". sembravano belli strani anche loro, ma comunque molto gentili, si vedevano che non avevano brutte intenzioni "lo tieni il gatto?" "mi sa di sì, non so come fare, non ho niente per lui e domani è tutto chiuso" non sapevo neanche come chiamarlo, avevo forse più paura io di lui "domani passiamo noi ad aiutarti, per ora portalo al caldo e dagli qualcosa da mangiare" "ma domani è natale" "non ci sei?" "sisi, ci sono, ma non festeggiate" "si, ma un attimo di tempo lo troviamo" "va bene". sorrido a tutti e tre, cercando di sembrare carina e apparire normale dopo ciò che avevano visto, quando ad un certo punto il ragazzo che mi aveva dato il fazzoletto esclama "ma sei la ragazza della mostra?" non stavo capendo "si, la mostra dell'altro giorno, quando nevicava, che ti ho dato il volantino, che ti hanno chiamata dal lavoro" oddio era lui, quello strambo "ah sì, il volantino l'ho compilato alla fine, però quando sono arrivata a casa, te lo devo lasciare?" scoppia a ridere "nono, tienilo pure" "allora noi dobbiamo andare, domani pomeriggio ci becchiamo qua allora, e vediamo di trovare una soluzione per il gatto, va bene?" era il suo amico a parlare, sembrava quello più estroverso, ma forse anche il più scemo "va bene". detto ciò si allontanano andando per la loro strada e io salgo in appartamento con il mio nuovo amico.

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fiori e demoni
FanfictionAnya, 21 anni, si ritrova a vivere in una nuova città a lei sconosciuta e lontana, in seguito ad una relazione disastrosa. un nuovo inizio, senza conoscere nessuno, ma solo con la sua piccola passione per le arti e per il suo lavoro di commessa e ha...