Capitolo 18: E' quasi Natale

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- Come stai? - chiese Ginny sedendosi di fianco a lui. James e Albus erano a giocare con Rose nella casa a fianco, mentre Lily era con Hermione e Hugo al San Mungo, per un controllo di rito. Erano in casa da soli.
Harry era chino sulla sua scrivania, con una dozzina di fogli scritti fittamente davanti agli occhi. Non si erano fatti tanti passi avanti nell'indagine, ma non c'erano stati neanche strani segnali dalla Foresta. L'Ordine della Fenice stava dando un enorme mano, ma era comunque abbastanza insicuro. Tutto ciò gli ricordava i suoi anni a Hogwarts. Lunghi periodi di quiete, per poi all'improvviso essere colpiti da un attacco. Il suo sesto senso gli diceva che era così.
- Sono un po' stressato – rispose alla moglie – ma fisicamente sto bene, solo un po' di stanchezza.
- Quanto hai dormito stanotte?
Ginny era tornata quella mattina dal Belgio, dove la Nazionale Inglese di Quidditch aveva concluso le Qualificazioni alla Coppa del Mondo, arrivando prima nel suo girone. Non avevano dormito insieme, quindi non poteva sapere che lui non era proprio andato a letto.
- Tre ore – le disse, per risultare credibile.
Ginny si sedette davanti a lui e lo guardò negli occhi.
- Non sei andato a letto, vero?
Harry sorrise. Non poteva nasconderle niente. Annuì.
- Sei un cretino. Non salvi il mondo se non dormi. Perché non hai provato a combattere contro Voldemort dopo una settimana che non dormivi? Magari funzionava, crollavi a terra addormentato, lo spiazzavi e lui andavi fuori di matto e si uccideva.
- Ero in ritardo con il lavoro.
Ginny prese uno dei documenti sul tavolo e lo lesse – Sinceramente non so quanto il "Club dei Pozionisti Principianti" possa nascondere un mago che ha fatto evadere dei Mangiamorte dalla prigione più sicura al mondo.
- Magari ci va nel tempo libero.
- Non sapete più dove sbattere la testa, vero?
Harry scosse la testa – Non possiamo che aspettare o avere una botta di fortuna. Mi sto convincendo che l'unico modo per risolvere questa indagine sia la Felix Felicis.
- Oppure c'è qualcosa di meglio – disse Ginny, la voce insolitamente allegra.
- Del tipo?
Ginny fece un sorrisetto malizioso e alzò le sopracciglia. Si alzò e si diresse verso di lui, passando un dito sull'orlo della scrivania.
- Siamo in casa da soli – gli sussurrò nell'orecchio, facendo in modo che lui venisse attraversato da un brivido - e James e Albus torneranno solo tra tre ore.
-Magari tornano prima – disse Harry, stando al gioco.
Lei, in tutta risposta, gli tolse la piuma dalle mani e la mise nel calamaio.
- Per questo esiste il Muffliato.
Con un lento movimento recitò l'incantesimo e chiuse la porta a chiave. Le tende si srotolarono e coprirono le finestre.
- Ora nessuno ci può vedere, Harry – disse lei, avvicinandosi al marito e baciandolo.
Fu un bacio voglioso e ardente. Il leone dentro Harry ruggì forte come se fosse la prima volta che lo faceva. Lui la amava e la voleva. E in quel momento sentiva che lo stesso era anche per lei.
Le braccia della ragazza corsero verso la sua schiena, strappandogli la camicia dai pantaloni. Lui le tolse la maglia e subito dopo il reggiseno. Partì anche la sua camicia, lasciandolo a petto nudo. Un petto muscoloso ma snello, pieno di cicatrici e segni di guerra. Lei iniziò a baciargli il collo, mentre lentamente gli slacciava la cintura e poi i pantaloni. Ginny allora prese a scendere, dal collo al petto e da lì sempre più giù.

*


Teddy non amava particolarmente il freddo, ma adorava il Natale. I vestiti rossi, le sciarpe, i regali e la famiglia erano solo una parte minuscola delle motivazioni per cui adorava quella parte dell'anno. Il clima che tirava in quella parte dell'anno era bello: rilassato, amorevole e tranquillo.
- La smetti guardare quel dannato albero e mi ascolti, Ted? - chiese seccata Eva, di fianco a lui. Bartemius si era ammalato qualche giorno prima e allora Teddy aveva deciso di sostituirlo come insegnante di Eva. Si aspettava un compito ostico, come quando lui e Anne obbligavano a studiare Baston, invece era molto più semplice. I voti della ragazza erano intorno all'Oltre Ogni Previsione, con qualche Eccezionale ogni tanto, ma aveva qualche problema di organizzazione. Se non la si obbligava a studiare, lei non studiava, ma se qualcuno si metteva lì con lei in poco tempo apprendeva tutto. Baston, invece, anche dopo ore legato ad una sedia (e non per modo di dire, Anne lo aveva fatto davvero) riusciva a trovare qualsiasi scusa per non studiare. L'unica materia in cui andava bene era Difesa contro le Arti Oscure e non perché gli interessasse la materia in sé, ma perché detestava il professore e non accettava insufficienze da lui.
- Sì, scusa, dove eravamo rimasti?
- Abbiamo finito. Ti stavo chiedendo se vieni con me in Biblioteca a trovare Baston?
Teddy la guardò, credendola pazza – Baston? In Biblioteca? Ma sei sicura di quello che dici? Intendi Harry Baston?
Lei scoppiò a ridere e annuì – Tranquillo, non sta studiando, ha trovato la sezione Quidditch e si è fissato con quella.
Okay, problema risolto. Gli sembrava troppo strano che Baston stesse davvero studiando.
- Bartemius come è conciato? - chiese a Eva, non sapendo bene di cosa parlare. Non capiva bene come Bartemius ed Eva potessero essere così amici. Bartemius era riservato, a volte scontroso, estremamente insicuro e silenzioso. Eva era totalmente il contrario, vivace, estroversa e in alcuni momenti eccessivamente loquace. Sembrava un misto tra Anne e Baston.
- Stamattina era a letto a leggere un libro sulla Magia Nera.
- Con trentanove di febbre?
- Oh sì, ha detto che lo aiuta a concentrarsi e a non cadere del tutto ne "l'oblio della malattia".
- Davvero ha detto così?
- Ti giuro. Poi è tornato a leggere e mi ha ignorato.
- Ma dove l'ha preso quel libro? - chiese Teddy curioso.
- Un paio di giorni fa ci siamo intrufolati nella Sezione Proibita e lui ha preso qualche libro.
- Perché vi siete intrufolati nella Sezione Proibita? - chiese stupito, non si immaginava Bartemius che si intrufolava di nascosto in un posto dove non poteva andare. Sicuramente lo aveva obbligato Eva.
- Non sapevamo cosa fare e allora Bartemius ha proposto di andare lì. Siamo andati con un sacco, ha preso dei libri e ce ne siamo andarti.
Teddy restò colpito, non immaginava che Bartemius avesse un lato del genere.
- Sì, tranquillo - disse Eva, capendo quello che stava pensando - anch'io non credevo alle mie orecchie, ma poi l'ha fatto davvero quindi ho rivalutato questo suo lato. E' un ragazzo che si fida di poche persone, ma quei pochi sono davvero fortunati. Metà del suo tempo libero me lo dedica per farmi studiare.
Aveva ragione.
Arrivarono in biblioteca poco dopo la fine della conversazione e video Baston in fondo alla sala. Leggeva un enorme libro che sembrava piuttosto vecchio. Appena li vide lo chiuse frettolosamente e ne aprì uno più piccolo e recente.
- Baston che stai leggendo? - chiese Eva, buttandosi sul libro che Harry aveva appena chiuso.
- Storia degli Incantesimi? - disse leggendo il titolo – stai davvero leggendo qualcosa che non c'entra con il Quidditch!?
Il ragazzo arrossì e balbettò – N-no, non è vero, lo stavo leggendo per sbaglio!
Teddy lo guardò e scoppiò a ridere.

*


Bartemius se ne stava a letto, con un gran librone nero tra le mani. I fogli erano vecchi, ingialliti e trasudavano un odore di chiuso che lo attraeva.
Era riuscito a convincere Eva a entrare nella Sezione Proibita. A dirla tutta non era stato difficile e la aveva anche spiazzata, ma aveva bisogno di entrare in quel posto. Tutti credevano che a lui non interessasse indagare su ciò che era successo, ma invece era diventato il suo chiodo fisso. La malattia che lo aveva colpito era stata una manna dal cielo, in quanto gli aveva permesso di passare tutto il tempo a letto a leggere qui libri. Alcuni scritti di certi Maghi Oscuri dei secoli precedenti riportavano le usanze dei centauri nei minimi dettagli. E adesso quei manoscritti erano in mano sua. Trovava estremamente interessante quegli esseri (anche se non avevano accettato lo stato di "esseri" in quanto non volevano essere paragonati alle megere). Avevano una cultura fuori dal normale e una vita basata sullo studio e una rigida morale. L'unico problema era che erano molto legati ai pregiudizi che loro si facevano sugli altri. Un figlio di un Mangiamorte non poteva fare altro che stare loro alla larga, se non voleva rischiare la vita.
- Hai trovato qualcosa? - disse la voce di Eva, facendolo sobbalzare.
- Niente di che, com'è andato lo studio oggi?
- Ted è bravo, studio bene con lui.
Bartemius annuì. Da una parte era contento che Eva avesse trovato qualcuno con cui studiare mentre lui stava male, così lui poteva riposarsi e leggere i suoi libri in Santa Pace. Dall'altra invece era geloso del suo rapporto con Eva. Era la sua migliore amica, l'unica persona con cui si sentiva completamente libero di dire tutto.
- Come stai?
- Ho la febbre e mi sento stanco.
- Allora perché continui a leggere? - gli chiese, sedendosi sul suo letto e passandosi una mano nella lunga chioma di capelli castani.
Bartemius si strinse nelle spalle. Stava leggendo tutti quei libri per capire e per aiutare.
- C'è qualcosa, vero? Non hai preso quei libri solo per prenderti gioco della bibliotecaria.
Bartemius annuì. Ciò che amava della sua amica era la capacità di interpretare i suoi silenzi.
- Stai cercando di capire cosa c'è dietro a quel suicidio? Ho visto che i libri parlano di centauri.
- Esattamente.
- Non dovresti fare tutto da solo.
- Mica sto combattendo contro Voldemort.
- Beh tuo papà non ti darebbe la paghetta se tu ci provassi.
Bartemius sorrise. Gli piaceva quel modo di scherzare di Eva. Detto da qualcun altro gli sarebbe sembrata un'offesa, ma detta da lei era una un'altra cosa. Come lui sapeva cosa voleva dire avere come padre un Mangiamorte, e quel modo di sdrammatizzare gli sembrava così carino.
- La cosa peggiore – rispose – è che se ci provassi, tuo papà non mi permetterebbe più di vederti.
- Oh, sì, finché sono io non ci rimarresti tanto male – disse lei con un'occhiata confidenziale – più che altro se il papà di Anne ti impedisse di vederla, tu sì che avresti dei problemi.
Il moretto arrossì dalla testa ai piedi.
- Cosa stai dicendo!? - le disse, con un voce più strozzata di quanto volesse.
- Io? Niente – disse lei, con un sorrisetto fiero stampato in faccia.
Lui la guardò malissimo.
- Che lezione ha adesso? - gli chiese lei.
- Ora sta studiando nella sua Sala Com... o ma stai zitta, Eva – rispose Bartemius, se possibile più rosso di prima. La compagna di Casa sorrise sornione, ma restò zitta. Non aveva una cotta per Anne, anche se la trovava molto bella. Si trovava bene con lei ma niente di più, o forse sì? Doveva smettere di ascoltare Eva, era pur sempre una Serpeverde: maliziosa.
Ed era malizioso pure lui.
- Ma Gradgrind, il capitano della squadra di Quidditch? E Baston, l'amico di Ted?
- Per nulla al mondo m'innamorerai di Baston –
- Quindi Gradgrind?
- O ma stai zitto – disse lei, arrossendo come un peperone.
1-1, la partita era di nuovo in parità.

Angolo dell'autore

Ciao a tutti, sono tornato! Ho avuto dei problemi con lo studio ma comunque ho finito questo capitolo e sono a metà del prossimo (scrivo cinque righe al giorno quindi non credo arriverà prima della prossima settimana). Spero che vi sia piaciuta, soprattutto la parte con Harry e Ginny. Mi sembrava restringente ignorare completamente quella parte della relazione anche da adulti. Ditemi cosa ne pensate, alla prossima!

Davide

Ted Lupin e il Figlio dell'Assassino (Wattys2016)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora