Capitolo 2: La paura del grande ritorno

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Harry si svegliò di colpo. Dean Thomas lo stava scuotendo violentemente.
- Dean, sono sveglio! - gridò Harry per far smettere l'amico.
- Harry! I tuoi figli stanno ancora dormendo!
- Che ore sono?
- Le quattro di notte.
Harry si mise a sedere sul letto e inforcò gli occhiali. L'amico era in giacca e cravatta. Credeva di essersi liberato della cravatta ad Hogwarts, invece anche al lavoro si era trovato a doversela mettere.
- Perché sei in casa mia alle tre di notte? - gli chiese. Aveva paura della risposta.
Dean si passò una mano tra i capelli e sbuffò – C'è stata un'evasione di massa da Azkaban. Sono scappati dei Mangiamorte.
Harry si alzò in piedi. Era da tempo che si sentiva che sarebbe successo.
- In quanti?
- Non si sanno ancora dati precisi. Ci sono stati dei morti, un' esplosione e dei Dissennatori. La scena è ancora molto confusa e la stampa non aiuta.
- Il Profeta è già lì?
- Sì e anche tutta la stampa internazionale. Ho chiamato Percy per far bloccare tutti i tipi di trasporto non autorizzato dal Ministero nella zona, ma alcune foto sono già state scattate alla scena.
- E come ci sono arrivati?
- Tutte le difese sono state distrutte. La cicatrice ha fatto male?
Harry si passò istintivamente la mano sulla cicatrice – No, ma il mio legame con Voldemort si è rotto.
Harry si infilò il primo completo che trovò nell'armadio e si legò velocemente la cravatta al collo. Allacciò il bottone del completo grigio e applicò la spilla degli Auror sul petto. I vestiti facevano parte della collezione Scudo dei Tiri Vispi Weasley, come tutti quelli in dotazione alle squadre speciali del Ministero.
- Non mangi qualcosa? - gli chiese Ginny quando arrivò al piano di sotto. Indossava ancora i jeans e la maglietta del giorno precedente. Harry non l'aveva ancora vista dalla mattina prima, quando era partita per l'Ungheria, a vedere una partita delle qualificazioni alla Coppa del Mondo di Quidditch.
- Non ho voglia – rispose, per poi cambiare tono – sveglia i bambini e vai alla Tana. Senti tutti quelli dell'Ordine in circolazione e portali lì. Passa a prendere anche Teddy. C'è stata un evasione di Mangiamorte ad Azkban e tutte le difese sono state distrutte.
- Voldemort?
Harry abbassò lo sguardo e annuì. Credeva di essersene finalmente liberato e in quegli anni aveva lavorato per eliminare tutti i danni che aveva lasciato, ma solo lui avrebbe potuto espugnare quella fortezza.
Ginny alzò un sopracciglio – Va bene, sento Ron e partiamo. Hermione sarà ad Azkban.
Harry sorrise. Se Ginny era al suo fianco sarebbe stato tutto molto più facile.

Azkaban era un posto inospitale. L'edificio era immenso, possente, contro cui il vento e le onde si abbattevano continuamente. Harry guardò colpito quell'edificio. Anche se da ormai undici anni si recava spesso in quel luogo, non riusciva comunque ad abituarsene. In quel posto erano stati portati Hagrid e Sirius. Quel luogo era il simbolo dell'infelicità.
Nella parte alta dell'edificio c'era un grosso buco irregolare. L'esplosione.
Un brivido lo percorse e si strinse nel cappotto.
Davanti all'entrata della prigione si trovavano un gruppo di uomini della Squadra Speciale Magica.
Uno di questi alzò un braccio e li fermò.
- Signor Potter, signor Thomas – biascicò a mo' di saluto – per ordini del Ministero dobbiamo assicurarci che siate realmente voi.
I due annuirono e questi tirò fuori uno strano oggetto.
Quando superarono i controlli, entrarono. La salita di tutte le scale fu davvero faticosa. Intorno a loro la miseria e la rassegnazione regnavano incontrastate. I prigionieri erano rannicchiati nelle celle come cani e stavano fermi, come se non avessero più un motivo per vivere.
- Ciao Harry – disse cupo Kingsley quando lo vide entrare.
La scena era peggio di quanto aveva immaginato. Le celle erano sfondate, come il muro, e molti cadaveri di Guardiamaghi erano sparsi sul pavimento.
- Si sa quanti sono gli evasi?
- Non ancora – disse Pickering, un Auror sui venti che lavorava per Harry da un paio di anni – per ora siamo solo sicuri dei Carrow, Macnair e Yaxley, che sono stati visti afferrare una Passaporta, per gli altri non si sa niente, la scena era molto confusa.
Harry annuì pensoso – Sulla Passaporta invece avete qualche novità? Percy! - disse rivolgendosi verso il capo dell'Ufficio del Trasporto Magico, che stava contemplando il vuoto con aria assente – Il tuo ufficio ha rilevato qualcosa?
Percy si girò di scatto – Non so Harry, tutte le difese sono crollate, senza che l'Ufficio capisca la causa.
- Magia oscura?
- Sicuramente, ma perfino Silente non sarebbe stato capace di farle crollare dall'esterno. Sospetto che sia qualcuno all'interno del mio Ufficio. Lì dovrebbe essere più semplice. Però tutti quelli che si occupano di queste cose sono miei uomini fidati. Aprirò un'indagine interna.
- Affida le indagini agli Auror – gli disse Kingsey, per poi rivolgersi ad Harry – manda uno dei tuoi in incognito. Massima segretezza.
Harry annuì – Pickering, finisci di fare rapporto e poi ti trasferisci all'Ufficio del Trasporto Magico. Voglio rapporti settimanali e in caso di scoperte importanti devo saperlo subito.
Il ragazzo fece un cenno di assenso.
Il Ministro continuò - Non possiamo permetterci altri errori. Ora come ora stiamo brancolando nel buio, abbiamo dei Mangiamorte in libertà e dei probabili infiltrati al Ministero. Entro domani mi aspetto che la Skeeter scriva un articolo al sangue su di me.
Harry sbuffò – Se scrive qualcosa su di te, scrive anche qualcosa su di me.
Un rumore di tacchi iniziò a rimbombare sulle scale. Pochi secondi entrò dopo una bella ragazza dai ricci capelli castani.
- Hermione – la salutò Harry. L'amica gli fece un cenno distratto, mentre si guardava intorno con uno sguardo corrucciato.
- Abbiamo messo in quarantena la zona e abbiamo disposta ulteriori misure di sicurezza. Ho dato ordine alla Squadra Speciale Magica di iniziare a lanciare nuovamente gli incantesimi protettivi. Da regolamento il Ministro deve commissariare la struttura finché non riusciamo a trovare il colpevole.
Harry accennò un sorriso. Anche nelle situazioni più difficili, Hermione riusciva a decidere sul da farsi. Per questo era stata nominata vice-capo dell'Ufficio per l'Applicazione della Legge sulla Magia e Harry aveva il presentimento che sarebbe arrivata ben più in là.
- Harry, appena tornerò in studio nominerò l'Ufficio Auror a capo del carcere. Non voglio altri attacchi – disse Kingsley.
- Mando qui Dennis Canon e una squadra, oltre ai Guardiamaghi però voglio anche la Squadra Speciale Magica.
- Non dovrebbero esserci problemi – disse Hermione.
Come evocato, Dennis Canon apparve sulla porta. Magro, magrezza ulteriormente evidenziata dai vestiti neri che indossava, dai capelli biondi e dalla faccia angelica, che ricordò ad Harry quanto somigliasse al fratello.
- Harry, abbiamo capito chi è evaso: i Lestrange, Yaxley, Rookwood e i due Carrow. Dolohov e Greyback non ce l'hanno fatta. Adesso sono stati portati in altre celle nei sotterranei.
- Grazie Dennis. Da adesso prendi il comando del carcere. Piazza una squadra davanti alle celle dei due e aumenta la sicurezza su ogni piano. Con quei due ci avete parlato?
- Se ne sta occupando Hesse. Non sembrano intenzionati a parlare.
- Quei due non parleranno mai – disse Kingsley – quando ero un Auror li ho interrogati più volte. Non parlerebbero neanche con uno Schiopodo Sparacoda come compagno di cella.
- Ma c'era una sola Passaporta o erano di più? - chiese Harry.
Dennis incrociò le braccia – I testimoni dicono che c'erano più calici dei prigionieri evasi. Quindi pensiamo che siano otto. Però i due rimanenti non sono stati trovati.
- Credi che gli abbiano portati con loro? – gli chiese Harry.
- Sospetto uno o più infiltrati tra i Guardiamaghi.
- Allora non permettere a nessuno di loro di scendere nei sotterranei. I corridoi dei criminali più importanti devono essere tenuti sotto controllo dagli Auror e dalla Squadra Speciale Magica. Ci sono altri Mangiamorte meno importanti in questo carcere, tenete d'occhio anche loro, non vorrei che qualcuno stesse cercando di ricostruirsi un esercito...
- Sospetti che Voldemort sia tornato? - chiese Percy
- Non lo so. Spero di no, ma non dobbiamo sottovalutare questa ipotesi. L'ultima volta che la comunità magica ha sottovalutato il ritorno di Voldemort, ci siamo ritrovati con un Ministro della Magia fantoccio e Hogwarts come un luogo di tortura.
Hermione lo guardò negli occhi. Sembrava stanca. Lui la capiva benissimo. Avevano passato la loro giovinezza a combattere ogni giorno per la propria vita, vivendo alcuni momenti che neanche molti dei più vecchi potevano immaginare. Ma ora entrambi avevano figli. Se Voldemort era davvero tornato, la prima vendetta che avrebbe cercato era proprio quella su loro due e Ron. E James, Albus, Lily, Rose e Hugo sarebbero stati l'oggetto della sua rabbia.
Qualcosa nei loro sguardi cambiò; non c'era più stanchezza, ma una fiamma di coraggio. La solita che avevano sempre avuto. Neanche stavolta lui avrebbe vinto.

Ted Lupin e il Figlio dell'Assassino (Wattys2016)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora