piccolo's pov:
la mattina di natale l'avevo trascorsa a casa, con la mia famiglia, e al pomeriggio sarei uscito con i ragazzi per aiutare la ragazza della mostra, non mi aspettavo niente da questa giornata.
stavamo aiutando una ragazza conosciuta per strada, ma che sembrava avesse davvero bisogno di un aiuto, non sapevamo niente di lei, nemmeno il suo nome, ed era strana come situazione.
dopo essermi ritrovato con gli altri ci avviamo al punto di incontro stabilito con la ragazza della mostra, lei non era lì "ma chi è questa?" chiede fares "una ragazza" risponde erin "cazzo che descrizione" controbatte fares. non arrivava, stavo iniziando ad avere dubbi sulla sera precedente, mi chiedevo se stesse bene, se si sarebbe presentata, non è bello vedere persone in condizioni del genere, anche se sono sconosciute.
faster inizia ad urlare "gattara" seguito poi da jackson e caph, come dei coglioni. dopo non troppo tempo lei scende, si vedeva che non era in ottime condizioni, era palesemente in pigiama e si era appena svegliata, mentre saliva per prepararsi sento fares che dice a erin "ma sta bene?" non intendeva essere arrogante, lo so, ma a me infastidisce quando si comporta da altezzoso "no. per questo siamo qui, a natale siamo tutti più buoni e te meno principino" grazie a dio jackson a volte usa il cervello "lasciatela stare e basta, abbiamo detto che l'avremmo aiutata, non può essere così male" ribatto io, fares continua "non sono un principino, è che non la conosco e a me non sembrava stare bene, sopratutto dopo quello che ci avete raccontato ieri sera". nessuno osa più rispondergli, nel giro di non troppo scende di nuovo, ed era decisamente in condizioni più umane, si vedeva che era estremamente a disagio, i biscotti che ci aveva fatto erano adorabili e anche abbastanza buoni.inizialmente sembrava stare bene, ma più la guardavo più realizzavo che forse non era così, era magra, non eccessivamente, ma lo era, aveva un viso non troppo particolare, ma i suoi capelli erano di un castano tendente al rossiccio ed era bassa. era molto pacata nel modo di parlare e nei modi di fare, elegante e aggraziata, ma nascondeva sicuramente una parte che era l'esatto opposto e mi incuriosiva. nel negozio di animali prestava molta attenzione, era evidentemente anche una persona seria, ma l'avevo già notato precedentemente alla mostra di qualche giorno prima.
nella mia testa continuavo a ripetermi che non stava bene, e lo si vedeva "a che pensi?" mi chiede jackson "si vede che sei pensieroso, e poi sei in silenzio, più del solito" questo era fares "non fai neanche una delle tue riflessioni strane" conclude erin "a niente ragazzi, sono interessato al gatto" cerco di scampare la conversazione così "al gatto o alla gattara, miaooo" faster non si smentisce mai, gli do un pugnetto e mi allontano da loro.
mentre tornavamo a casa sento anya dire "devo tornare a casa", la guardo, era pallida e affaticata, come se avesse corso una maratona "ti sta aspettando la tua famiglia?" era comunque natale e noi l'avevamo portata in giro tutto il giorno "non ne ho una, ho già detto che vivo da sola" vero, però ci speravo che non restasse da sola in quelle condizioni, la sua risposta più che acida mi sembrava triste, volevo fare qualcosa per migliorarle il natale, ma forse con la mia domanda gliel'avevo solo rovinato maggiormente. cala il silenzio, non so più cosa si stanno dicendo i ragazzi, ero a disagio dopo la domanda sbagliata che le avevo fatto. la riguardo "sei pallida" era dello stesso colore dei suoi collant bianchi "lo sono sempre" è effettivamente di carnagione cadaverica, ma stava davvero male, sentivo il suo respiro e i suoi occhi erano stanchi "sembri come ieri sera, stai bene?" glielo richiedo per sicurezza "sono stanca" quello sembrava ovvio, ma c'era sicuramente dell'altro "vuoi fermarti un attimo?" aveva anche freddo probabilmente, ma non potevo farci niente, tanto meno farle notare che l'avevo notato per non farla sentire ancora più a disagio "nono, tranquillo sto bene" non ci credo mai.
infatti. non faccio in tempo a girare lo sguardo che quasi cade, le erano cedute le gambe "dalla stanchezza" come diceva lei "ci fermiamo ragazzi" si girano a guardarci, faster mi aiuta a tirarla su bene. eravamo tutti e sei attorno a lei, pronti a prenderla in caso cadesse di nuovo. lei era completamente alienata dalla situazione, non capiva niente, pareva ubriaca dalla stanchezza.fares dietro di noi chiede a erin "ma sicuri non sia malata? o abbia bisogno di un aiuto più serio?" erin sospira prima di rispondergli "no, non la conosciamo, viviamo il momento e basta".
intanto pensavo a come comportarmi, mentre i ragazzi dietro probabilmente si erano stancati di questa situazione.sul momento decido di accompagnarla fino in casa, un altro cedimento e cadeva dalle scale, poteva farsi male sul serio, i ragazzi non osano dirmi niente su questa decisione, e non mi interessava il loro parere, non potevo lasciare una persona in quello stato.
non voleva farmi salire perché tutto in disordine, vedesse casa mia...
non voleva che stessi lì a mangiare, ma probabilmente non voleva proprio mangiare, più la guardavo più notavo che era magra, le gambe, il collo, le braccia, e pallida com'era poteva davvero essere un cadavere.
la convinco a sedersi e ad aspettare qualcosa da mangiare.il gatto continuava a guardarmi, era seduto sul tavolo, effettivamente anche lei era disordinata, vestiti ovunque, senza ritegno, libri e vinili per terra, fotografie e lettere attaccate sul frigorifero o sulle pareti, e vasi con i fiori in qualsiasi angolo possibile , un casino abbastanza organizzato direi, chissà il resto della casa... non importava, anche la mia era terribile quanto la sua, se non di più, era lì seduta, con gli occhi chiusi, non dormiva, era davvero esausta, non parlava nemmeno, rispondeva solo alle domande sul cibo e sulla cucina.
non aveva praticamente niente da mangiare se non schifezze, e le mie doti in cucina erano scarse, ma qualcosa doveva pur mangiare, mi invento qualcosa a caso.le metto il piatto davanti e provo a farla mangiare "puoi andare a casa per favore? non ti voglio male, te lo chiedo per me, non mi piace che mi guardi mangiare" stava delirando "non ti guardo, vado a giocare con il gatto" "no. ti sto anche rubando troppo tempo della tua vita, posso farcela da sola" cazzata, era mezza malata, e da sola non poteva evidentemente farcela "mangia e basta, non ti guardo, mi chiudo fuori sul balcone a fumare.
esco a fumare, per schiarirmi le idee, aspetto solo che finisca di mangiare.
non potevo restare qui la notte con lei, questo sarebbe stato davvero eccessivo, dovevo trovare un altra soluzione.
rientro. aveva effettivamente mangiato, aveva fame, e anche freddo, non era più pallida come prima. "che dici di andare a dormire adesso? ci penso io alle ultime cosa del gatto" "va bene" aveva acconsentito subito, senza fare storie, si alza e va in un altra stanza, io sistemo un po' la cucina e mi occupo del gatto.dopo una decina di minuti ritorna, in pigiama, struccata, e spettinata, non si vedeva più quanto fosse magra e nemmeno quanto fosse debole fisicamente, sembrava solo stanca dopo una giornata faticosa.
le lascio un bigliettino sul tavolo con il mio numero, nel caso avesse bisogno, non mi sembrava avesse persone sui cui fare affidamento qui.mi accompagna alla porta e mi saluta con un sorriso debole, ma comunque contenta "grazie, buonanotte e buon natale" mi dice, non pensavo. e continuava a sorridere "anche a te" le rispondo "se hai bisogno chiamami" le dico, mi saluta con la mano e poi chiude la porta.
scendo, i ragazzi erano andati via, li avrei beccati alla cena del gruppo, mi affretto ad andare lì, non appena entro sento faster "quindi sei innamorato di una gattara?" che palle con sta storia "no, mi sono solo comportato gentilmente con una persona che aveva bisogno" mi risponde jackson "guarda che non c'è niente di male" ancora, non gli entra proprio in testa "le hai fatto da mangiare? poi? l'hai accompagnata a dormire e lei hai raccontato le favole della buonanotte?" odio quando caph fa così, non avevo più voglia di rispondere a tutte ste cazzate "bo è sola, vive da sola, non ha una famiglia, non ha amici, non è di qui, volevo farla sentire parte integrante di questo posto, almeno per un attimo" mi guardano tutti in modo serio, non capivano, cercavo solo di essere umano e di trattare anche anya come tale. li odiavo quando facevano i superficiali, perché non lo erano.
durante la serata mi si avvicinano fares e caph, per parlare di lei "le ho lasciato il numero in caso avesse bisogno" "hai fatto bene" mi risponde fares, per poi domandarmi "cosa sai su di lei?" niente. vero. "ne so quanto voi, vive qui da qualche mese e fa la commessa ma credo faccia anche un altro lavoro, non lo so, l'altro giorno ha ricevuto una chiamata dove diceva che doveva andare a sanremo per lavoro, quindi non saprei dire" mi ascoltavano entrambi attentamente "è un po' strana, ma sembra un brava persona" dice caph, chissà cosa frulla nel suo cervello. però aveva ragione, un po' strana lo era, ma era anche una brava persona per forza "allora poi, quando succede qualcosa, scopri qualcosa, o hai bisogno come questa volta dicci tutto, siamo qui apposta" conclude fares, a volte sa essere davvero carino, e quando dice queste cose le pensa davvero, ed è anche disposto a farle.
alla fine della serata scopro che tutti erano preoccupati per lei, ma non sapevano come comportarsi, e che la trovavano tutti una persona buona, almeno quello. il prossimo passo è quello di farla integrare un po' nel gruppo e in questo posto, per farla sentire un pochino più a casa.

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fiori e demoni
FanficAnya, 21 anni, si ritrova a vivere in una nuova città a lei sconosciuta e lontana, in seguito ad una relazione disastrosa. un nuovo inizio, senza conoscere nessuno, ma solo con la sua piccola passione per le arti e per il suo lavoro di commessa e ha...