22.

394 26 1
                                    

la notte non va come prevista, alla mattina eravamo stanchi e sfatti nel letto senza aver chiuso occhio, scendiamo dagli altri, e le nostre facce stravolte e con le occhiaie dicevano praticamente tutto, nessuno osava ormai farci domande, eravamo già diventati irrilevanti, o almeno così pareva.

sarebbe stata l'ultima serata di sanremo, il vestito per l'ultima sera era rosso e lungo non il mio proferito, ma probabilmente quello che mi stava meglio di tutti.
a questo punto mi interessava solo di vedere il vincitore e andarmene a dormire, la delusione della classifica l'ho sentita nell'anima, ma a me non interessava, almeno, non riguardava a me in prima persona, raggiungo i ragazzi appena possibile e li vedo sia delusi che sollevati, ormai avevano finito con questo stress, ma ci tenevano a stare un pochino più alti in classifica.
li seguo anche questa sera, sarebbero andati a ballare da qualche parte, si sentiva un po' di tensione lo stesso per essere così in basso in classifica, ma conoscendoli gli sarebbe passata in fretta, avrebbero avuto altro a cui pensare e da fare.
mi avvicino a duccio "siete stati bravissimi lo stesso" mi abbraccia di colpo, senza pensarci due volte "che succede?" domando preoccupata "grazie" mi viene da ridere "ma per che cosa?" avrei dovuto ringraziarlo io, ma non capivo perché lo stesse dicendo lui a me "sei stupenda anche questa sera" ricambio l'abbraccio "tutto bene?" provo con una domanda diversa "non voglio stare qui" mi dice "dove vuoi andare allora?"  "non mi importa, basta che sia con te" oggi era più dolce del solito, "passeggiata in spiaggia?" "passeggiata in spiaggia" mi conferma, era buio e freddo in riva al mare, ma era stupendo, con la luna che rifletteva sull'acqua e noi due mano nella mano che passeggiavamo in silenzio godendoci il rumore delle onde, lontani da tutto e da tutti.

"adesso i vostri piani quali sono?" gli domando sedendomi sulla sabbia "andiamo in tour tra poco" "che figata" avrei dovuto farmi una cultura enorme sulla loro musica, non ne sapevo assolutamente niente, ma sicuramente spaccavano, "che belle le stelle" commenta lui "quando volevo cambiare nome tra le opzioni avevo stella, ma non mi si addiceva" annuisce "vero, ti sta meglio anya".
non era assolutamente uno di troppe parole e nemmeno io, ciò rendeva i nostri silenzi molto meno imbarazzanti, ed erano quasi il nostro modo di stare tranquilli e a nostro agio nelle diverse situazioni, alla fine ci bastava poco per capirci e stare bene.
"dormiamo qui sta notte?" mi domanda, lo guardo male, ma probabilmente le mie espressioni non si notano troppo nel buio "moriremo di freddo, e avremo tutta la sabbia addosso domani mattina" stava uscendo di nuovo il mio lato da principessina viziata "massi" oggi si era rivelato pure coraggioso e avventuroso, dormire in spiaggia, sulla sabbia, a febbraio, che piacere avere a che fare con questo ragazzo in certe situazioni, sospiro, ormai arresa "va bene, ma solo perché sei tu" non ero affatto pronta a morire assiderata in spiaggia, ma andava bene comunque, non poteva essere così male, stanca ero stanca, non avevo dormito alla fine, quindi mi sarei dovuta addormentare dalla stanchezza, almeno speravo.

sdraiati uno di fianco all'altro mentre guardavamo il cielo buio e le nostre mani che si stringevano, niente parole, si sentivano le onde e i nostri respiri, era tutto così assurdo.
"le stelle si vedono poco" "è nuvoloso" "è freddo" una serie di constatazioni tutte mie, senza risposta, probabilmente stava già dormendo, io sarei morta assiderata al suo fianco "domani voglio dormire tutto il giorno" continuo, ma senza ottenere ancora risposte, ero sempre più convinta del fatto che stesse dormendo, smetto di parlare e chiudo gli occhi anche io "non abbiamo vinto" mi dice, immagino la delusione e il loro impegno, chissà come si sono sentiti davvero ad arrivare così in basso in classifica, mi dispiaceva tantissimo, ma non potevo fare troppo, decido di non rispondere, non sapevo comunque cosa dire, e se avessi parlato avrei probabilmente detto la cosa sbagliata, lo sento tirare su con il naso, stava piangendo? mi alzo di scatto e cerco di guardarlo, ma non l'avrei comunque visto con quel buio, continua ad esserci il silenzio e mi convincevo sempre di più del fatto che lui stesse piangendo, con quel poco che vedevo cerco il suo viso e gli accarezzo una guancia, era bagnata, stava definitivamente piangendo, la delusione e lo stress accumulati, e il probabile senso di colpa, non voleva farsi vedere, e non voleva che mi accorgessi che stesse piangendo, ma lo sapevo di già.
"vuoi stare in silenzio o parlare?" era scontata come domanda, lui era così bravo a consolarmi, ma io ero pessima "allora parlo io" ancora niente risposta, stavo mettendo in dubbio la mia salute mentale, era vivo davvero? avevo le allucinazioni? "ci tenevo così tanto" mi dice, continuo a farlo parlare senza interromperlo "abbiamo lavorato tantissimo, a noi sembrava un brano perfetto" mi viene da sorridere "tutti i cantanti hanno portano una canzone che a loro sembrava perfetta, ma quello poco importa, ci avete creduto fino alla fine e siete stati bravissimi lo stesso, poi i boygroup spaccano sempre prima o poi" lo sento finalmente ridere un po', che sollievo cazzo.
"sei pessima a consolare" sospira, "lo so" scoppiamo a ridere, forse però l'avevo tirato un po' su di morale "me lo dai un abbraccio?" gli domando, mi abbraccia subito, come se non stesse aspettando altro.

fiori e demoniDove le storie prendono vita. Scoprilo ora