27.

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Sembrava così strano ormai averlo lì di fronte a me, però senza di lui mi sentivo morire davvero, mi mancava l'aria.

senza di lui era tornato tutto come prima, ancora solitudine, ma per abituarmici ci avevo messo di più, sentivo la sua mancanza, era riuscito a diventare qualcuno di davvero speciale per me.

era restato uguale, lui non era cambiato, "sei dimagrita un po'" mi fa notare lui, lo sapevo benissimo, e che senza di lui avevo fatto più fatica di quello che pensassi "ti va di mangiare qualcosa insieme?" faccio no con la testa, arriva neve che si struscia sulle gambe di entrambi, lei probabilmente voleva da mangiare.
"mi sei mancata" mi dice sotto voce "anche tu" rispondo.

non avevo molto da mangiare in casa, soliti biscotti, latte e cereali, ma a quanto pare andavano bene anche per lui.
non so da dove arrivasse, ma era tutto spettinato e trasandato, chissà cosa gli era passato per la testa.

"stiamo scrivendo nuove canzoni, poi vieni ad ascoltarle" mi invita di punto in bianco, per lui non era davvero cambiato niente, era tutto come prima, come se questo lasso di tempo di separazione non ci fosse mai stato, "verrò" gli rispondo, chissà come stavano i ragazzi era da tanto che non vedevo o sentivo qualcuno.

"mi spiace essere sparito, avevo paura" forse questo ritrovo sarebbe diventato davvero pesante, mangiare insieme era piacevole, ma parlare di ciò non mi andava proprio, non era la scelta più saggia reprimere tutto, ma non riuscivo a parlare di quello, non volevo pensarci ancora.
avrei certo voluto delle spiegazioni, ma lo capivo benissimo anche così "non preoccuparti" è l'unica cosa che mi esce dalla bocca, "sei bellissima, vorrei piangere" stava dando di matto mi sa "ma per che cosa?" scoppio a ridere, non sapevo più come gestire questa situazione abbastanza assurda "stai zitto" continuo, mi guarda e scoppia a ridere pure lui "ho un sacco di cose da raccontarti" lo guardo male "tutte le cose che hai fatto senza di me" lui annuisce "certo".

finalmente un momento pacifico e non di solitudine completa, mi sentivo meglio, ero sollevata.

"passeggiata questa sera?" mi domanda "ci sto".
e questa volta passó a prendermi davvero per andare a fare una passeggiata, ormai non faceva più così tanto freddo, ed ero felice, anima e cuore in pace, gelato tra le mani, e lui di fianco a me, in centro città, tranquillamente.
era forse uno dei momenti più felici della mia vita.

ci fermiamo in una vietta della città, poco illuminata, ma comunque carina "devo dirti una cosa, ascoltami bene" sento un vuoto, il cuore in gola e il panico nel cervello, "no, tranquilla respira anya, ascoltami" non sapevo cosa aspettarmi, sorrideva era lì, davanti a me, che mi stringeva una mano e mi guardava negli occhi, "ti amo" cosa. non ho capito, resto imbambolata a guardarlo, cosa? "ci sei? anya?" ci sono? no onestamente no "posso avere un riscontro delle mie parole?" lo stavo mandando nel panico più totale "ti amo" riesco a dirgli finalmente, non perde tempo e mi bacia, un bacio dolce e delicato, che rappresentava proprio il nostro rapporto. ero innamorata di duccio, non me lo sarei mai aspettata.

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ciao! eccomi dopo mesi (ops, scusate).

la storia si conclude così, un po' un finale triste, ma mandarla avanti serviva a poco niente, e non sapevo neanche come fare a continuarla.

non preoccupatevi però, tra poco ne arriverà una su fares :) aspettate solo un pochino.

grazie mille!
-a

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