13.

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al mio risveglio lui era ancora lì, dormiva, era adorabile, avevamo dormito attaccati.
mi alzo cercando di non svegliarlo, lo copro bene con la coperta e vado in bagno. ero ancora vestita e truccata dalla sera precedente, un macello. mi cambio e mi metto quello che era il mio pigiama, mi strucco e mi lego i capelli, poi esco dal bagno e inizio a sistemare un po' casa, cercando sempre di non dargli fastidio.

dopo un po' mi siedo in cucina, avevo fame, dovevo fare colazione, ma avevo poco in casa, biscotti, tisane, cioccolato, tutte cose poco sane. mentre ero seduta al tavolo a guardare il telefono sento "buongiorno" era lui, vado in sala a controllare, era stato svegliato da neve che gli era saltato sulla pancia, "buongiorno" gli dico sorridendo "non stavo parlando con te" mi dice mentre accarezza neve "allora me ne vado, vi lascio a fare la coppietta felice" "dai vieni qua" mi dice, facendomi segno di sedermi sulle sue gambe "no, vieni a fare colazione" appoggia il gatto sul divano e viene in cucina a mangiare, lo guardo, c'era qualcosa che non andava con la sua faccia "ma ti sei truccato?" non ci avevo fatto caso prima "si, e mi sono dimenticato di levarlo" "in bagno puoi prendere lo struccante che vuoi, ce ne sono cinque diversi" sembrava sorpreso, e io lo ero altrettanto nel vedere un maschio con il trucco colato in casa mia che faceva colazione con la mia tazza rosa e i biscotti a forma di cuore.

torniamo insieme sul divano "film?" gli domando, discutiamo un po' su quale film guardare, avevamo gusti simili, ma non riuscivamo a venire a una soluzione "facciamo così" mi dice, lo guardo incuriosita "dormiamo ancora" rido "va bene" vedo che si sdraia per poi prendermi e sdraiarmi di fianco a lui, ero stranamente comoda, appoggio la testa sul suo petto e inizia ad accarezzarmi i capelli "sei ancora stanco da ieri?" "non dormo mai molto" mi risponde un po' inquieto "allora dormiamo" non facciamo in tempo a chiudere gli occhi che si spalanca la porta, erano i ragazzi e le mie amiche, perché erano tutti in casa mia? "mi sa che abbiamo disturbato qualcosa" dice faster mentre ride insieme a jackson "mi sa di sì" gli da corda la ila facendogli l'occhiolino, ora che ci penso sarebbero una coppia perfetta.

ci mettiamo seduti e guardiamo i nostri amici che avevano probabilmente un sacco di domande da farci, alle quali probabilmente non avremmo risposto "mi sa che mi tocca andarmene" mi dice duccio "nono" rispondono le ragazze "sta sera ceniamo insieme al bunker?" domanda erin, accettiamo tutti, se l'ultimo dell'anno era andato male, almeno il primo andiamo a divertirci o almeno proviamoci.

prima di sera io e duccio ci separiamo e le ragazze tornano a casa, dovevamo prepararci per andare a mangiare insieme ai ragazzi, non avevo avuto l'occasione di parlare bene con le ragazze di quello che era successo la sera prima, ma in questo momento avevo altro per la testa, duccio. il mio cervello e i miei pensieri erano incentrati su lui, o meglio, su di noi.

per la serata al bunker avevamo optato tutti per outfit tranquilli, ancora esausti dalla sera precedente.
al nostro arrivo noto che duccio era assente, non chiedo nulla per evitare ulteriori domande dopo quelle di sta mattina, ma ero comunque preoccupata.
il tempo passava e lui non arrivava. stavo andando nel panico, forse stavo esagerando, non capivo, dov'era? aveva detto che sarebbe venuto anche lui a cena con gli altri, mi avvicino a fares per chiederglielo, "scusa" gli dico, si gira e mi guarda "ma non c'è duccio?" "non te l'ha detto?" mi risponde quasi sorpreso "cosa?" "ha la febbre, pensavo ti avesse scritto" non ne sapevo niente, mi ero preoccupata per niente "dove posso trovarlo?" gli domando, mi mette una mano sulla spalla "lascialo riposare, non vuole vedere nessuno quando sta male" lo guardo facendogli gli occhi dolci "ho capito, dammi il tuo numero che ti mando l'indirizzo" gli sorrido come un idiota "grazie" e me ne vado dal bunker.

seguo le indicazioni, ed eccomi qui, dovrebbe abitare qui, ma come faccio ad entrare? provo a chiamarlo, non mi risponde, aveva ragione pietro, non aveva intenzione di farsi sentire o vedere, ma non mi interessava, provo a richiamarlo un paio di volte, alla terza mi risponde "dove sei?" gli domando, anche se lo sapevo benissimo "a casa" almeno non dice stronzate "allora mi apri?" silenzio momentaneo, vedo una tenda che si sposta, era lui "torna dagli altri" "ma sono venuta fino a qui a piedi, mi stavo perdendo, poi fa freddo" sospira "sali" finalmente mi apro, non sapevo da che parte andare, vedo una porta leggermente aperta, era la sua, entro lentamente "sono qui" dico a bassa voce, chiudo piano la porta, era la prima volta che entravo a casa sua, era in disordine come la mia, ma era più il classico disordine da uomo.

mi faceva brutto camminare in una casa non mia senza sapere dove andare solo per cercarlo, ma ad un certo punto sbuca da una porta, si vedeva che non era in forma "chi ti ha dato quest'idea?" mi domanda "ho fatto tutto da sola" mi guardava a fatica "chi ti ha detto dove trovarmi?" non rispondo, "non importa" mi dice, si appoggia alla parete e chiude gli occhi "che hai?" domando ingenuamente "puoi lasciarmi stare?" parlava a bassa voce "dopo vado a casa, sono appena arrivata" si gira e torna da dove era arrivato prima "fa come vuoi allora" mi dice tutto scazzato, lo seguo, era sdraiato nel letto, sembrava davvero un morto, lo copro bene con le coperte "perché stai solo se stai male? metti che stai peggio, potrebbe succederti qualcosa" inizio a rimproverarlo "posso farcela" non ci credeva manco lui, non gli rispondo neanche, resto a guardarlo, con gli occhi chiusi, sotto le coperte, aveva ancora freddo, "ti va qualcosa da mangiare?" mi ignora completamente, che fastidio. lo stava facendo apposta e ci stava riuscendo benissimo. non me ne sarei andata comunque, mi siedo di fianco a lui mente continuava ad ignorarmi completamente "non vuoi niente?" ancora niente risposta "dormi?" gli accarezzo il viso, effettivamente scottava, era stata colpa mia, l'avevo fatto stare fuori al freddo e si era sicuramente stressato troppo.
faccio per alzarmi, ma sento che mi afferra debolmente per il polso, mi giro a guardarlo, mi faceva tenerezza "resta qui" mi dice ancora con gli occhi chiusi, mi risiedo di fianco a lui "sono qui" appoggia la testa sulle mie gambe "sono stanco" mi dice "riposati allora, non vado da nessuna parte" era stanco dalla febbre, e mezzo tormentato da chissà cosa, sembrava un bimbo indifeso, non riusciva a dormire, continuava a muoversi, gli do un bacino sulla fronte e inizio a fargli le coccole, mi prende una mano "non vai via vero?" "resto qui tutto il tempo che vuoi" "grazie" mi sussurra sottovoce prima di addormentarsi.

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