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ero stata un' idiota a pensare che non mi volesse più vedere, invece era lì come un cucciolo indifeso che dormiva, con una febbre da far paura che aveva preso probabilmente per colpa mia, mi arriva un messaggio, era pietro

"sta bene?"
"no, ma si è addormentato"

mi chiama, "in che senso si è addormentato?" questo non era pietro, era andrea "parla a bassa voce, è qui" lo rimprovero "ma non ti ha cacciata?" ma che caratteraccio ha questo ragazzo che caccia tutti, "ci ha provato" gli rispondo, sento dei sospiri in sottofondo, erano in più persone che ascoltavano la conversazione "sta dormendo, ha detto che era stanco, ma ha la febbre alta" li informo "hai intenzione di restare lì?" domanda pietro "si, non posso lasciarlo solo in ste condizioni, manco si regge in piedi" dalle loro reazioni si percepiva un mix di preoccupazione e sorpresa, non li capivo troppo  "ascoltami" dice erin "resta lì, probabilmente si fida più di te che di noi" conclude, era una cosa un po' strana da dire, erano amici chissà da quanto, però sembrava abbastanza realistica come cosa osservando la situazione.

finita la chiamata mi sposto dal letto per lasciargli più spazio, e mi siedo per terra sempre stando di fianco a letto e non mollandogli la mano. domani pomeriggio le ragazze sarebbero tornate a como, e volevo accompagnarle in stazione, ma probabilmente non ce l'avrei fatta, ero risuscita ad andare a recuperare la macchina con faster questo pomeriggio, come gli avevo promesso gli avrei fatto fare un giro ed eccoci qui, sembrava contento.

duccio si agitava ancora un po' nel sonno e si percepiva che stava male, anche solo a guardarlo e a sentirlo respirare, non avevo mai visto una persona stare così male per la febbre.
passo la notte a sorvegliarlo e aiutarlo in caso di qualunque necessità, ma dormiva, e anche io dopo qualche ora mi ero addormentata.

mi risveglio per colpa di un movimento brusco, guardo avanti, lui non era nel letto, mi agito subito, dov'era finito? faccio per alzarmi e sento che tiro una testata a qualcosa, o meglio, a qualcuno, "oddio scusami non ti avevo visto" dico completamente nel panico "tranquilla" "ti fa male?" mi fa no con la testa "volevo farti mettere più comoda, hai dormito per terra, non ti fa male la schiena?" lo ignoro completamente "la febbre invece? stai bene? vedo che ti sei ripreso, riesci a stare in piedi" lo stavo bombardando di domande, e anche lui si era appena svegliato, capiva meno di me probabilmente "sto meglio, ma la febbre c'è ancora".
si vedeva che era ancora un po' stanco "posso lasciarti da solo per un paio di ore questo pomeriggio? che accompagno le ragazze" "certo, non morirò mica" come no, ricordiamoci le condizioni di ieri.
facciamo colazione insieme, finalmente riusciva a mangiare e parliamo un po' di cose a caso, era effettivamente la prima volta che avevamo tempo di parlare di stronzate e stare tranquilli tra di noi.

quando esco per accompagnare le mie amiche in stazione lo lascio nel letto a dormire, e al mio ritorno era ancora lì.
inizio a girare un po' per casa sua, non era niente di speciale, una classica casa di un uomo nei suoi 20 anni che vive da solo, noto però che ci sono delle tele dipinte qua e là, li collezionava forse? oppure gli piaceva dipingere nel suo tempo libero? per il momento non mi riguardava e non mi sarei messa a spiare le sue cose, anche lui, come me aveva libri e cd ovunque, poster di musica e di moda, si vedeva comunque quanto fosse una persona legata all'arte e a tutte le sue forme.

qualche giorno dopo la febbre gli era passata, ma non ci eravamo più rivisti, erano passate due settimane e nessuno dei due si era più fatto sentire, non stavo a farmi troppi problemi, c'eravamo baciati, avevamo dormito insieme, ci eravamo aiutati a vicenda, avevamo giocato alla coppietta felice per qualche giorno.
non ci pensavo troppo, ma quando ci pensavo la cosa mi uccideva, perché non si è più fatto sentire? mi odiava? si sentiva solo in quel momento e ha voluto un po' sfogarsi su di me?
io non ero di certo una che stava dietro alle persone, ma mi aspettavo che lui si sarebbe fatto sentire, non lo vedevo nemmeno più in giro, e non vedevo nemmeno in giro gli altri, per non pensarci occupavo il mio tempo al lavoro, a giocare con neve e a sistemare le mie cose in casa, facevo di tutto pur di non pensarci, pur di tenere la mente occupata.
non avevo intenzione di farmi sentire io per prima, perché avevo davvero paura di dare fastidio, di disturbarlo o che avrei avuto la conferma definitiva che mi odiasse e che non mi volesse più vedere. pensare a tutti queste cose mi faceva comunque stare meno male che averne la conferma, sarei andata avanti per la mia vita senza di lui, mi sarebbe sicuramente passata anche questa cosa, anche se mi importava avrei fatto finta di nulla.

mentre controllo le varie e-mail ne vedo una particolarmente strana, la apro, era di mia madre, non ci parlavamo da un qualche mese, pensavo fosse di lavoro, non mi aspettavo di certo cose carine o cose da mamma-figlia, era un invito ad assistere al festival di sanremo a febbraio:

ciao anya, o elisa,

ti faccio sapere che dovrai andare ad assistere al festival a sanremo, io e tuo padre non possiamo per impegni di lavoro, ma tu dovrai andare per rappresentare la famiglia.
ci saranno altre famiglie altolocate, ricordati di continuare a fingere di vivere lontano da casa per aiutare l'azienda e che studi economia privatamente, non dire quello che è successo realmente, socializza e sii bella, e anche amichevole, una persona affabile di buongusto e con buone maniere, rappresentaci al meglio, non metterci in cattiva luce.
ti mando la partecipazione, nei prossimi giorni ti comunicherò il resto e ti manderò dei soldi per gli outfit.

buona giornata.
tua madre, isabella.

quindi, sarei dovuta andare al festival, che mi fa schifo, vedere persone terribili, con vestiti costosi dei quali non può fregarmi di meno, non per lavoro, ma per rappresentare in modo positivo quella che è la mia famiglia, che non è neanche più la mia famiglia, farmi chiamare elisa e sorridere a tutti. perché non poteva farlo mio fratello? che situazione del cazzo, non me la sento neanche di rifiutare, almeno farò qualcosa di diverso, se non ci andavo per la mia famiglia, ci finivo sicuramente per il lavoro.
che cazzo di assurdità.

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