16.

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tra tutte le persone che mi aspettavo di vedere li, a lui non avevo minimamente pensato, "non mi riconosci?" mi dice, non riesco a rispondere, ero completamente bloccata "dai parlami, che fine hai fatto, mi manchi" si avvicinava sempre di più, e continuava a sorridermi "perché non mi dici niente? dovresti scusarti per essertene andata senza dirmi nulla" riesco a fare qualche passo indietro, ma inciampo per colpa dei tacchi e rimango a terra "che drammatica che sei, alzati e salutami bene" continuava a parlarmi e ad avvicinarsi, ad ogni parola alzava la voce e sembrava sempre più minaccioso "ti stai comportando davvero male, forse non ti ho punita abbastanza, non ti sono servite tutte quelle lezioni?" sentivo gli occhi lucidi e la vista mi si stava appannando mentre lui continuava a parlare da solo "ancora che fai la vittima, io ti ho insegnato a vivere, dovresti ringraziarmi, ora guardati, chi ti vuole adesso? tornerai sicuramente da me, perché solo io ti ho amato e ti ho insegnato cos'è l'amore, vergognati e sii più riconoscente, smettila di fare l'ingrata" continuava ad alzare alla voce, respiravo a fatica e ormai non vedevo più niente, delle persone vengono in mio soccorso, erano 4, due vanno addosso a lui e le altre due vengono da me ad aiutarmi, "ci sei?" sento che mi domanda il ragazzo di fronte a me, era anche qui una voce maschile, non ce la facevo a rispondere, sentivo che stavo per morire.
dopo qualche secondo svengo addosso ai due ragazzi di fronte a me.

mi risveglio in una camera non mia, ero in un letto sotto le coperte, richiudo gli occhi e ripenso a quello che è successo prima che svenissi, pessima idea, non avrei dovuto pensarci, mi tiro su e mi siedo, sentivo la testa che mi esplodeva, di fronte a me c'erano i ragazzi e huda, mancavano solo erin e duccio, che stava succedendo? perché ero qui? provo ad alzarmi, ma avevo la gamble troppo deboli, quasi cado, ma mi riesco a tenere, da lì notano la mia presenza, si accorgono che mi ero risvegliata "torna a sdraiarti" mi dice huda, li guardavo, ma non capivo, anche loro mi guardavano, ma sembravano preoccupati, e dai loro sguardi si percepiva pietà nei miei confronti "devo andare" dico "no" mi risponde fares "si, devo tornare in hotel, poi se non torno chissà cosa pensano, devo per forza tornare, se scoprono che non ho dormito in hotel mi uccidono" sembravano più confusi di prima "è ormai troppo tardi per tornare" mi dice sempre fares "non mi interessa" controllo il telefono, erano le 4 passate e mi aveva scritto mia madre per chiedermi dove fossi, lo sapevo, ero fottuta, che cazzo le dicevo adesso, "devo andare" ripeto ai ragazzi, intanto rispondo a mia madre,

                                                "sono ad una festa"
"e con chi?"
                                   "con dei cantanti di sanremo"
"brava, fatti conoscere"

ero riuscita a fregarla per il momento, però il problema nasceva in hotel, per colpa di quelle persone che adorano fare gossip, e se sapevano che avevo passato la notte fuori, in un altro hotel ero fottuta.
riprovo a rialzarmi, ma fallisco di nuovo, "chi era quello di prima?" mi domanda faster con poco tatto, non gli rispondo, "devo andare" continuo a ripeterlo una decina di volte, non volevo stare con loro, volevo stare da sola, "perché devi andare?" sospiro "le persone in hotel poi pensano chissà che cosa che ho passato la notte fuori" huda mi risponde con una cosa intelligente "questa notte resti qui, e domani mattina ti do i vestiti che uso per allenarmi e torni così in hotel, fai finta di essere andata a correre" poteva funzionare, annuisco, ma non volevo comunque restare con loro, che mi avevano nascosto una roba abbastanza grande, "posso sapere cos'è successo?" chiedo "ti abbiamo trovata per terra, con di fronte un tipo che ti urlava addosso, poi sei svenuta su erin e caph" ah ecco chi erano i ragazzi, "poi io e pietro abbiamo mandato via il tipo" conclude fares "chi era quello?" mi domanda caph "non importa" gli rispondo così, in quel momento entra duccio in camera seguito da erin, duccio abbastanza scazzato, e erin che non sembrava molto felice, "potete uscire?" domanda duccio, e tutti seguono i suoi ordini, eravamo io e lui nella stanza, chiudo gli occhi di nuovo, sentivo il suo sguardo su di me, era di fronte al letto "ti ha fatto qualcosa sta sera?" mi domanda preoccupato, faccio no con la testa, "posso sedermi li con te?" mi domanda "si" sento che si siede lentamente sul letto, si mette di fianco a me, non mi guarda più e non parla "pensavo che sarei morta" gli dico, "i ragazzi stavano andando a fare serata e ti hanno trovata lì" mi dice, mi siedo anche io, "stai bene adesso?" ci guardiamo negli occhi, questa volta ero davvero sull'orlo di piangere "mi fa male la testa" apre le braccia "vieni qui" voleva un abbraccio, e io pure, mi attacco a lui e inizio a stringerlo forte mentre lui mi accarezzava la schiena "quando ti ho vista in braccio ad andrea con gli occhi chiusi e che non reagivi a niente ho pensato al peggio, poi erin mi ha spiegato tutto e mi sono calmato, non ti ha fatto niente vero?" faccio no con la testa "sono solo caduta, ma ho fatto tutto da sola" mi prende il viso tra le mani e mi guarda dritta negli occhi "sicura? se è stato lui dimmelo non c'è bisogno che lo proteggi" appoggio le mie mani sulle sue, erano calde, "sicura" gli do un bacino sulla fronte "scusami, non volevo farti preoccupare" mi accarezza i capelli "non devi mica scusarti, va tutto bene" mi metto a cavalcioni sulle sue gambe, e appoggio la testa sulla sua spalla, era diventato tutto rosso, ma continuava a non dire nulla, mi accarezzava la schiena "come stai?" mi domanda di nuovo "bene, adesso bene" chiudo gli occhi "non volevo sparire, so che mi hai odiato, ma ero troppo preso e non volevo darti fastidio" che ridere questa cosa "non preoccuparti, vedo che abbiamo affrontato questa cosa alla stessa maniera".

il vestito stava iniziando a starmi scomodo, in quella posizione mi era salito e dopo la caduta si era anche un po' rovinato "posso chiederti un favore?" "dimmi" "il vestito mi sta scomodo, hai una maglietta? o qualcosa con cui posso cambiarmi" era una richiesta abbastanza imbarazzante, ora ero io quella che era diventata rossa "prendila lì" mi indica un cassetto nell'armadio "quella che voglio?" "quella che vuoi" mi alzo e ne scelgo una rosa, vado in bagno a cambiarmi, ero in condizioni terribili e nessuno mi aveva detto nulla, esco dal bagno, avevo solo la sua maglietta addosso, le gambe erano completamente scoperte, l'unica cosa erano le cicatrici che si vedevano sulle braccia e sulle gambe "vieni qua" mi dice, torno sul letto e mi siedo di fianco a lui.

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